lunedì 31 agosto 2015

Jago mi sta aspettando così gli regalo questa ipnotica poesia

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AMO IL CALDO di Ipazia  (23.06.15 L'ho scritta perchè fa freddo)

Amo il caldo, quello che ti strema
che imperla col sudore la tua fronte
che impregna le camicie immantinente
che solleva il tuo sguardo all'orizzonte
languido sul finire di quel fronte
delle nuvole e del mondo lì di fronte
che ti fa desiderare il non far niente
che ti leva i tuoi pensieri dalla mente
che comunque pensarci a niente serve
che tanto il tuo corpo non ti mente
che dice: amo il caldo, quello che ti strema
che imperla col sudore la tua fronte
che impregna la tua vita immantinente
che leva pesantezza alla tua mente
che tutto è già perfetto lì al presente
di fronte ai tuoi piedi discendente
la strada che ti porta verso il niente
il niente di quel caldo che ti strema
che aggiunge levità alle tue scelte
che anzi ti ripete: scelte niente
niente corrucciamenti, niente sponde
rocciose e dure di norma abitualmente
che urtan le tue ginocchia di frequente
e lividi ti portan sulle gambe
le stesse che ti dicon: amo il caldo
quello che ti strema
che imperla col sudore la tua fronte
impopolare assai tra l'altra gente
che sale l'erta e impreca irosamente
e tu da sola contro il fronte
di tutta quella gente delirante
ripeti e ti ripeti stancamente
giacchè il caldo è tanto e dirompente
amo il caldo, quello che ti strema
che imperla col sudore la tua fronte
e che m'importa se son sola
in questo mar di noia abbindolante
io voglio così e così m'esalto
nella languidezza di quest'ore
che a niente portan e niun frutto danno
e che ti fan ripeter nell'incanto
del non avere colpe, niente fallo
nessun errore, nessun danno, niente
niente rimorsi, ombre, niente affanno
tutto perfetto, tutto limato, eterno
amo il caldo, quello che ti strema
che imperla col sudore la tua fronte
che ti fa desiderare il non far niente
che ti leva i tuoi pensieri dalla mente.

domenica 30 agosto 2015

Bleecker Street, Summer by Derek Walcott : The Poetry Foundation, trad. A. Panciroli

                      Bleecker Street, Summer by Derek Walcott : The Poetry Foundation


Summer for prose and lemons, for nakedness and languor,
for the eternal idleness of the imagined return,
for rare flutes and bare feet, and the August bedroom
of tangled sheets and the Sunday salt, ah violin!



Estate per  prosa e limoni, per nudità e languore,
per l'eterna pigrizia dell' immaginato ritorno,
per flauti rari ed i piedi scalzi, e in agosto la stanza da letto
di lenzuola stropicciate e di sale della domenica, ah violino!

Quando spremo i tramonti estivi,  è un mese
di fisarmoniche di strada e irrigatori che
bagnano la polvere, piccole ombre che si allontanano.

E' l'inizio e la fine della musica, Italia mia, su Bleecker,
ciao, Antonio,  e le grida d'acqua dei bambini
stracciano  il cielo colorato di rosa in ruscelli di carta;
è il crepuscolo nelle narici e nell'odore dell'acqua
lungo strade piene di rifiuti che non portano acqua
ed in mente un raduno di isole e limoni.

E questo è l'Hudson, come un mare ardente.
Ti spoglierei  nella torrida estate
e riderei e asciugherei la tua carne bagnata se mai verrai.



Ma vedi anche la traduzione. di Matteo Cioli:

L’estate per la prosa e i limoni, per la nudità e il languore,
per l’eterna indolenza del ritorno immaginato,
per i rari flauti e i piedi scalzi, e la stanza da letto in agosto
dalle lenzuola arruffate e il sale della domenica, ah violini!

‘Quando premo i crepuscoli estivi insieme, è
un mese di fisarmoniche di strada e spruzzatori
che adagiano la polvere, piccole ombre che fuggono da me.


E’ musica che si apre e si chiude, Italia mia, su Bleecker,
ciao, Antonio, e le grida d’acqua dei bambini
che strappano il cielo rosa in rivoli di carta;
è il crepuscolo nelle narici e nell’odore dell’acqua
lungo strade imbrattate che non ti portano all’acqua,
e isole e limoni raccolti nella mente.

