domenica 30 dicembre 2012

Auguri per un buon 2013!



Bruciando il Vecchio Anno
di Naomi Shihab Nye

Le lettere inghiottono se stesse in pochi secondi.
Biglietti amici legati alla maniglia,
carta scarlatta trasparente,
sfrigolano come ali di falena,
sposano l'aria.

Così tanto di ogni anno è infiammabile,
liste di ortaggi, poesie mai finite.
Fiamma arancione turbinante dei giorni,
così poco è una pietra.

Laddove c'era qualcosa e all'istante non c'è più,
un'assenza urla, festeggia, lascia uno spazio.
Io comincio di nuovo con numeri più piccoli.

Danza veloce, mescolanza di perdite e foglie
soltanto le cose che non feci
crepitano dopo il rosso che muore.

Traduzione di Ipazia

Burning the Old Year
by Naomi Shihab Nye

Letters swallow themselves in seconds.
Notes friends tied to the doorknob,
transparent scarlet paper,
sizzle like moth wings,
marry the air.

So much of any year is flammable,
list of vegetables, partial poems.
Orange swirling flame of days,
so little is a stone.

Where there was something and suddenly isn't,
an absence shouts, celebrates, leaves a space.
I begin again with the smallest numbers.

Quick dance, shuffle of losses and leaves,
only the things I didn't do
crackle after the blazing dies.





sabato 29 dicembre 2012

Peter Riley, NEA KIOS (2)





Villaggio Coppola, Caserta / foto tratta da Piemonte Parchi
Elaborazione A. Panciroli



Coming down that little road
to the sea near Mili, that calm, level,
vast pool of light before us.

Coming down that little road
and later walking the dark shore
near the abandoned factory, a few waders
in the shallows, perhaps a spoonbill.

How the money came and slopped around shouting “new”
and was gone. Where did it go?
Debris scattered on the shore,
and the bright white new apartment blocks,
standing in the waste land like refrigerators,
like sealed money-boxes.


The truth is always just outside
the lines or boundaries of the land,
the forms of, tales of, melodies, of.
That little, final, road. A heron
standing knee-deep in the light,
carefully studying it.




Scendiamo per quella piccola strada che
porta al mare vicino Mili, quella quieta, calma
immensa polla di luce di fronte a noi.

Scendiamo per quella piccola strada
e più tardi camminiamo sulla spiaggia buia
accanto alla fabbrica abbandonata, pochi trampolieri
nell'acqua bassa, forse una spatula.

Come fu che il denaro giunse e traboccò gridando "nuovo"
e poi scomparve. Dove se ne andò?
Detriti sparsi sulla riva,
e  palazzi bianchi e luminosi di nuovi appartamenti.
sparsi nella landa desolata simili a frigoriferi,
simili a salvadanai sigillati.

La verità è sempre appena oltre
i limiti ed i confini della terra,
delle sue forme, delle sue storie, delle, sue, melodie.
Quella piccola, ultima strada. Un airone
si guarda intorno curioso,
sprofondato nella luce.





lunedì 24 dicembre 2012

sabato 22 dicembre 2012

Peter Riley, THIS HOUSE ON A GREEK HILLSIDE...





This House…


This house on a Greek hillside with its geckos and millipedes
wind bringing rain down from the mountains, the shutters
closed at night. Me with my mill-talk quieted, lying here
in the night and weather trying not to remember
trying to forget failed claims pains of inarticulation
and true attachments. I don’t forget. I don’t remember very well.



Questa casa su una collina greca con i suoi gechi i suoi millepiedi
il vento che fa scendere  la pioggia dalle montagne, le finestre
sbarrate di notte. Io finalmente in silenzio, me ne sto qui
nella notte e nel tempo  e cerco di non ricordare
cerco di dimenticare  speranze deluse  dolore della incoerenza
 affetti sinceri. Non dimentico. Non ricordo molto bene.


There were never any gods of rain, peasant of the elements
who gets on with the allotted task and washes the white stones
on the red path, slides them down the hill. That rushing sound.
That particular brow. Unerasable intimacy. Far from here
northern town cold night wet streets curtains closed glow
of radiator red in dark room, illuminating the hangings.




Non c'è mai stato alcun dio della pioggia, qualcuno che
continui a fare il compito assegnato, e dilavi i calcari bianchi
sul sentiero rosso, che li faccia franare dalla collina. Quel
rumore che precipita, quella precisa, particolare vetta.
L' intimità incancellabile. Lontano da qui una città del nord
una notte fredda   strade bagnate  tende chiuse
nella stanza buia la  spia rossa del termostato che
                                           illumina la tappezzeria.



a voice for ever, a voice at large, in the mountain sides
the small mills in stream clefts turning their wheels at night, that
rushing, hollow sound. A double voice of solitude and connection
melancholy and ecstasy writes itself into channels of the earth
and dream between walls at night of distant points of contact.



una voce per sempre, una voce libera, di notte sui fianchi della
montagna le ruote dei mulini iniziano a girare sulle forre del
ruscello,quel suono cupo, quel rombo. Una doppia voce di
solitudine e legami malinconia ed estasi scrive se stessa nei
canali della terra e del sogno la notte tra le mura  di distanti
 punti di contatto.

                                                                                     

This house on a Greek hillside with its geckos and millipedes

and painted walls. The vast wars raging across the earth
the law of the heavier weapon . . . When the heroes come we run
and hide,
we peasant faces, irrelevant elements, we are lost and done for
and kick stones in the road, the dirt road that winds up
into the hills. Our sighs run back down the meadow.


