giovedì 23 maggio 2013

Derek Walcott, A SEA-CHANTEY, da Mappa del Nuovo Mondo, Adelphi, trad. Barbara Bianchi






Anguilla, Adina,
Antigua, Cannelles,
Andreuille, tutte le l,
Voyelle, delle liquide Antille,
nomi che tremano come aghi
di fregate all'ancora,
panfili tranquilli come gigli,
in porti di calmo corallo,
le chiglie agili d'ebano
delle golette che cuciono gli stretti,
gli aghi degli alberi maestri
che infilano arcipelaghi
rifratto ricamo
nelle acque febbrili
delle isole del navigante,
le loro palme tosate, recline,
asta di Odisseo,
ciclopici vulcani,
stridono le loro storie,
nella pace di un verde ancoraggio
la Flight e la Phyllis,
tornate dalle Grenadine,
nomi iscritti in questo giorno di festa
nel registro della capitaneria;
i loro nomi di battesimo
le liquide lettere del mare,
Repos donnez a cils...
ed i loro carichi smaglianti
di carbone  e arance,
quieta, la furia delle loro funi.
Albeggia l'alba
sull'acqua verde cromo,
i bianchi aironi dei panfili
sono alla comunione domenicale,
le storie delle golette
sono mormorate in corallo,
i loro carichi di spugne
su arenili di isolotti,
brigantini bianchi come il bianco sale
dell' acre St. Maarten,
chiglie incrostate di cirripedi,
stive appestate da grandi tartarughe,
i cui mozzi hanno visto
l'ansimare blu del Leviatano,
gente di mare
cristiana ed intrepida.

Ora un apprendista si lava le guance
con acqua salata e luce di sole.

In mezzo al porto
un pesce rompe il giorno di riposo
con un guizzo argentato.
Le squame gli cadono
in un tintinnio di campane;
le strade della città sono d'arancio
per la luce del sole maturata in settimana,
un equilibrio sul bompresso
un giovane marinaio suona
il canto di suo nonno
su una tremante armonica;
la musica ripiega su se stessa, scemando
come fumo da galee blu,
per dissolversi vicino alle montagne.
La musica si dispiega con
le morbide vocali delle insenature,
il battesimo di vascelli,
i documenti di viaggio,
i colori delle uve marine,
l'asprezza dei mandorli marini,
l'alfabeto delle campane,
la pace di bianchi cavalli,
i pascoli dei porti,
la litania delle isole,
il rosario degli arcipelaghi,
Anguilla, Antigua,
Vergine di Guadeloupe,
e bianca-di pietra Grenada
di luce solare e colombi,
l'amen di acque calme
l'amen di acque calme,
l'amen di acque calme.






venerdì 17 maggio 2013

Anche le poesie hanno i loro bisogni...



The poem wants a drink
by Karen Glenn

Durante il seminario, gli studenti analizzano
ciò che ogni poesia vuole, ciò che
vorrebbe essere. Bene, questa poesia è
una perdigiorno con scarse ambizioni. Vuole solo
un drink.

A questa poesia non frega nulla
di rime o ragioni. Essa soltanto canta
stonando. Non ha ritmo
nel jukebox dell'anima.
E' cresciuta senza simboli.
Non sa cosa sia un'assonanza.
Dàlle lezioni di mambo e nemmeno
imparerà a danzare. Non ha neanche
una stanza con un lirico pedigree.
E' tardi e sempre più tardi e questa poesia
vuole un drink.

Chiamala scialba e stanca. Chiamala persino
un cliche. Questa poesia ha vissuto abbastanza
per sapere esattamente cosa significa
dire: Non essere spilorcia
col whiskey, baby.
......Sì, la notte
è stata crudele, e questa poesia
vuole un drink.

Traduzione di Ipazia

http://www.tnellen.com/cybereng/poetry/drink.html



martedì 14 maggio 2013

da THE SCHOONER FLIGHT , Out of the Dephts, di Derek Walcott, trad. A. Panciroli







Next day, dark sea. A arse-aching dawn.
“Damn wind shift sudden as a woman mind.”
The slow swell start cresting like some mountain range
with snow on the top.
                               “Ay, Skipper, sky dark!”
“This ain’t right for August.”
                                  “This light damn strange,
this season, sky should be clear as a field.”

A stingray steeplechase across the sea,
tail whipping water, the high man-o’-wars
start reeling inland, quick, quick an archery
of flying fish miss us! Vince say: “You notice?”
and a black-mane squall pounce on the sail
like a dog on a pigeon, and it snap the neck
of the Flight and shake it from head to tail.
“Be Jesus, I never see sea get so rough
so fast! That wind come from God back pocket!”
“Where Cap’n headin? Like the man gone blind!”
“If we’s to drong, we go drong, Vince, fock-it!”
“Shabine, say your prayers, if life leave you any!”