‘Laggiù c’è l’Hudson, in fiamme come il mare.
Ti spoglierei nell’afa estiva, e riderei e asciugherei
la tua pelle bagnata se mi venissi a trovare.



*



lunedì 24 agosto 2015

ILINCA POPESCU, Unbounded Love Poem, Trad Alessandro Panciroli


UNBOUNDED LOVE POEM




First (or last)
there is C.
whom I am dating
now
but before (and still)
there is Z.
even though
he’s still in Berlin
and then (but definitely
not now)
there is E.
whom I saw
for the first time
in two years
in North Carolina
(at the coffee shop
of our first date
over the black coffees
of our first date)
even though I
was still with C.
and E. and I (me)
agreed
that maybe someday
we would try again
even though she
too,
is with somebody else.
But my friend
(who’s also pining)
(who’s also another)
told me that
connections
once made
are never broken
and that
time
is a social construct
and like nothing
is truly straightforward
time is really
circular
and cyclical
and parallel
and so
here
is C. beside me
practicing her kajukenbo
her hair
falling across her face
and
here is E.
and the blue heron
we saw fly
over the flooded river
the day she told me
she loved me
and here
and now
is Z.
and the sweating summer day
we ran
through the twelve-story
Unisphere fountain,
holding hands.

——
Prima(o ultima)
c'è C.
con cui sto uscendo
ora
ma prima (e ancora)
c'è Z.
sebbene
lei sia ancora a Berlino
e poi (ma sicuramente
non adesso)
c'è E.
che ho visto
per la prima volta
due anni fa
in North Carolina
(al negozio di caffè
del nostro primo appuntamento
sopra il caffè nero
del nostro primo appuntamento)
anche se io
stavo ancora con C.
ed E. ed io
ero d'accordo
che forse un giorno
ci sarebbe piaciuto tentare di nuovo
sebbene anche
lei
stia con qualcun altra.
Ma la mia amica
(anche lei si strugge)
(che è anche un altra)
Mi ha detto che
i legami
una volta fatti
non si spezzano
e che
il tempo
è un costrutto sociale
e come  niente
è veramente semplice
il tempo è davvero
circolare
e ciclico
e parallelo
e così
Qui
accanto a me c'è C.
a praticare la sua kajukenbo (1)
i  capelli le cadono
 sul viso
ed
ecco E.
e l'airone azzurro che
abbiamo visto volare
sopra il fiume in piena
il giorno in cui mi ha detto
 che mi amava
e qui
e adesso
è Z.
e quel giorno d'estate quando
sudate corremmo
per i dodici piani della
Fontana Unisphere, (2)
tenendoci per mano.


 (!) Kajukenbo. It is a practical and beautiful martial art that combines the best techniques and training methods of five traditional martial arts systems.
The name KAJUKENBO was created by combining the first few letters of each style: KA (Karate), JU (Judo and Jujitsu), KEN (Kenpo), and BO (Chinese boxing).

(2) The Unisphere is a 12-story high, spherical stainless steel representation of the Earth. Located in Flushing Meadows–Corona Park in the borough of Queens, New York City, the Unisphere is one of the borough's most iconic and enduring symbols.


ILINCA POPESCU is a femme Romanian immigrant living in Oakland, CA. She studied creative writing at Warren Wilson College and believes in hot pink dinosaur earrings and feminist solidarity politics. Some of her previous work can be found in Lunch Ticket, and she can be contacted at a.ilinca.pop@gmail.com






domenica 23 agosto 2015

da SPLEEN! MILZA! Tradurre poesia.



Una selezione di articoli sulla poesia e sulla traduzione letteraria  tratta dal nostro  sito


                                              SPLEEN?MILZA! TRADURRE POESIA







Da WORDS without BORDERS , ONOMASTICON, A hidden gem of Romanian literature, unknown abroad and a specialized taste at home, Mircea Horia Simionescu’s Onomasticon offers English-language readers a festival of delight.                  