Questa casa su una collina greca con i suoi gechi i suoi millepiedi
i suoi muri dipinti ..

Qui la traduzione termina.
Troppo oscura, troppo intensa, troppo personale la poetica di
Peter Riley per poterla rendere compiutamente in italiano
 ( o in qualsiasi altra lingua, temo).
Una resa , una resa senza condizioni...




The god’s eyes looking suddenly up to us in the carved stone,
the warm air wafted up from the heater, stirring a few cobwebs
on the ceiling rose. Two fires signaling across Europe.
I’m twisting my voice out of its body to rescue a glimmer of
recognition
from the blasts of warfare. I’m working hard at this:
I’m not singing and not shouting. I’m looking for a stone.


All the pebbles I’ve picked up from all the desolate shorelines of
Europe,
a worn grey stone with a straight white line across it from Denmark
I press this stone into the world body, the dark mass,
to make there a small silence, in which we can hear
the faint sounds the insects make, the grasses hissing in the wind
the unrepresented voices of the generations. In the hard edge

Of this sphere the dead also speak, massed seeds in flower heads,
and in this seeking to gain a recognition, to participate in a chorus
which strips me of sad particulars, and address the gods,
by stones, yellow flowers, CD players, anything that works and say
that in the orkestra my guilt will modulate into the collective.
Well it may, or some other voice while the sun
drives under the earth and we tune our voices to its echo.
Voices working together, for an honest peace, for sense
in the structure, for tangle threads that connect across the indigo.


















domenica 16 dicembre 2012

LA SCADENZA DI NERONE



Non si turbò Nerone, nell'udire
il vaticinio delfico:
"Dei settantatrè anni abbia paura".
Aveva tempo ancora di godere.
Ha trent'anni. Assai lunga 
è la scadenza che concede il dio,
per angosciarsi dei rischi futuri.

Ora ritornerà a Roma, un poco stanco,
divinamente stanco di quel viaggio,
che fu tutto giornate di piacere,
nei giardini, ai teatri, nei ginnasi...
Sere della città d'Acaia...Oh gusto,
gusto dei corpi nudi, innanzitutto...

Così Nerone.  Nella Spagna, Galba
segretamente aduna le sue truppe
e le tempra, il vegliardo d'anni settantatrè.

Costantino Kavafis

mercoledì 12 dicembre 2012

Peter Riley, NEA KIOS (1) trad. A Panciroli


NEA KIOS (1)

Great curve of bay, great curve of disco bars, with
yard depots further back, old tourism clutter in heaps,
separated by a perimeter fence and a bunch of reeds
from the remains of the Lake of Lerna. Still water,
choked, smoke rising beyond the westward horizon
and a bell ringing.

An ancestral immunity to malaria (many-headed beast)
among fishers and tenders of small water-mills,
not shared with passing geographers and exiled dramatists...

Last juice of Mycenae trickling down from the hills,
oil snake on the water, what form of world leads us
out of this, what demography carries the soul westward?
      “But if the entire Manifest
       of the world is absorbed into gold,
       the world will be destroyed.”
The disco bars are magnificent architectural fantasies
in honour of the young heart bags of cash and great balls of fire.










L' ampia curva della baia,  l' ampia curva delle discoteche, e
nel retro i depositi dei cantieri,  il disordine di un turismo
                                            ormai svanito in  cumuli di terra,
separato da un muro di cinta e da un ciuffo di canne da
quel che rimane del lago di Lerna. Ancora acqua,
stagnante, il fumo che sale  verso ovest, verso l' orizzonte,
ed il suono di una campana.

Un' immunità ancestrale alla malaria ( bestia dalle molte teste)
tra i pescatori ed i mugnai dei piccoli mulini ad acqua,
non condivisa con  geografi di passaggio e drammaturghi esiliati...

L'ultimo succo di Micene  che cola dalle colline,
serpente d' olio sull'acqua, quale  forma del mondo  ci porta
via da questo, quale demografia conduce l'anima verso occidente?
         " Ma se l'intero Manifesto
          del mondo è fagocitato dall'oro,
          il mondo sarà distrutto."
Le discoteche  sono magnifiche fantasie architettoniche
in onore del giovane cuore sacchi di dollari e grandi vampate di fuoco.
                       
Proofreading and editing: Marilia Aricò


domenica 9 dicembre 2012

Peter Riley, GREEK PASSAGES




Una magnifica serie di "passaggi" in Grecia del prolifico poeta inglese Peter Riley.

Greek Passages (First Part)

10 Preludes
Exománi 2002



There was no journey. The moment we opened our eyes he was there / in the colours across the bay / the red on the blue /Trinakrian Sea, its / turning islands // Bringing trouble. That lives here like a stone. / Bringing upright posture, anxiety and longed-for repose. That live here like the flowers of the mountain.

Non ci fu alcun viaggio. Nel momento in cui aprimmo gli occhi lui era lì / nei colori traverso la baia / il rosso sul blu /  il Mare di Trinacria, le sue / isole frastagliate / Portava dolore. / Che vive qui come una roccia. / Portava una postura eretta, ansia ed una quiete tanto attesa. Che vivono qui come i fiori della montagna.

                                                          

                                           *   *   *                   

                                                                            
At dawn, a white light on the top of a mountain / things start to move / an old woman side-flank on a donkey, at dawn /wobbling up the mountain, picking over the stones / a Mercedes glides past, the light there / in her eye ever shining //Slowness of the dawn beetle / western promise / worth goat-dung.

