lunedì 1 agosto 2011

dall'Ulisse di Joyce, " Introibo ad altare Dei ", ( Installing a clothesline elevator)

Da quando, ma ad essere sinceri anche prima, ho letto sul blog di Adele Kenny il post Quando una poesia non è una poesia non faccio che rimuginare su  quando e come una poesia è una poesia, e una non poesia invece magari lo sia.
Vedo dappertutto poesie, in uno slogan pubblicitario, in un avviso delle FF.SS, Mind the gap ,in una circolare dell' ABI,  persino nelle  istruzioni per montare un attaccapanni! Installing a clothesline elevator.

Installing a clothesline elevator


Stasera mi è capitata tra le mani una copia dell' Ulisse di Joyce, e sono stato fulminato dall' incipit e naturalmente è diventato...una poesia, o forse non lo è, dipende dall' occhio del lettore:

Solenne e paffuto, Buck
Mulligan comparve dall' alto
delle scale,
portando un bacile di schiuma su cui erano posati
in croce
uno specchio e un rasoio.
Una vestaglia gialla,
discinta,
gli era sorretta delicatemente sul dietro
dalla mite aria mattutina.
Levò alto il bacile e
intonò:
                                        


   " Introibo ad altare Dei "

Stately, plump Buck
Mulligan came
from the stairhead,
bearing a bowl of lather on which a mirror
and a razor lay crossed.
A yellow dressinggown,
ungirdled,
was sustained gently behind him
on the mild morning air.
He held the bowl aloft
and intoned:
                                                      " Introibo ad altare Dei "

Traduzione di Giulio De Angelis
















3 commenti :

  1. E non sei il solo a farti quella domanda (non per niente tutti i grandi poeti hanno scitto una poesia sulla poesia.
    In effetti adesso la troviamo sparsa dappertutto e questo pensio sia un male. Un male nel senso che viene banalizzata la sua intensità. Televisione e media in genere la stanno usando scopi commerciali, approfittando della fame che ne hanno le persone. Così quando si leggerà la poesia della Browning, COME TI AMO, ci sarà qualcuno che dirà: ma questa poesia non è della Browning, è di Roger Rabbit. L'ha scritta per la sua Jessica! E ci sarà chi riderà per la stranezza della cosa, senza entrare nel merito della poesia stessa di Elisabeth.
    Oh....esempi come questo ce ne sono tanti....
    Altra storia, invece è trovare poesia in un testo di prosa. Ho amici che hanno uno stile di scrittura molto poetico e coinvolgente, a volte leggendo dei racconti, mi ritrovo a sorridere, sottolineando dei passaggi veramente intensi.
    Anche l'Odissea di Omero, trovo sia un testo molto poetico, per esempio: io ne ricordo ancora dei brani letti da Ungaretti, in occasione delle trasmissioni dello sceneggiato televisivo.
    Non vorrei pensassi che ritengo la poesia riservata a pochi eletti: tutt'altro. La poesia va diffusa, ma nelle forme più appropriate e soprattutto mettendo bene in chiaro quello che è.
    Carla

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  2. Mai voluto diffondere la poesia, lo giuro!
    E' che mi piace trovarla nei posti più improbabili, dove le consuetudini borghesi non tollerano che esista.
    Hai notato che la poesia ed i poeti non scandalizzano più nessuno? Niente poeti maledetti,nè bordelli , assenzio o cocaina,nessun Baudelaire o Verlaine, al massimo il ministro Bondi...

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  3. Per questo mi fa impazzire GiuseppeCesaro, è al di là, o al di qua, di tutte le convenzioni, quando scrive, per esempio:

    "non ho soldi per scrivere"

    non avevo mai pensato che servissero soldi per scrivere, ed invece sì che ci vogliono, eccome, ed infatti GCp non scrive più il suo caotico e, a volte, poetico, blog. Gli tocca chiedere ospitalità alla Ravera ed inventarsi una comica, ma non per Lidia, guerra con i suoi stupefatti lettori.
    P.S. Mi sembra di aver capito che GCp non riesca più ad entrare sul suo blog, non è la cosa più orribile che possa capitare?
    Sopratutto per la Ravera... eheheh!!

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