venerdì 21 dicembre 2018

I giusti (Buon Natale a tutti)

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I giusti
di Jorge Luis Borges


Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un'etimologia.
Due impiegati che, in un caffè del Sur, giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che premedita un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un torto che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Queste persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.


lunedì 3 dicembre 2018

Αποχαιρετισμοί, Addii, di Ghiannis Risos, trad. Nicola Crocetti



Ghiannis Ritsos




Grandi stanze di vecchie case avite di provincia
piene di fischi di navi lontane, piene
di spenti rintocchi di campane e di battiti profondi
d’orologi antichissimi. Nessuno abita più qui dentro
eccetto le ombre, e un violino appeso al muro,
e le banconote fuori corso sparse sulle poltrone
e sul letto largo con la coperta gialla. Di notte
scende la luna, passa davanti agli specchi esanimi
e coi gesti più lenti rassetta dietro i vetri
i fischi d’addio delle navi affondate.

Ghiannis Ritsos

Karlòvasi 15.VΙΙΙ.1978
-
(Traduzione di Nicola Crocetti)
,
da “Il funambolo e la luna”, Crocetti Editore, 1984

∗∗∗

Αποχαιρετισμοί

Μεγάλα δωμάτια παλιών αρχοντικών στήν έπαρχία
γεμάτα άπό σφυρίγματα μακρινών πλοίων, γεμάτα
άπό σβησμένες καμπανοκρουσίες καί βαθιούς χτύπους
πανάρχαιων ρολογιών. Κανείς δέν κατοικεί έδώ μέσα
πάρεξ οί σκιές, κι ένα βιολί κρεμασμένο στόν τοίχο,
καί τ’ άχρηστα χαρτονομίσματα σκόρπια στίς πολυθρόνες
καί τό φαρδύ κρεβάτι μέ τήν κίτρινη κουβέρτα. Τίς νύχτες
κατεβαίνει ή σελήνη, προσπερνάει τούς άπνοους καθρέφτες
καί μέ τίς πιό άργές χειρονομίες συγυρίζει πίσω απ’ τά τζάμια
τ’ άποχαιρετιστήρια σφυρίγματα τών βυθισμένων πλοίων.

Γιάννης Ρίτσος

Καρλόβασι, 15.VΙΙΙ.1978
da “Ό σχοινοβάτης καί ή σελήνη”, 1982

lunedì 26 novembre 2018

Minuscoli pezzetti di niente (ma non sono certa che questa sia la giusta traduzione)

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Minuscoli pezzetti di niente (Le petit bout de rien)
di Eduardo Chirinos

Questo poeta peruviano è prematuramente scomparso, all'età di 56 anni, nel 2016.
Peccato.
Ho cercato invano la versione originale della poesia ma non l'ho trovata.
Così più sotto troverete la traduzione in inglese, ad opera di G.J. Racz
In quanto al titolo non sono sicura di averlo tradotto nel modo giusto.


Non c'è nessuna causa per la vanità e
non ce n'è nessuna per l'orgoglio:
è soltanto una questione di assemblare
parole in righe, poi dividerle (o lasciare
che si dividano da sole), sperando
che suonino bene o male. (Ciò che è importante
è che esse suonino come qualcosa.) E' tutta
una questione di stare all'erta cosicché il rosso
non sfoci in arancio o l'arancio in giallo o
il giallo in silenzio. Non c'è nessun motivo di
respingere il silenzio e nessun motivo di accettarlo,
allo stesso modo. Dovremmo parlare quando non
c'è niente da dire e star zitti quando gli altri parlano.
Questo è il compito del poeta, facci l'abitudine.
Non c'è niente di glorioso in esso. Il futuro
non conta per nulla e il passato ride di noi.
Non c'è alcun motivo di scrivere questa poesia
e nessuno per cancellarla, allo stesso modo.

Traduzione di Ipazia

Le petit bout de rien
by Eduardo Chirinos

There's no cause for vanity and none for
pride: it's just a matter of assembling
words in lines, then dividing them up (or
letting them divide themselves), hoping
they sound good or bad. (What's important
is that they sound like something.) It's all
a question of staying alert so that red doesn't
bleed into orange or orange into yellow or
yellow into silence. There's no cause for
rejecting silence and none for accepting it,
either. We should speak when there's nothing
to say and be quiet when others talk.
That's the poet's business, so get used to it.
There's nothing glorious about it. The future
doesn't count for anything and the past just
laughs at us. There's no cause for writing
this poem and none for deleting it, either.