All'alba, una luce bianca sulla vetta di una montagna / le cose iniziano a muoversi / una vecchia di traverso su un asinello, all' alba / oscillando su per la montagna, raccogliendo  pietre / Una Mercedes  le scivola dietro, la luce lì / nei suoi occhi sempre splendenti // Lentezza  dello scarabeo all' alba /  promessa occidentale / pregevole sterco di capra.



mercoledì 5 dicembre 2012

ISOLE



ISOLE


Non fermarti sull'orlo delle cose disse la signorina Emily
alla signorina Bishop, ma nemmeno avanza con imprudenza
verso l'abisso delle parole, disse la signorina Bishop
alla signorina Emily. Le due si inseguivano come il sì e il no
di una margherita, entrambe avevano una collezione di farfalle
con insinuazioni. Non illuminarti con il celeste
disse la signorina gotica alla signorina mappa dell'isola,
così si parlavano dandosi del tu con l'oscurità
le umili contadine alla fiera del sole.

Alexandra Dominguez (Cile)




http://www.casadellapoesia/No te quedes al borde de las cosas le dijo la señorita Emily


lunedì 3 dicembre 2012

da UBUWEB, The sound of someone you love who's going away and it doesn't matter




-The-Sound-Of-Someone-You-Love-Who's-Going-Away-And-It-Doesn't-Matter






Obscure No. 7: Music from the Penguin Café (1976) 

Composed By – Giles Farnaby











Ukulele – Neil Rennie 
Bass, Ukulele, Electric Piano, Percussion [Mouth], Vocals, Harmonica [Cheng], Effects [Ring Modulator] – Simon Jeffes (tracks: A2 to A8)>
Cello – Helen Liebmann
Composed By – Wright* (tracks: A1, B1 to B3), Liebmann* (tracks: A1, B1 to B3), Jeffes*, Nye* (tracks: A1, B1 to B3)
Electric Guitar – Simon Jeffes (tracks: A1, B1 to B3)
Electric Piano, Engineer – Steve Nye (tracks: A1, B1 to B3)>
Executive Producer – Brian Eno
Lyrics By – Neil Rennie (tracks: A2 to A4, A6)
Mixed By – Steve Nye (tracks: A2 to A8)
Performer – Penguin Café Orchestra*, Penguin Café Quartet* (tracks: A1, B1 to B3)
Producer – Simon Jeffes, Steve Nye
Violin – Gavin Wright*
Vocals – Emily Young (tracks: A2 to A8)
Recorded on location between 1974-1976 

Music From The Penguin Cafe was the first album by the Penguin Cafe Orchestra, and was recorded between 1974 and 1976, and released in 1976. The line-up for much of the album consisted of the original Penguin Cafe Quartet: Simon Jeffes (electric guitar), Helen Leibmann (Cello), Steve Nye (electric piano), and Gavyn Wright (violin). Tracks 2-8 were performed by the ensemble "Zopf", which included the members of the quartet as well as Neil Rennie (ukelele), and Emily Young (vocals). Later reissues have mistakenly listed those pieces as though they were movements of a suite entitled "Zopf", instead of being performed by them. 

The executive producer for the album was Brian Eno, who released this album on his experimental Obscure label, with catalogue number "Obscure 7". The original cover was by John Bonis. The reissue cover painting was by Emily Young. The album was later released on CD by E.G. Records in 1991 and later in remastered form in 2006 - both using the reissue cover instead of the original. 

giovedì 29 novembre 2012

PETER RILEY, Szàszcsàvàs: THE OLDER STRATUM


Quickly on warm day I walk up
through the smell of moist leaves ...

In un tepido giorno cammino veloce
traverso l' odore d' umide foglie
                       (PETER RILEy, ALSTONEFIELD: first 8 stanzas of Part VI)




SZÁSZCSÁVÁS: THE OLDER STRATUM

Needing new shoes and remembering everything.
The voice shaking but true, treading across the pain.

 I’m going to where no one knows me. The strangers,
and the sky with its stars. Don’t weep, little mother,
I’ll buy you a red scarf with polka-dots.

 At night there is nothing, silence of the earth,
impenetrable darkness of the eye, that cannot see
a human face turned up to it or tell the difference
between a turnip and the head of a child with nothing.

 I have nothing, I earn nothing, but I have a good time.
I remember only one thing: an oak root under my foot.

 And when they arrived, in the early morning,
the star was hidden. The beautiful shining star.

 You should see this place in the spring.



PETER RILEY /  Photo Kathy Riley




Scarpe nuove  mi occorrono ed ogni cosa ricordo
Trema la voce  ma è vera,  traverso il dolore cammino.

Andrò dove nessuno mi conosce. Gli sconosciuti
ed il cielo con le sue stelle. Non piangere, piccola madre.
Ti comprerò una sciarpa con i pois rossi.

Di notte non c'è nulla, il silenzio della terra,
l' impenetrabile oscurità dell' occhio, che non può vedere
un volto umano che lo fissa  né  può spiegare affatto
la differenza che passa tra una rapa e la testa di un bambino.

Non ho nulla, non guadagno nulla, però mi diverto.
Solo una cosa ricordo: un ceppo di quercia sotto i miei piedi.

E quando arrivarono, di primo mattino,
invisibile era la stella. Bella  la stella e splendente.

Dovresti vedere questo posto   a primavera.




lunedì 26 novembre 2012

ON TRANSLATION by Monica della Torre, trad. Alessandro Panciroli, Editor Marilia Aricò








Non la ricerca di un significato, ma la ricostruzione di un gesto,  di una 
intenzione.Come traduttore, rimani fedele all' originale.
Raramente le scelte  sono così determinanti.