A Capannori, un piccolo paese a pochi km da Lucca, si terrà dal 24 al 31 Agosto il XI  Festival Shakespeare.
 Lo Shakespeare Festival nasce da un’idea dell’associazione culturale Next Artists, compagnia teatrale amatoriale senza fini di lucro diretta dalla prof. Antonella Padolecchia, che promuove da oltre venti anni la cultura e la lingua inglese attraverso la rappresentazione dei grandi classici della letteratura inglese in lingua originale.
Ulteriori info sul sito http://www.festivalshakespeare.it/

Quando Giosuè Carducci correggeva i compiti di Giovanni Pascoli: il documento ritrovato per caso in una biblioteca nel viterbese:
 "Giovanni Pascoli era uno studente universitario a Bologna, e quel giorno aveva un compito in classe, una traduzione dal greco per il corso del Professore Giosuè Carducci. Il voto riportato, come si usava una volta con la matita blu: "Molto bene".
 Si tratta di un testo importantissimo ritrovato per caso da un docente di musica nel 
 Ma vedi anche la lettera del del prof. Matteo Pellegrini  Catania University secondo cui si tratterebbe solo di un eccellente falso!




 Nel EL PORNO TAMBIEN SE TRADUCE  viene affrontato il tema della traduzione dei termini "porno".
 Esistono infatti glossari, dizionari, forum sul Web relativi alla traduzione di qualsiasi tipo di linguaggio specializzato (medico, giuridico...etc) però non ce ne sono relativi alla tematica sessuale.






  




                                           










                                           




sabato 22 agosto 2015

Night In The Gardens Of Port Of Spain - Poem by Derek Walcott, trad. Alessandro Panciroli




                              Night In The Gardens Of Port Of Spain


from National Geographic



Night, the black summer, simplifies her smells
into a village; she assumes the impenetrable

musk of the negro, grows secret as sweat,
her alleys odorous with shucked oyster shells,

coals of gold oranges, braziers of melon.
Commerce and tambourines increase her heat.

Hellfire or the whorehouse: crossing Park Street,
a surf of sailor's faces crest, is gone

with the sea's phosphoresence; the boites-de-nuit
tinkle like fireflies in her thick hair.

Blinded by headlamps, deaf to taxi klaxons,
she lifts her face from the cheap, pitch oil flare

toward white stars, like cities, flashing neon,
burning to be the bitch she must become.

As daylight breaks the coolie turns his tumbril
of hacked, beheaded coconuts towards home.


La notte, nera estate, semplifica i suoi odori
in un villaggio; assume l'impenetrabile afrore

muschiato del negro, diventa segreta come  sudore,
i suoi vicoli sanno di  gusci d'ostriche sgusciati.

di braci d'arance dorate, di bracieri di meloni.
Commerci e tamburelli  la rendono più calda.

Fuoco infernale o forse il bordello, un'onda di
facce da marinaio s'infrange traversando Park Street,

se ne va  con la fosforescenza del mare, le boites de nuit (1)
come lucciole risplendono nell'intrico dei suoi capelli.

Accecata dai fanali , sorda ai clacson dei taxi,
solleva il volto dalla volgare  fiamma del petrolio

verso  stelle bianche come città,verso il bagliore dei neon,
bruciando dalla voglia di essere la puttana che diventerà.

Al sorgere del sole, il coolie volge verso casa
il suo carretto di noci di cocco tagliate con l'accetta.


 ____________________________________________________

(1) Night club


                                                              Traduzione di Alessandro Panciroli





sabato 15 agosto 2015

LA BROELLA, una vecchia bellissima "poesia" di Dan Ar Braz, dedicata ai marinai bretoni scomparsi in mare...


"Oltre duemila migranti sono morti quest’anno nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere le coste europee."


Da tempo volevo dedicare questa vecchia canzone del cantautore bretone Dan Ar Braz, ispirata dal rito funebre  della Broella  dedicato ai  marinai dispersi in mare dell'isola di Ouessant , alle migliaia di migranti affogati nel Mediterraneo...




Nel cimitero presso la chiesa di Lampaul ( Ouessant) si trova il piccolo monumento della  proëlla che ricorda il pesante tributo pagato al mare dagli abitanti di Ouessant. I marinai dispersi in mare non potevano essere sepolti in terra consacrata, una piccola croce di cera simbolizzava i loro corpi.
Si chiama la proëlla, termine che designa  contemporaneamente e la croce che rimpiazza il disperso ,e la stessa cerimonia funebre. Si veglia la croce prima che sia portata in processione alla chiesa. Dopo la messa dei defunti, la proëlla viene posta in un urna di legno situata dietro l'altare .
Viene poi portata al cimitero in occasione di una visita  del Vescovo o di un sacerdote.