I have not loved those that I loved enough.
Worse than the mule kick of Kick-’Em-Jenny
Channel, rain start to pelt the Flight between
mountains of water. If I was frighten?
The tent poles of water spouts bracing the sky
start wobbling, clouds unstitch at the seams
and sky water drench us, and I hear myself cry,
“I’m the drowned sailor in her Book of Dreams.”
I remembered them ghost ships, I saw me corkscrewing
to the sea bed of sea worms, fathom pass fathom,
my jaw clench like a fist, and only one thing
hold me, trembling, how my family safe home.
Then a strength like it seize me and the strength said:
“I from backward people who still fear God.”
Let Him, in His might, heave Leviathan upward
by the winch of His will, the beast pouring lace
from his sea-bottom bed; and that was the faith
that had fade from a child in the Methodist chapel
in Chisel Street, Castries, when the whale-bell
sang service and, in hard pews ribbed like the whale,
proud with despair, we sang how our race
survive the sea’s maw, our history, our peril,
and now I was ready for whatever death will.
But if that storm had strength, was in Cap’n face,
beard beading with spray, tears salting his eyes,
crucify to his post, that nigger hold fast
to that wheel, man, like the cross held Jesus,
and the wounds of his eyes like they crying for us,
and I feeding him white rum, while every crest
with Leviathan-lash make the Flight quail
like two criminal. Whole night, with no rest,
till red-eyed like dawn, we watch our travail
subsiding, subside, and there was no more storm.
And the noon sea get calm as Thy Kingdom come




Il giorno appresso, il mare è scuro. Un' alba da strizzarti il culo.
" E questo vento maledetto che gira impazzito come il cervello di una donna".
Ondate lente che iniziano a frangere, sembrano le cime innevate
di una catena di monti.
                                  " Ehi, Comandante, il cielo è nero!"
"Non va bene in Agosto."
                               " Questa dannata luce così strana,
in questa stagione il cielo dovrebbe essere  chiaro come un campo"
Una razza velenosa galoppa e salta tra le onde,
la coda che sferza l'acqua,  in cielo gli albatross
con ampi giri fuggono veloci verso l'entroterra, e veloce
un nugolo di pesci volanti quasi ci piglia! Vince dice :" Hai visto?"
e un groppo di vento dalla nera criniera piomba sulle vele
come un cane su un piccione, e azzanna al collo
il Flight e lo scuote da capo a piedi.
" Gesù mio, non ho mai visto un mare diventare così mosso
e così in fretta! Quel vento arriva dalla tasca posteriore di Dio!"
"Dove ci porta il Capo? Sembra cieco!
Se dobbiamo schiattare, schiattiamo, Vince, fanculo!"
" Shabine, recita le tue preghiere, se ne hai ancora in serbo!"

Non ho amato abbastanza quelli che ho amato
Peggio del calcio di mulo del Kick-’Em-Jenny Channel
la pioggia  cade a scrosci sul Flight tra
vere montagne d'acqua. Se avevo paura?
I picchetti da tenda delle trombe marine che sorreggono il cielo
ondeggiano e tremano, le cuciture delle nuvole si strappano
e la pioggia  ci inzuppa e sento me stesso gridare:
"Sono il marinaio affogato nel suo Book of Dreams"
Ricordai loro delle navi fantasma, mi vedevo sprofondare
verso il fondo del mare pieno di vermi di mare, metro dopo metro,
la mascella tesa come un pugno, e soltanto una cosa
mi trattiene, mentre tremavo, la mia famiglia a casa, al sicuro.
Poi una forza simile a quella mi afferra e mi dice:
"Io vengo da gente semplice che ancora teme Iddio."
Fa che Egli, nella Sua potenza, salpi, con l' argano
della Sua volontà ,il Leviatano, quella bestia che sputa fuori
merletti dal suo letto sul fondo del mare; e quella era la fede
che un bambino aveva visto svanire nella chiesa metodista
di Chisel street, a Castries, quando la campana della baleniera
chiamava alla messa e, sulle panche dure come costole di balena,
cantavamo, con furia disperata, di come la nostra razza 
sopravviva alle fauci del mare,  della nostra storia e dei pericoli,
ed ora  ero pronto  a qualunque cosa la morte volesse.
Ma se quella tempesta aveva una forza, era tutta sul volto del Capitano,
la barba gocciolante di spruzzi, lacrime di sale negli occhi,
crocifisso al suo posto, quel negro aggrappato ben stretto
al timone, Dio mio! come Gesù sulla croce,
ed i suoi occhi feriti  sembravano piangere per noi,
ed io che lo nutro a Rum bianco mentre ogni cresta d'onda
con la sferza del Leviatano fa tremare il Flight
come i due ladroni. L'intera notte, senza riposo
con gli occhi rossi come l'alba, ma ora vediamo il nostro calvario
placarsi, è placato, la tempesta svanire, è svanita.
E il mare di mezzogiorno si calma mentre viene il Tuo Regno.



















domenica 5 maggio 2013

Mi piacerebbe un amore bilingue



You called me corazón
by Sandra Cisneros

Fu sufficiente
perchè ti perdonassi.
Per liberare la tigre
dalla sua cella.