A mezzogiorno, il traduttore si incontra con il poeta proprio in quel caffè 
all'incrocio dove per decenni puttane e travestiti si sono messi 
in fila di notte per farsi vedere dai passanti.

Non un monologo, certo, ma una conversazione sottintesa. La risposta
del traduttore tarda ad arrivare.

Il traduttore chiede, domanda, il poeta risponde senza limitazioni.
Qualcuno guarda i movimenti della mano che sottolineano il flusso
di un dialogo incomprensibile.

Parlano della disillusione del poeta nei confronti di Freud

Vivide descrizioni dei sogni del poeta, una dopo l'altra, iniziano
a venire fuori dalla sua bocca, Non v' è traccia di ironia nella sua voce.
Non un accenno di stupore  né un suggerimento di  un qualche oscuro 
significato, piuttosto la fede nella teoria dei Detriti



" Se me aparece un gato fosforecente. Lo sostengo en mis brazos
  sabiendo que no volverè a ser el mismo"

" Estoy en una fiesta. De pronto veo que el diablo està sentado frente

  a mi. Viste de negro, lleva una barba puntiaguda y un tridente en
  la man iquierda. es tan amable que nadie se da cuenta de que
  no es un invitado come los otros."

"Anuncian en el radio que Octavio Paz leerà su poema màs reciente

        -    Vaca... vaca... vaca... vaca.. .vaca... vaca... vaca...  

" Entro a un laboratorio y percibo aromas inusitados. aùn los recuerdo"


Il traduttore sa che niente di quello che il poeta ha mai detto

 o scritto rivela di lui  quanto quella espressione sul suo viso quando
 gli venne chiesto di posare per una fotografia. Saluta i posteri con un
ghigno diabolico. Per la gioia del traduttore, è obbligato a ripetere
quel gesto almeno tre o quattro volte. La macchina fotografica è senza pellicola.


Traduzione: Alessandro Panciroli

Editor : Marilia Aricò


su Poet.Org   Monica della Torre legge "On translation"

sabato 24 novembre 2012

NICHOLAS MOORE, THE PHOTO (courtesy of Peter Riley)





Una rarissima( se non unica) foto del poeta inglese Nicholas Moore
risalente agli anni '80. / Courtesy of Peter Riley
Il poeta sta leggendo, e probabilmente registrando - si noti il microfono sulla destra - THE ISLAND AND THE CATTLE, uno dei suoi libri di poesie (1941)

mercoledì 21 novembre 2012

Seeking Locations in Palestine for the Film "The Gospel According to Matthew" (Sopralluoghi in Palestina per il film "Il Vangelo secondo Matteo") (1965)



Directed by Pier Paolo Pasolini.
Italy 1965, 35mm, b/w, 52 min.

In 1963, accompanied by a newsreel photographer and a Catholic priest, Piero Paolo Pasolini traveled to Palestine to investigate the possibility of filming his biblical epic The Gospel According to Matthew in its approximate historical locations. Edited by The GospelÔs producer for potential funders and distributors, Seeking Locations in Palestine features semi-improvised commentary from Pasolini as its only soundtrack. As we travel from village to village, we listen to Pasolini's idiosyncratic musings on the teachings of Christ and witness his increasing disappointment with the people and landscapes he sees before him. Israel, he laments, is much too modern. The Palestinians, much too wretched; it would be impossible to believe the teachings of Jesus had reached these faces. The Gospel According to Matthew was ultimately filmed in Southern Italy. Mel Gibson would use some of the same locations forty years later for The Passion of the Christ. 

Da UbuWeb








DA UBUWEB


domenica 18 novembre 2012

MONICA DELLA TORRE, Fabiola, da OVERKILL , First Poems in English


Su Ubu Web, Publishing The Unpublishable ,sempre nuove scoperte: Monica della Torre


Mònica della Torre / Source Zoland Poetry






FABIOLA



Fabiola feels really free.
She has decided she is an artist.
She refuses to wear underwear,
wants to get laid.

Fabiola is beautiful
when she destroys herself.
She calls you up at midnight,
she wants to go think at a bar.

Fabiola is an airplane self-consciously
descending that drags your attention along.
She makes you feel low when she laughs
but doesn’t pull you up when she cries.

Fabiola doesn’t like to be alone;
but in your company, she looks through you
the way you look at yourself in the mirror.
She’s a vampire and a nymph.

Fabiola pretends she’s as fragile
as her leopard skin stockings,
but always gets what she wants.
She tricks you, like a hyena.

Her face reflects one thousand faces.
Some of them are yours






Fabiola si sente veramente libera.
Ha deciso di essere un'artista.
Sotto il vestito non porta niente,
ha voglia di scopare.

Fabiola è bella
quando si autodistrugge.
Ti sveglia a mezzanotte,
vuole andare a pensare in un locale.

Fabiola è un  aeroplano consapevolmente
discendente che cattura l'attenzione.
Quando ride ti butta giù,
ma quando piange non può tirarti su.

A Fabiola non  piace stare sola,
ma quando siete insieme ti guarda dentro
come quando ti guardi allo specchio.
E' una ninfa ed è un vampiro.


Fabiola finge di essere fragile
come le sue calze leopardate,
ma ottiene sempre quel che vuole.
Lei ti inganna quasi  fosse una iena.

Il suo volto rispecchia mille volti.
Uno di essi è  il tuo.



