mercoledì 30 dicembre 2015

Il miglior post del 2015 per Jago: GENT DA LA GRAVA (Spilumberc) di Novella Cantarutti



Novella Cantarutti



Gent da la Grava (Spilumberc)


Li’ gravi’ a’ bévin
il sarègn da l’aga
 tal Tilimìnt,
e ta li’ pièri strachi’
dal cjscjel
al duàr un altri timp.
Gent da la Grava
ingenoglada in Domo,
là che i arcs
a’ son ali’ di ànzai granc’
e i sans flurîs in coru
intôr l’altâr
a’ vèglin
tuna lûs verda di aga.

Gente della Grava (Spilimbergo).
 Le ghiaie bevono / il sereno dell’acqua / nel Tagliamento,/ e nelle pietre stanche / del castello / dorme un altro tempo./ Gente della Grava,/ inginocchiata in Duomo,/ dove gli archi / sono ali grandi d’angelo / e i santi fioriti in coro / intorno all’altare, / vegliano / in una luce verde d’acqua
                                                   Novella Cantarutti

martedì 29 dicembre 2015

CInzia de Renziis, PASSEGGERI IN METRO



Cinzia de Renziis





PASSEGGERI IN METRO


Seduta in metro di fronte a me seduti in quei quattro posti...quattro persone. ..

un'anziana con le scarpe da uomo e le mani affaticate. ..due adolescenti con i loro

 sorrisi. ..dispetti...animano il vagone....quella ragazza vicino bella ..vestita 

bene...per il senso d 'appartenenza...ma piange

..e infine quel bel signore ..che come me osserva...gli avvenimenti. ..e chissà se 


come me pensa al suo ...a quanto di bello lo sta aspettando. ..e di quanto è        colmo 

il vagone delle 20.05  di sentimenti ed emozioni. .





giovedì 24 dicembre 2015

COMING TO THIS


Risultati immagini per PAESAGGIO CON NEVE


COMING TO THIS
by Mark Strand

We have done what we wanted.
We have discarded dreams, preferring the heavy industry
of each other, and we have welcomed grief
and called ruin the impossible habit to break.

And now we are here.
The dinner is ready and we cannot eat.
The meat sits in the white lake of its dish.
The wine waits.

Coming to this
has its rewards: nothing is promised, nothing is taken away.
We have no heart or saving grace,
no place to go, no reason to remain.

from: Selected Poems, 1980

Abbiamo fatto ciò che volevamo.
Abbiamo gettato via sogni, preferendo il pesante lavorio
su noi stessi, e abbiamo accolto  il dolore
e chiamato rovina l'impossibile abitudine di distruggere.

Ed ora siamo qui.
La cena è pronta e non possiamo mangiare.
Il cibo giace nel bianco lago del piatto.
Il vino attende.

Giungere a questo
ha i suo vantaggi: nulla è promesso, nulla vien tolto.
Non abbiamo cuore o salvifica grazia,
non un luogo in cui andare, né un motivo per restare.

Traduzione di Ipazia


martedì 22 dicembre 2015

Palinodia d'Orfeo, GIGI SPINA


E' ben noto il mito di Orfeo che, disperato per la morte della sua amatissima Euridice, scende fin negli Inferi e con il suono  della sua lira riesce a commuovere gli dei dell' Ade ed a ottenere di ricondurre nel mondo dei vivi Euridice, a patto di non voltarsi a guardarla fino a quando non fossero giunti alla luce del sole.
   Durante il viaggio, un sospetto cominciò a farsi strada nella sua mente pensando di condurre per mano un'ombra e non Euridice. Dimenticando così la promessa fatta si voltò a guardarla ma nello stesso istante in cui i suoi occhi si posarono sul suo volto Euridice svanì, e Orfeo assistette impotente alla sua morte per la seconda volta...


"Orfeo y Eurídice" de Edward John Poynter


  
Palinodia d’Orfeo
di
Gigi Spina


Non è vero che mi sono voltato indietro.




Non è vero che mi sono voltato indietro. 
 Perché avrei dovuto farlo? Lei è sempre stata davanti a me. Era lei che sapeva dove eravamo diretti. Ed è stata lei a voltarsi indietro. E mi ha detto: ‘Io vado avanti, tu prenditi tutto il tempo che ti serve’. Mi conosceva bene. Sapeva che io non camminavo soltanto. Avevo bisogno di raccontarmi il cammino. Come se non potessi fare a meno, poi, di raccontarlo ad altri, nella sua perfezione e completezza. E quando mi sono detto, una volta, che non volevo più costruire racconti né miti, il viaggio era stato bello, sì, ma fino a un certo punto, poi avevo solo continuato a camminare, con gli occhi rivolti in basso, né avanti né indietro, perché non avevo racconti da ricordare, ma solo oggetti, e luoghi, e animali, e suoni, un passaggio d’ali, una pietra, un ramo spezzato, qualche prato fiorito. ‘Tu prenditi tutto il tempo che ti serve’. E ne è passato di tempo, forse troppo. Ho visto che a poco a poco scompariva all’orizzonte, dietro una curva più marcata. E sono rimasto solo. E sono tornato ai miei racconti. Ai miei racconti di lei, che a poco a poco diventava mito, e perdeva tutta la realtà degli sguardi con cui l’avevo amata. Ho continuato a guardarmi intorno, avanti, indietro, dovunque degli occhi mi rispondessero. Il cammino è stato lungo, forse troppo; ma ce n’è ancora da fare, e non dispero delle mie forze. Ho capito, in tutto questo tempo, che ogni cosa avviene contemporaneamente, ed è un errore sostituire, togliere. Bisogna avere la capacità di aggiungere, di implicare e complicare, quasi di guardare in contemporanea, e nel presente, come nessun occhio o racconto può fare, l’avanti e l’indietro in un solo scatto. E quando, alla fine, capirò anch’io dov’ero diretto, forse non avrò bisogno di riprendere il racconto e di portarlo a una conclusione soddisfacente, al lieto fine sempre in agguato. In quel momento, come in uno specchio, potrò guardare me stesso in rapporto con l’indietro; ma non più, contemporaneamente, guardare in avanti. E sarà quella la morte.