Mont'ran dit kehid-all
Ha ken tost da ene
Selaou'ran en noz-dall
Eostin'ran da hunvre
Goulou an tour-an
kalon ar vuhez
A bed an anaon
kas'pell hon ene

Kalon digor er mor
ken leun a vuhez
Laosket en donder
Tre daouarn an noz



giovedì 13 agosto 2015

, a poem by Sam Ross. A FEAST OF DISTANCE AND AIR, trad. Alessandro Panciroli

                                      
                                                 A FEAST OF DISTANCE AND AIR








At the church of San Francisco
I lose my companion.
This morning on the red bed

I asked how to do anything
without doing damage.
I had a need

for ritual, wishing
to place blood and milk
in corners, bless keys

and feathers, choose
which cardinal direction
to face in sleep and sex.

In the parking lot
I get too lost in little videos.
A man directs cars.

See how devotion
enshrines even
the very recent past?

This one: dusked view
of the volcanic lake,
empty house embraced

by risen water, barking dog
on the porch—pacing—
the lights still on.

Presso la chiesa di San Francesco
Perdo il mio compagno .
Questa mattina sul letto rosso

mi chiedevo come fare qualsiasi cosa
senza fare danni .
Avevo bisogno
                                                                                                           
di un rituale,  volevo
mettere agli angoli sangue e
latte, volevo benedire                                                                                     

chiavi e  piume, scegliere 
in quale direzione cardinale
fronteggiare sonno e sesso

Nel parcheggio
mi sono perso in piccoli video.
Un uomo guida le auto.

Vedi come la devozione
conserva anche 
il passato più recente?

Questo: panorama al tramonto
del lago vulcanico
la casa casa vuota abbracciata 

dall'acqua che sale, il cane che abbaia
 irrequieto sulla  veranda , 
le luci ancora accese.


domenica 9 agosto 2015

Derek Walcott, MIDSUMMER- TOBAGO, Trad. Alessandro Panciroli







                                  

  

                                             MIDSUMMER TOBAGO


Broad sun-stoned beaches

White heat.
A green river.

A bridge,
scorched yellow palms

from the summer-sleeping house
drowsing through August.

Days I have held,
days I have lost,

days that outgrow, like daughters,
my harbouring arms.



Vaste spiagge strafatte dal sole

Calor bianco
Un fiume verde

Un ponte
palme gialle bruciate

dal capanno sulla spiaggia

sonnecchiavo  tutto Agosto

Giorni che ho fermato
giorni che ho perduto

giorni che oltrepassano ,come  figlie,
il porto delle mie braccia.












sabato 8 agosto 2015

Federico Garcia Lorca, ROMANCE DE LA LUNA , LUNA,


  Tratto da ROMANCERO GITANO




ROMANCE DE LA LUNA

                                                                                                         a Conchita García Lorca

La luna vino a la fragua
con su polisón de nardos.
El niño la mira mira.
El niño la está mirando.

En el aire conmovido
mueve la luna sus brazos
y enseña, lúbrica y pura,
sus senos de duro estaño.

Huye luna, luna, luna.
Si vinieran los gitanos,
harían con tu corazón
collares y anillos blancos.

Niño déjame que baile.
Cuando vengan los gitanos,
te encontrarán sobre el yunque
con los ojillos cerrados.

Huye luna, luna, luna,
que ya siento sus caballos.
Niño déjame, no pises,
mi blancor almidonado.

El jinete se acercaba
tocando el tambor del llano.
Dentro de la fragua el niño,
tiene los ojos cerrados.

Por el olivar venían,
bronce y sueño, los gitanos.
Las cabezas levantadas
y los ojos entornados.

¡Cómo canta la zumaya,
ay como canta en el árbol!
Por el cielo va la luna
con el niño de la mano.

Dentro de la fragua lloran,
dando gritos, los gitanos.
El aire la vela, vela.
el aire la está velando.




La luna venne alla fucina
con il suo corpetto  di lavanda.
Il bimbo la guarda, la guarda.
Il bimbo la sta guardando.

Nell’aria immota
la luna muove le sue braccia
e mostra, lubrìca e pura,
i suoi seni di duro stagno.

Fuggi luna, luna, luna.
Se venissero i gitani
farebbero col tuo cuore
collane e anelli bianchi.

Bimbo, lasciami ballare.
Quando verranno i gitani,
ti troveranno sopra l’incudine
con gli occhietti chiusi.

Fuggi luna, luna, luna
che già sento i loro cavalli.
Bimbo lasciami, non calpestare
il mio biancore inamidato.