Mónica de la Torre’s poetry books include two in English, Talk Shows (Switchback) and Public Domain (Roof Books), and two in Spanish, Acúfenos (Taller Ditoria) and Sociedad Anónima (UNAM/ Bonobos). She has translated Latin American poets and edited multilingual anthologies. A recent collaborative book project, Taller de Mecanografía, was published in 2011 in Mexico City by Tumbona Ediciones. Four, her new poetry book, is just out from Switchback. She lives in Brooklyn and is senior editor at BOMB Magazine
( from  Zoland Poetry)   http://www.zolandpoetry.com/blog/










sabato 17 novembre 2012

MAD SONG


Mad song  by William Blake (sempre lui!) E che ci posso fare se era un genio?

I venti selvaggi gemono
E la notte è una fredda notte;
Vieni qui, Sonno,
A cingere i miei  affanni:
Ma guarda! il giorno già spunta
Sui ripidi monti dell'est,
Ed i fruscianti uccelli dell'alba
La terra disdegna.

Guarda! alla volta 
Del cielo spianato,
Intrise d'affanno
Son condotte le mie note:
Battono all'orecchio della notte
Spingono al pianto gli occhi del giorno;
Fanno impazzire i venti rombanti,
E giocano con  le tempeste.

Come un demonio dentro una nuvola,
Con tonanti lamenti,
Dopo la notte io accorro,
E con la notte io vado;
Io volgo le spalle all'est,
Da cui balsamo m'arriva;
Poichè la luce mi riempie la mente
Di delirante dolore.

Traduzione di Ipazia

Mad song

The wild winds weep
And the night is a-cold;
Come hither, Sleep.
And my griefs infold:
But lo! the morning peeps
Over the eastern steeps,
And the rustling birds of dawn
The earth do scorn.

Lo! to the vault
Of paved heaven,
With sorrow fraught
My notes are driven:
They strike the ear of night, 
Make weep the eyes of day;
They make mad the roaring winds,
And with tempests play.

Like a fiend in a cloud, 
With howling woe,
After night I do crowd,
And with night will go;
I turn my back to the east,
From whence comforts have increas'd;
For light doth seize my brain
With frantic pain.

mercoledì 14 novembre 2012

Adele Kenny, When Everything You've Done and Everything That's Happened to You Is Not What Your Life Is, trad. A Panciroli


Dalla bella rivista Tiferet ( A Journal of Spiritual Literature), una prosa poetica di Adele Kenny .  ( traduzione A.Panciroli)

When Everything You've Done and Everything 

That's Happened to You Is Not What Your Life Is



She's not sure how her life happened or why - the evidence is contradictory (unwise choices, the illnesses, grief - and how to live again). A goldfinch sings in the pine, its wing a fragile shadow cast through lingering light - ephemeral, the shape of silence.

There are things she keeps from herself - fear, anger - the nightmare she dreamt and re-dreamt until, finally, it meant nothing. The bullet passed trough the leaf - the leaf didn't fall.

The stone circle in her yard and the little house are solid in thei places - ringed with water and birds. The sapling she planted is firm in the earth. Her puppy sleeps beside her,tail curled under his small body (the other dog's ghost always close).


What else did she want? Things she hoped for already begun - this is all good. And enough.





Quando Scopri Che Tutto Ciò Che Hai Fatto e Tutto 

Ciò Che Ti è Accaduto Non è La Tua Vita



Non è affatto sicura di cosa sia accaduto alla sua vita o perché - le prove sono contraddittorie (scelte imprudenti, malattie, dolore - e come tornare nuovamente a vivere). Un cardellino canta dal pino, la sua ala solo un'ombra esile gettata tra la luce persistente - effimera, la forma stessa del silenzio.

Ci sono cose che lei tiene solo per sé - paura. collera - l'incubo ricorrente che ha continuato a sognare e risognare finchè, finalmente , ha perso di ogni significato. La pallottola che passa attraverso la foglia - la foglia che non cade.

Il cerchio di pietre nel suo giardino e la casetta sono sempre là al loro posto - circondati dall'acqua e dagli uccelli. Il piccolo albero che ha piantato è ben infisso nella terra. Il suo cagnolino le dorme accanto, tutto raggomitolato ( i fantasni delgi altri cani per sempre vicini). Cosa voleva ancora? le cose in cui lei aveva sperato già iniziate - tutto questo va bene. Va bene. E le basta.




La copertina dell' ultimo numero di Tifferet



Adele Kenny is the author of twenty-three books (poetry and nonfiction) with poems published in journals worldwide, as well as in books and anthologies from Crown, Tuttle, Shambhala, and McGraw-Hill. She has worked as a guest poet for numerous agencies, has twice been a featured reader in the Dodge Poetry Festival, and her awards include two poetry fellowships from the NJ State Arts Council. Former professor of creative writing in the College of New Rochelle’s Graduate School, she is founding director of the Carriage House Poetry Series and poetry editor for Tiferet Journal. 






lunedì 12 novembre 2012

VORREI RICORDARVI...




Vorrei ricordarvi alcuni post già pubblicati, dato che, ogni tanto, veleggio per il blog in cerca di un qualcosa che ho dimenticato...
Under here you will find some old posts which I've found while sailing on the ...seas of the blog...

Ma ve li ricordate i patimenti d'amore?
Elio Pagliarani
Quel gran genio di Wayne Mc Gregor
The tomatoes
Mac Guffin
Alone
Theine
Quanto più puoi (Kavafis)
Interloper
Perishable
Like I said
Vuelvo al Sur
Eyes only
You get closer, you should not

Buona navigazione!

lunedì 5 novembre 2012

PETER RILEY, THE ROAD, THE ROAD (remix)




The road to Baghdad, is it level? Do they
kneel beside it to their own passions, ink-
wells of light, the rose that becomes a route?