lunedì 21 dicembre 2015

Adam Zagajewski , LA SEPARAZIONE (Traduzione di Krystyna Jaworska)



                                          LA SEPARAZIONE




Quasi con invidia leggo le opere dei miei contemporanei
su divorzi, addii, il dolore delle separazioni;
sofferenza, nuovi inizi, piccole morti;
lettere lette e bruciate, bruciare e leggere, fuoco e cultura,
ira e disperazione – magnifica materia per una poesia riuscita;
un duro giudizio, a volte una risata sarcastica di superiorità morale,
e insieme definitivo trionfo della continuità individuale.

E noi? Non ci saranno elegie, né sonetti sulla separazione,
non ci dividerà lo schermo dei versi,
non si porrà fra noi una metafora riuscita,
l’unica separazione che ora ci minaccia è il sonno,
il profondo antro del sonno la cui soglia varchiamo separati,
– e devo sempre ricordare che la tua mano,
stretta nella mia, è fatta di sogni.

Adam Zagajewski 
(Traduzione di Krystyna Jaworska)





Carmen Panciroli / Nudo di schiena

mercoledì 16 dicembre 2015

COSMOPOLITE (Isn't it extraordinarily up-to-date?)

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Cosmopolite (from "Bronze: A Book of Verse, 1922)
by Georgia Douglas Johnson

Not wholly this or that,
But wrought
Of alien bloods am I,
A product of the interplay
Of traveled hearts.
Estranged, yet not estranged, I stand
All comprehending;
From my estate
I view earth's frail dilemma;
Scion of fused strenght am I,
All understanding,
Nor this nor that
Contains me.

Non del tutto questo o quello,
Ma forgiata
Da sangue alieno son'io,
Il frutto dell'interazione
Di cuori universali.
Separata, tuttavia non separata,io sto
Tutto comprendendo;
Da dove sono
Io vedo il fragile dilemma della terra;
Erede di forza fusa sono,
Tutto sapendo,
Non questo e non quello
Mi contiene.

Traduzione di Ipazia

Georgia Douglas Johnson fu membro della "Harlem Renaissance", un movimento artistico e culturale nato verso l'inizio degli anni Venti negli Stati Uniti ad opera della comunità afro-americana.
La definizione è nata a seguito della pubblicazione dell'antologia di racconti The New Negro ad opera di Alain Locke, nel 1925. Il centro del movimento fu il quartiere di Harlem, a New York, e da lì si espanse nei centri urbani di tutti gli Stati Uniti. Attraverso lo sviluppo di tutte le forme d'arte  e delle scienze sociali, artisti e intellettuali trovarono nuove vie per esplorare ed approfondire l'esperienza storica degli afroamericani, nonché la vita dei neri dell'epoca nelle grandi città degli Stati Uniti settentrionali.


sabato 12 dicembre 2015

ALFONSO GATTO, Santa Chiara


                           Santa Chiara

La chiesa si perde
in eterno calore
monotona:
l'angelo dorme
sollevato in aria.

Isola calida d'oro
di morte armoniosa
concedi l'oblio
e silenzio rapido
e pur eterno dissolvi.

Nel tramonto ai vetri
s'infiamma la terra:
a te non giunge che raro stupore
di piazze vuote, di gridi perduti.




lunedì 7 dicembre 2015

TRE AFORISMI DI WOODY.

 Risultati immagini per woody allen disegni




 Woody ha, da poco, compiuto ottant'anni.
Tanti auguri!




Il mio unico rammarico, nella vita, è di non essere qualcun altro.

La psicanalisi è un mito tenuto vivo dall'industria dei divani.

Il ballo è una manifestazione verticale di un desiderio orizzontale.

martedì 1 dicembre 2015

NICHOLAS MOORE, THE ORANGE BED, Obstinate in the dark new lovers quote...






Ostinati nel buio i nuovi amanti  raccontano
vecchi adagi al chiaro di luna. Dentro al letto,
arancione, si riflette l'arancione del sole.


Fuori, con la testa fra le nuvole, Detective Fax
a grandi passi cammina in vista della luna come
                                               un fantasma che sen va
senza pari più velocemente dopo i suoi compagni.


Gli amanti si fermano  nel loro palcoscenico buio
Il letto arancione stringe nel suo caldo abbraccio
un corpo brillante vestito in arancione


dell'immaginazione. Il viso del detective
mostra uno sorriso smorto.. Si ferma, prende un appunto,
lecca la matita, si gratta la testa,


pensa ai criminali quasi con amore.
E con amore  anche Miss Ollipester pensa
ai criminali e ai loro crimini, e con disgusto


ascolta  come gli amanti sospirano per quel che hanno fatto
e scivolano via con fretta  assai peggiore,
lasciandola nella sua improbabile vita


a vedere la morte sparare nettamente dalla porta,
Detective Fax continua come prima,
gli appunti in mano, e niente più soli arancione.






Per problemi di copyright non pubblichiamo i testi originali , comunque facilmente reperibili in  http://www.aprileye.co.uk/TheOrangeBed.pdf