Il cavaliere si avvicina
battendo il tamburo della piana.
nella forgia il bimbo
ha gli occhi serrati.

Per l’uliveto venivano,
bronzo e sogno, i gitani.
le teste sollevate
e gli occhi socchiusi.

Come canta la civetta,
oh, come canta sull’albero!
Nel cielo va la luna
con un bimbo per mano.


Nella forgia piangono,
mandan grida, i gitani.
L’aria la veglia, veglia.
L’aria la sta vegliando.


martedì 4 agosto 2015

Charles Simic, A Book Full of Pictures, trad. A. Pancirolli

                             




 A Book Full of Pictures



Father studied theology through the mail
And this was exam time.
Mother knitted. I sat quietly with a book
Full of pictures. Night fell.
My hands grew cold touching the faces
Of dead kings and queens.

There was a black raincoat
      in the upstairs bedroom
Swaying from the ceiling,
But what was it doing there?
Mother's long needles made quick crosses.
They were black
Like the inside of my head just then.

The pages I turned sounded like wings.
"The soul is a bird," he once said.
In my book full of pictures
A battle raged: lances and swords
Made a kind of wintry forest
With my hearth spiked and bleeding in its branches.






Un libro di figure

Mio padre studiava teologia per posta
ed era giunto il momento degli esami.
Mia madre sferruzzava. Io sedevo in silenzio con un libro
pieno di figure. Cadde la notte.
Le mani mi diventavano fredde sfiorando i volti
di re e regine morti.
C'era un impermeabile nero
al piano di sopra
che pendeva dal soffitto.
Ma cosa ci faceva là?
Mia madre faceva rapida croci all'uncinetto
Erano nere
come l' interno della mia testa proprio in quel momento
Le pagine che giravo risuonavano come ali
" L' anima è un rondine", disse una volta.
Nel mio libro pieno di figure
infuriava una battaglia: lance e spade
creavano una specie di foresta gelida
col mio cuore trafitto e sanguinante tra i rami.




lunedì 3 agosto 2015

HOLIDAYS


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Dear friends, I leave you for sometimes. Here is an aphorism by Oscar Wilde that could be suitable for this little goodbye.

"Indeed I have always been of the opinion that hard work is simply the refuge of people who have nothing to do."

sabato 1 agosto 2015

Desafinado...

Quando eu vou cantar, você não deixa 
E sempre vêm a mesma queixa 
Diz que eu desafino, que eu não sei cantar 
Você é tão bonita, mas tua beleza também pode se enganar









Se você disser que eu desafino amor
Saiba que isto em mim provoca imensa dor
Só privilegiados têm o ouvido igual ao seu
Eu possuo apenas o que Deus me deu

Se você insiste em classificar
Meu comportamento de anti-musical
Eu mesmo mentindo devo argumentar
Que isto é Bossa Nova, isto é muito natural

O que você não sabe nem sequer pressente
É que os desafinados também têm um coração
Fotografei você na minha Rolley-Flex
Revelou-se a sua enorme ingratidão

Só não poderá falar assim do meu amor
Este é o maior que você pode encontrar
Você com a sua música esqueceu o principal
Que no peito dos desafinados
No fundo do peito bate calado
Que no peito dos desafinados também bate um coração



Se dici che sono stonato nell'amore 
Sappi che mi provochi un immenso dolore 
Solo i privilegiati hanno un orecchio (musicale) pari al tuo 
Io ho solo quello che Dio mi ha dato

Se tu insisti nel classificare 
Il mio comportamento come antimusicale 
Io, a costo di mentire, devo rispondere 
Che questa è bossa nova
Che è molto naturale 
Quel che tu non sai, e neppure immagini, 
E' che anche gli stonati hanno un cuore

Ti ho fatto una foto con la mia Rolleiflex 
Che ha mostrato una enorme ingratitudine 
Ma non potrai parlare così del mio amore 
E' la cosa più grande che potrai mai incontrare 
Con la tua musica hai dimenticato la cosa principale, 
Che nel petto degli stonati, 
Batte in silenzio, proprio in fondo
Anche nel petto degli stonati 
Batte un cuore!







Charles Baudelaire, À Celle qui est trop gaie...








À Celle qui est trop gaie
Ta tête, ton geste, ton air
Sont beaux comme un beau paysage; 
Le rire joue en ton visage 
Comme un vent frais dans un ciel clair.