Only the wounded pass through the gate showing
their red passports, only the killed arrive home
and take their mothers' coffee.

The stained floor of the desert, vultures wheeling
over the tank routes, forgotten tunes in the
far hills. Death steps over the river on stone syllables.

Sky full of stars, body parts flung out of transport systems
or suburban markets, dissolving into the greater
and closer light, moon on silent prophet's tomb.

Is this journey legal? Is it permitted? All that's left
of Palestine, a few small red flowers close
to the ground, a seething patience.

Kneel among them and beg for such patience
while the dove sings in the cedar, the song
of Yes, there will be pain, yes,

There will be horror at the dark traverse.
The coffee simmers on the heater,
its perfume fills the room.




Jeffplueger.com








E' dritta la strada per Baghdad? E  si
inginocchiano su di  essa  per le loro passioni, cala-
mai di luce, la rosa che diviene  una strada?

Solo i feriti oltrepasseranno il cancello mostrando
i loro passaporti rossi, solo i morti arriveranno a casa
per bere il caffè delle loro madri.

La sabbia del deserto macchiata d'olio, il volo degli avvoltoi
sulle tracce dei tank, melodie dimenticate sulle
colline lontane: La morte guada il fiume su sillabe di pietra.

Il cielo pieno di stelle, pezzi di corpi volati fuori
da sistemi di trasporto o da market suburbani, 
si dissolve dentro la luce più grande
e più vicina, la luna sulla silenziosa tomba del profeta.

E' legale questo viaggio? chi lo ha permesso? Tutto quello
che rimane della Palestina, pochi sparuti fiori rossi
per terra, una pazienza che freme di rabbia.

Mi inginocchio ed elemosino una pazienza come quella,
mentre la colomba canta nel cedro, la canzone
del Sì, ci sarà dolore,sì

Ci sarà orrore alla traversa del buio.
Il caffè  bolle  sulla stufa,
il suo aroma ne riempe la stanza.




The Road (remix)

How long, Babylon, how much more
blood soaking into sand, glitter-
ing safety on the floor?

A goat bleating under an olive tree
beside a ruined wall at the end
of a dry track, soldier,

This is the home you fought for,
grey stones tumbled on the ground
and a wooden flute serenading death.

The black eagle flies from cairn to cairn
with red messages: we shall make
our final space in sung words.

And in the vast green plains and hills of
eastern Europe the Jewish population
completely eradicated, not a stone on a stone

Not a board nailed to an upright. A wreath
of rose petals and bone for what remains.
Take it in patience, listen to the pain

In the dove's throat, water
pouring from the well, beating
of wings in air.

Note: The first three lines of "The Road…" are adapted translations of four phrases from the poems on pages 111 and 112 of Adonis, Le Livre (al-Kitâb) traduit de l'arabe de Houria Abdelouahed  (Seuil 2007)



Per quanto tempo ancora , Babilonia, e quanto
sangue ancora inzupperà la sabbia , splendente
sicurezza  sul terreno.

Una capra bela sotto un olivo
presso un muro in rovina alla fine
di un arido sentiero, soldato,

Questa è la casa per cui hai combattuto,
pietre grigie crollate a terra
ed un flauto di legno che intona una serenata di morte

L'aquila nera vola da tumulo a tumulo
con messaggi rossi: arriveremo
al  nostro spazio finale su parole cantate.
  

E nelle vaste pianure verdi e sulle colline
dell' Europa orientale una generazione di Ebrei
annientata, non una pietra su pietra

non una tavola inchiodata . Una corona
di petali di rosa ed ossa per quel che rimane.
Sii paziente, ascolta il dolore

nella gola della colomba, acqua
che scroscia dalla fonte, battito
d'ali nell'aria.





domenica 4 novembre 2012

PETER RILEY, S.CECILIA IN TRASTEVERE




Stefano Maderno / Santa Cecilia ,1600, Altare della Confessione,
Basilica di Santa Cecilia, Roma






What moves between bright thoughts and finished body?
Music’s Idea turns in the clouds and she
Lies on the floor, denied her time, face
Turned away so as not to view her own pain...

What moves between is all we live, heavy
And light banked in winged tiers, that we
Carve our eyes through day to day, kiss
The bed and back to the devastating sight again...

I believe in a centre to the wasted life
That is carried before the world and holds love
Through distance and strife to the end of a
Perfect reconciliation however many times
Occluded in failed responses finally standing
Whole and obvious, like an orchard in the rain.

Everything loosened up in this orgy of pre-rejected writing.


Everything loosened up in this orgy of pre-rejected writing.






Peter Riley had this to say about Nicholas Moore's later poems, introducing a selection of them for the Conductors of Chaos anthology (ed. Iain Sinclair, 1996): 

     Everything loosened up in this orgy of pre-rejected writing.
     Since nobody was listening, the poetry could be 'anything'.
     Long meditations, short epigrams, rhymed and unrhymed,
     measured and unmeasured, sonnets, songs, ballads, blues,
     straight philosophical statements, symbolic landscapes,
     surrealist figurations, imagist trances, jokes and nonsense,
     poems in gobbledegook, outrageous travesty and satire,
     calm description,  detective poems, jazz poems, cricket
     poems, haiku, doggerel, pure 1940s lyrics and persona
     narratives. . . all 'rubbish', all free as the wind.


