venerdì 17 settembre 2010

ORLANDO FURIOSO

Ipaz, ricordi quei giorni noiosi di scuola passati a leggere, male, l' Orlando Furioso?
Mesi fa, in quell'inverno che tu non ami,me lo sono riletto integralmente ( Orlando Furioso, Ludovico Ariosto,
prefazione e note di Lanfranco Caretti, Nuova Universale Einaudi, quella con la copertina bianca e bande rosse,
il logo dello struzzo in basso, bene in evidenza, la carta fine e leggera quasi fosse di riso...) ed ho scoperto delle parti meravigliose ed allegre, piene di ironia, come questa:
Canto ventesimottavo

Iocondo, cavaliere di eccezionale bellezza, viene invitato a raggiungere il re Astolfo; sua moglie si dispera e piange per la partenza , afferma che morirà per la mancanza del marito, gli regala infine un prezioso monile ereditato dal padre.
 Iocondo parte ma...

Iocondo ancor duo miglia ito non era,
che gli venne la croce raccordata,
ch'avea sotto il guancial messo la sera,
poi per oblivion l'avea lasciata.
- Lasso! (dicea tra sé) di che maniera
troverò scusa che mi sia accettata,
che mia moglie non creda che gradito
poco da me sia l'amor suo infinito? -
19
Pensa la scusa, e poi gli cade in mente
che non sarà accettabile né buona,
mandi famigli, mandivi altra gente,
s'egli medesmo non vi va in persona.
Si ferma, e al fratel dice: - Or pianamente
fin a Baccano al primo albergo sprona;
che dentro a Roma è forza ch'io rivada:
e credo anco di giugnerti per strada.

...Smonta in casa, va al letto, e la consorte
quivi ritrova addormentata forte.
La cortina levò senza far motto,
e vide quel che men veder credea:
che la sua casta e fedel moglie, sotto
la coltre, in braccio a un giovene giacea.
Riconobbe l'adultero di botto,
per la pratica lunga che n'avea;
ch'era de la famiglia sua un garzone,
allevato da lui, d'umil nazione.     

                                  to be continued... ( curiosona!!!)                     

giovedì 16 settembre 2010

Cari amici, l’estate sta finendo, per dirla con i Righeira e non è che poi sia durata tanto.
L’estate, per me, è sinonimo di giovinezza, rinascita, apertura verso il mondo e verso il futuro, ottimismo.Ma non è così per tutti poiché conosco e so che ci sono persone che solo nell’inverno trovano piena corrispondenza con la parte più intima di se stessi.

Solo nella luce invernale si sentono bene e respirano a pieni polmoni il vento freddo che rischiara loro la mente ed il cuore.

Che dire?

Ogni stagione ha i suoi pregi e difetti ma io, da fan sfegatata dell’estate, vi posto due poesie di autori famosi e una poesia mia che parlano di lei.

Distesa estate,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini
dell'albe senza rumore -
ci si risveglia come in un acquario -
dei giorni identici, astrali,
stagione la meno dolente
d'oscuramenti e di crisi,
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca,
stagione estrema, che cadi
prostrata in riposi enormi,
dai oro ai più vasti sogni,
stagione che porti la luce
a distendere il tempo
di là dai confini del giorno,
e sembri mettere a volte
nell'ordine che procede
qualche cadenza dell'indugio eterno.

V.Cardarelli


Meriggio d'Estate

Silenzio! Hanno chiuso le verdi
persiane delle case.
Non vogliono essere invase.
Troppe le fiamme
della tua gloria,o sole!
Bisbigliano appena
gli uccelli,poi tacciono,vinti
dal sonno. Sembrano estinti
gli uomini,tanto è ora pace
e silenzio... Quand'ecco da tutti
gli alberi un suono s'accorda,
un sibilo lungo che assorda,
che solo è così:le cicale.

U.Saba



Dolce estate

hai il sapore della giovinezza

e non posso pensare

che domani sarò vecchia

o non ci sarò più

che non vedrò più le fragole e i lamponi

gli ananas e i meloni

i gelati al caffè e alla cioccolata

o la panna montata

le spiagge calde e la luna piena

non sentirò più il frinir delle cicale

nessuna vespa mi farà del male

e sempre d'estate

quando ancor mi scopro nello specchio bella

mi ritrovo a pensar

non illuderti stella

quell'immagine non sarà eterna.

Scritta da Ipazia tanto tanto tempo fa

ORLANDO FURIOSO e non solo lui...

 Però Ludovico Ariosto...

1
Chi mette il piè su l'amorosa pania,
cerchi ritrarlo, e non v'inveschi l'ale;
che non è in somma amor, se non insania,
a giudizio de' savi universale:
e se ben come Orlando ognun non smania,
suo furor mostra a qualch'altro segnale.
E quale è di pazzia segno più espresso
che, per altri voler, perder se stesso?
2
Vari gli effetti son, ma la pazzia
è tutt'una però, che li fa uscire.
Gli è come una gran selva, ove la via
conviene a forza, a chi vi va, fallire:
chi su, chi giù, chi qua, chi là travia.
Per concludere in somma, io vi vo' dire:
a chi in amor s'invecchia, oltr'ogni pena,
si convengono i ceppi e la catena.
3
Ben mi si potria dir: - Frate, tu vai
l'altrui mostrando, e non vedi il tuo fallo. -
Io vi rispondo che comprendo assai,
or che di mente ho lucido intervallo;
ed ho gran cura (e spero farlo ormai)
di riposarmi e d'uscir fuor di ballo:
ma tosto far, come vorrei, nol posso;
che 'l male è penetrato infin all'osso.

vero indignata Ipazia???