Mi chiamasti corazón
giusto un istante prima
che riattaccassi.

La tua voce piccola.
Il caldo dei tuoi occhi,
come avrei voluto 
baciarli entrambi

Dicesti corazón
e quella parola sfolgorò
come un ramo di jacaranda.

Traduzione di Ipazia

That was enough
for me to forgive you.
To spirit a tiger
from its cell.

Called me corazón
in that instant before
I let go the phone
 back to its cradle.

Your voice small.
Heat of your eyes,
how I would've placed
a mouth on each.

Said corazón
and the word blazed
like a branch of jacaranda.








sabato 4 maggio 2013

How a Poem is Written by Michael T. Young, trad. A. Panciroli


 Grazie alla cortesia di Michael T. Young , pubblichiamo la traduzione de HOW A POEM IS WRITTEN.
 Potete trovare l' originale della poesia sul blog di Adele,  http://adelekenny.blogspot.it/


Michael T. Young



COME SI SCRIVE UNA POESIA



1.   Sparpagliate un mucchio di parole su una pagina.
2.   Rielaborate le astrazioni non necessarie in metafore.
3.   Eliminate le metafore non necessarie.
4.   Inserite qualche virgola, delle virgolette e qualche punto e virgola.
5.   Abbreviate qualche frase troppo lunga.
6.   Allungate qualche frase troppo corta.
7.   Spostate due parole dal primo verso nel secondo verso.
8.   Una parola dal quinto verso spostatela invece nel sesto.
9.   Cancellate qualche virgola e cambiate i punto e virgola in punto.
10. Allungate di nuovo le frasi che avevate accorciato.
11. Le frasi lunghe che avevate accorciato allungatele di nuovo.
12. Fate diventare l'ultimo verso il penultimo, e scrivete un nuovo verso per
      la conclusione.
13. Cancellate le due parole modificate nel secondo verso perché richiedono
      un nuovo verbo ed una nuova versificazione dal verso 2 al verso 8.
14. Inserite una nuova metafora nel verso 13, il che vi obbliga a spostare tre
      parole nel verso 14 e una nuova versificazione dal verso 15 al 20.
15. Accorciate di nuovo le 2 frasi lunghe che avevate accorciato e poi 
      allungato di nuovo.
16. Invece di versi di circa dieci sillabe, rielaborate il tutto in modo
      da ottenere circa sei o sette sillabe per verso.
17. Questa è veramente una cattiva idea, rielaborate tutto per ottenere circa
      quindici sillabe per verso.
18. Anche questa è una cattiva idea, riportate tutto a circa dieci sillabe.
19. Passate un giorno intero a pensare se sia meglio che la poesia sia 
      strutturata in decasillabi sciolti o invece in versi liberi.
20. Togliete tutta la punteggiatura.
21. Cambiate il titolo cinque volte al giorno.
22. Rimettete la punteggiatura tranne le virgolette.
23. Inserite qualche nome di località per il sentire locale.
24. Togliete tutti i nomi tranne uno perché stridono con il resto.
25. Fate una croce dal primo verso fino al penultimo verso.
26. Riprendete l'ultimo verso, fatelo diventare il primo, e iniziate a 
      scrivere la poesia.



Michael T. Young was born in Reading, PA.  He moved to New York City in 1990.  He has published three collections of poetry: Transcriptions of Daylight (Rattapallax Press), Because the Wind Has Questions (Somers Rocks Press), and Living in the Counterpoint (Finishing Line Press).  He received a fellowship from the New Jersey State Council on the Arts and was twice nominated for a Pushcart Prize.  He received a William Stafford Award and the Chaffin Poetry Award.  His work has appeared or is forthcoming in numerous print and online journals including Coe Review, BigCityLit, Fogged Clarity, Off the Coast, The Potomac Review, and The Raintown Review..  His work is also in the anthologies Phoenix Rising, Chance of a Ghost, In the Black/In the Red and forthcoming in Rabbit Ears: TV Poems.  He lives with his wife and children in Jersey City, New Jersey.

( dal sito Web di M.T. Young)

mercoledì 1 maggio 2013

As You Come Over the Hill by Charles Simic | The New York Review of Books, trad. A. Panciroli

As You Come Over the Hill by Charles Simic | The New York Review of Books




Vedrai mucche al pascolo in un campo
o magari una tartaruga o un pollo
attraversare la strada nei loro giorni oziosi
ed un laghetto dove una volta un ragazzo
gettò una ragazza che non sapeva nuotare.

E molti grandi aceri e querce che
offrono un ampia ombra ove sdraiarsi
e i loro rami  da cui penzolare,
anche tu dovresti desiderare
quei pomeriggi oziosi e quelle sere.

Quando qualcosa dice agli uccelli di tacersi
e all'unico lampione del paese
di attrarre un piccolo gruppo di falene
e la grande vecchia villa messa in vendita
con alcune delle sue finestre ormai in frantumi..