Tutto si smuove in questa orgia di scritti già scartati.
Da quando nessuno ascolta più la poesia, la poesia stessa potrebbe  essere "nulla".
Lunghe meditazioni, brevi epigrammi, con rima e senza rima,
cadenzate e non cadenzate, sonetti, canzoni, ballate, blues,
chiari enunciati filosofici, paesaggi simbolici,
raffigurazioni surrealiste, magici incantamenti, freddure e  nonsense,
poesie in burocratese, satire e parodie oscene,
calme descrizioni, poesie poliziesche, poesie jazz, poesie
sul cricket, haiku, burlesche, liriche puro stile 1940 e copioni
teatrali...tutta immondizia, tutto libero come il vento.


da Peter Riley. The Day's Final Balance: Uncollected Writings 1965-2006. 
[Shearsman Books, Exeter, 2007, 208 pp.

venerdì 2 novembre 2012

PETER RILEY, da ALSTONEFIELD VI



Peter Riley ( 1940) è un poeta, saggista ed editore inglese. Riley  ha fatto parte del gruppo dei cosidetti Poeti di Cambridge, di cui hanno fatto parte, tra gli altri, J.H. Prynne,Andrew Crozier, Veronica Forrest-Thomson. E' autore di numerosi libri di poesia e critica letteraria. E' il principale editore e curatore di Nicholas Moore.


Peter Riley/ photo  by Tony Frazer 




da ALSTONEFIELD  VI




And all the people in the land, as the clouds clear,
     without priority, the fruit of work, all pain and
     sorrows over. These are the ghosts in the white stone,
     written in the strata: Go down, you blood red roses.
     And all the work in the land, as the stars fade, doesn't
     bear more result than a leaf reaching the ground, all
     its joys a history. Such are the songs that surround us,
     near and far to comforting me, shadows on the sea.
     So with some sense of purpose on a thick morning I
     pass by empty fields to a tree-crowned pinnacle.


E tutto il popolo della terra, mentre il cielo rasserena,
senza priorità, il frutto del lavoro, ogni dolore,ogni
pena dimenticati.  Sono questi i fantasmi nella pietra bianca,
scritti negli strati: indietro, voi rose rosso sangue.
E tutto il lavoro della terra, mentre la stelle scoloriscono, 
non ha più effetto di una foglia morta  che cade, tutte
le sue gioie una storia. Così sono le canzoni che ci circondano,
vicine e lontane per consolarmi, ombre sul mare.
Così con una qualche voglia di fare in una mattina di nebbia Io
passo  da vuoti campi ad una vetta coperta da alberi.

sabato 20 ottobre 2012

Nicholas Moore , The Orange Bed, trad. A. Panciroli



The starting point was the first poem, “In the orange bed Miss Ollipester lies...”, which was published in 1945. Probably not very long after this Moore wrote “Outside the errant window weeps the yew...”. He added to the typescript a hand-written note pointing out that this is a completely different poem from its predecessor.. 
                                   ( Peter Riley)



 Un altra incredibile opera di Nichola Moore, dieci versioni della stessa poesia, amorosamente raccolte da Peter Riley : http://www.aprileye.co.uk/TheOrangeBed.pdf







THE ORANGE BED


Chocolate of rose, chocolate of violet
Finds each its way to that down-curving mouth;
A soft white hand hangs down
Over the dropping book, the tired eyes close
On thoughts of murder and wild dreams of youth...

                                                         Nicholas Moore


La cioccolata alla rosa,  la cioccolata alla violetta
trovano entrambe la strada per quelle labbra appena incurvate;
Una soffice mano candida  sospesa
sul libro che cade, i tuoi occhi stanchi  chiusi
su pensieri di morte e selvaggi sogni di gioventù...

                                         traduzione  di Alessandro Panciroli

giovedì 18 ottobre 2012

Nicholas Moore, SPLEEN, SPLEEN RESULTS


Torna Nicholas Moore con una ennesima versione di Speen di Charles Baudelaire...
Mancano solo poche versioni, il materiale tradotto è ancora allo stato grezzo, anche per la intrinseca difficoltà degli originali di Moore .


…over i ,200 entries from poets, playwrights, MPs,
bishops, generals, sixth-formers and students.”
                                                        
   The Sunday Times


Il vescovo ed il generale
sedevano presso  un ruscello sanguinoso.
Disse il vescovo al generale,
"Guarda, il sangue della mia vita se ne va...
Quell' acqua, dalla riva del torrente
fino a qui, sembra rossa come lava.

Ma nelle mie vene il sangue scorre verde 
perchè il sangue deve pur lasciare traccia.
" Che strano", disse il generale;
"  C'è qualcosa nella corrente:
Arde verde come uno scheletro,
scintilla come una sposa.
In tutta la mia vita non c'è mai stato
qualcosa più gentile dell'amore.
Eppure quando sento nitrire i cavalli.
Cosa starò sognando?"
" Tu stai pensando", disse il vescovo,
"E' l'effetto dello spleen.
Tu pensi a sanguinose scorrerie.
Io medito  sull'osceno-
E' il contrario del bello,
il contrario di quel che siamo:
Io con la mia sana compassione;
tu con la tua guerra santa."
" ma cos'è  questo spirito fortunato
che scende la corrente?
E' una colpa ereditata,
Un verde dentro al sangue?
Quando, da ragazzo, leggevo Baudelaire,
svenni  per quel desiderio malato"
" Ed io", replicò il vescovo,
" quasi subito presi fuoco.



Un classico pomenvylope di Nicholas Moore
Image from an essay of Martin Sorrel






Ho sentito il trapano del mondo;
il sangue che scorre nelle mie vene.
ma ora è è su quei flutti di carminio.
Soltanto il verde resta.
Il generale con la sua cancrena;
il vescovo con la sua sventura;
I parlamentari hanno i loro costituenti;
I poeti i loro versi dissanguati.
Gli studenti hanno la mente bloccata,
i commedianti hanno le loro file.
I laureandi  hanno il loro panico crescente,
e i docenti di Cambridge il loro blues.
Ma ancora scorre il fiume Lete,
e il Cam, la Cher ed il Tamigi dimenticato.
Mentre il vescovo e il generale
discutono della loro sorte.
E lo spleen ne è il risultato ed anche il verde
dalle loro colpe dentro il sangue.
Mentre il giovane scheletro di Baudelaire
scorre come fosse vivo lungo la corrente

domenica 14 ottobre 2012







The Shirt
by Jane Kenyon

La camicia tocca il suo collo
e gli scende lungo la schiena.
Gli scivola lungo i fianchi.
Gli scende persino sotto la cintura-
giù dentro i pantaloni.
Camicia fortunata.

Traduzione di Ipazia

The shirt touches his neck
and smooths down his back.
It slides down his sides.
It even goes down below his belt-
down into his pants.
Lucky shirt.

domenica 7 ottobre 2012

Federico Garcìa Lorca , El



EL

La vera sfinge
è l'orologio.

Da una pupilla nascerà Edipo.
Esso confina al Nord
con lo specchio
ed al Sud
con il gatto.
Donna Luna è Venere.

(Sfera senza sapore)

Gli orologi ci portano
inverni.

(Le ieratiche rondini
migrano d'estate)

L'alba si ritrova
con un'alta marea di orologi.

Traduzione di Ipazia

Questa di Ipazia è la back translation della mia traduzione inglese di El, qua sotto la traduzione originale


La vera sfinge è l'orologio.

Edipo nascerà da una pupilla
.Limita il nord
con lo specchio
e il sud
con il gatto.
Donna Luna è una Venere.

(Sfera senza sapore)

Gli orologi ci portano
gl'inverni.

(Rondini ieratiche
migrano d'estate)
L'alba ha una marea di orologI

Federico Garcìa Lorca, EL, trad.in inglese ( sic) A. Panciroli



Federico Garcìa Lorca

EL



The real sphinx
is the clock

From a pupil Oedipus will be born.
He limits the North
with the mirror
and the South
with the cat.
Dona Luna is a Venus.

( Sphere without flavour)

Clocks bring us
winters

(Hieratic swallows
migrate in the summer)

The dawn has
an high tide of clocks.


F.Garcìa Lorca en su adolescentia/ Una rèplica del espimario
Aguijarro (Antonio Guijarro  Morales)



La vera sfinge è l'orologio.

Edipo nascerà da una pupilla
.Limita il nord
con lo specchio
e il sud
con il gatto.
Donna Luna è una Venere.

(Sfera senza sapore)

Gli orologi ci portano
gl'inverni.

(Rondini ieratiche
migrano d'estate)
L'alba ha una marea di orologi






martedì 2 ottobre 2012

Paul Celan , TODESFUGE, MORTE, Toccata e fuga , trad. A.Panciroli



MARGARETE ,Anselm Kiefer. Oil and straw on canvas,
  Saatchi Collection, London (Web Museum)



Latte nero dell'alba lo  beviamo di sera
lo  beviamo di giorno  di mattina  lo beviamo di notte
beviamo e  beviamo ancora
scaviamo una tomba nell'aria  là non saremo troppo stretti
C'è un uomo nella casa che gioca con i suoi serpenti  e scrive
scrive quando cala il buio sulla Germania i tuoi capelli d'oro
                                                                                Margarete
lui scrive ed esce da casa  e tutte le stelle splendono
                                                              richiama i suoi mastini
rimette in riga i suoi Ebrei devono scavare una fossa nella terra
ci ordina di suonare, ci ordina di ballare


Latte nero dell'alba noi lo beviamo di notte
lo beviamo  al mattino e  il giorno lo beviamo di sera
beviamo e beviamo ancora
C'è uomo che gioca con i suoi serpenti e che scrive
scrive quando cala il buio sulla Germania i tuoi capelli d'oro
                                                                              Margarete
i tuoi capelli di cenere Shulamith scaviamo una fossa nell'aria là non saremo troppo stretti.


Lui urla scavate di più voi  e voialtri  cantate e suonate
afferra la cinghia del cinturone e la agita i suoi occhi sono così azzurri
affondate quelle pale bastardi e voialtri suonate e ballate


Latte nero dell'alba  lo  beviamo di notte
lo beviamo  mattina e e giorno lo beviamo di sera
beviamo e ribeviamo
c'è un uomo nella casa i tuoi capelli d'oro Margareta
i tuoi capelli di cenere Shulamith lui gioca con i suoi serpenti
Urla suonate la morte più dolcemente questa Morte è un maestro Tedesco
ci urla suonate più forte i vostri violini allora ve ne andrete come fumo nel cielo
avrete una tomba  una tomba nelle nuvole dove non saremo troppo stretti


Latte nero dell'alba  beviamo di notte
 lo beviamo di giorno la Morte è un maestro Tedesco
lo  beviamo di sera e al mattino beviamo e ribeviamo
questa Morte è un maestro Tedesco i suoi occhi sono azzurri
vi colpisce con una pallottola di piombo vi colpisce preciso
c'è un uomo nella casa i tuoi capelli d'oro Margarete
ci scaglia addosso i suoi mastini  ci concede una tomba nell'aria
gioca con i suoi serpenti  e sogna der Tod ist ein Meister aus Deutschland

dein goldenes Haar Margarete
dein aschenes Haar Shulamith


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