From Still Life with Flies.
Translated by G. J. Racz

domenica 25 novembre 2018

NICANOR PARRA, La poesìa terminò conmigo, La poesia con me ha chiuso, trad. A.Panciroli


La bella " non intervista" di Gabriella Saba ci introduce degnamente a ricordare quello che fu il grande vecchio della poesia cilena, Nicanor Parra, morto il 24 gennaio 2018 a 104 anni.
 Fratello della poetessa e cantautrice Violeta Parra, amico nemico di Pablo Neruda (Pablo è petto di tacchino, io sono la zampa del gallo”,  disse una volta, fingendo di accreditare il rivale ma in realtà massacrandolo. Perché la zampa di gallo è più grezza e popolare ma più saporita, mentre il tacchino fa la sua figura, ma il sapore è poca cosa.), teorizzatore della non poesia....


NICANOR PARRA







Gabriella Saba su "La leggenda di Nicanor Parra



LA POESÍA TERMINÓ CONMIGO

Yo no digo que pongo fin a nada
No me hago ilusiones al respecto
Yo quería seguir poetizando
Pero se terminó la inspiración.
La poesía se ha portado bien
Yo me he portado horriblemente mal.

Qué gano con decir
Yo me he portado bien
La poesía se ha portado mal
Cuando saben que yo soy el culpable.
Está bien que me pase por imbécil!

La poesía se ha portado bien
Yo me he portado horriblemente mal
La poesía terminó conmigo.





Io non dico che metto fine a nulla
Al riguardo non mi faccio illusioni
Io vorrei fare ancora poesia
Ma è l'ispirazione  che è sparita
La poesia si è comportata bene
Io invece male, molto male

Che ci guadagno nel dire
Io mi sono comportato bene
La poesia si è comportata male
Quando tutti sanno che la colpa è mia.

E' giusto: sono proprio un imbecille!

La poesia si è comportata bene
Io invece orribilmente male
La poesia con me ha chiuso.





mercoledì 14 novembre 2018

Leukemia as white rabbit, Leucemia come un Bianconiglio, da Lucille Clifton’s Cancer Poems, Traduzione.A. Panciroli




leukemia as white rabbit

running always running murmuring
she will be furious    she will be
furious, following a great
cabbage of a watch that ells only
terminal time, down deep into a
rabbit hole of diagnosticians shouting
off with her hair    off with her skin and
i am    i am    i am    furious.








correre sempre correre borbottando
lei sarà furiosa  sarà furiosa  sarà
furiosa ,inseguendo un gran
cavolo a forma di orologio che  batte solo
il tempo della fine, sprofondata in 
una tana di coniglio di specialisti che urlano
tagliatele i capelli  tagliatele la pelle e
io sono  io sono  furiosa  furiosa



Nella traduzione spagnola di Ezequiel Zaidenwerg:



LA LEUCEMIA COMO CONEJO BLANCO (LUCILLE CLIFTON)

correr siempre correr y murmurar
se va a poner furiosa se va a poner
furiosa, siguiendo un gran repollo
que hace las veces de reloj y da
solamente la hora terminal, para internarse
en una conejera donde gritan los clínicos
córtenle el pelo córtenle la piel y

yo yo estoy yo estoy yo estoy furiosa.

lunedì 5 novembre 2018

Fina Garcìa Marruz, Y sin embargo sé que son tinieblas..., Eppure so che son soltanto tenebre




La versione integrale della poesia



Y sin embargo sé que son tinieblas...



Y sin embargo sé que son tinieblas
las luces del hogar a que me aferro,
me agarro a una mampara, a un hondo hierro
y sin embargo sé que son tinieblas.

Porque he visto una playa que no olvido,
la mano de mi madre, el interior de un coche,
comprendo los sentidos de la noche,
porque he visto una playa que no olvido.

Cuando de pronto el mundo da ese acento
distinto, cobra una intimidad exterior que sorprendo,
se oculta sin callar, sin hablar se revela,

comprendo que es el corazón extinto
de esos días manchados de temblor venidero
la razón de mi paso por la tierra.










E pure so che son soltanto tenebre
le luci della casa a cui mi afferro,
m'aggrappo a un paravento, a un ferro  profondo
eppure so che son soltanto tenebre.

Perché ho visto una spiaggia che non scordo,
la mano di mia madre, l'interno di un calesse,
comprendo il senso della notte,
Perché ho visto una spiaggia che non scordo.

Quando improvviso il mondo dà questo accento
diverso, prende una intimità esteriore che sorprendo,
si nasconde senza tacere, si rivela senza parlare,

comprendo  che è il cuore estinto
di quei giorni velati dal tremore che verrà
la causa del mio passaggio sulla terra.


lunedì 29 ottobre 2018

Diventare cavallo/ Becoming a horse

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Diventare cavallo
di Ross Gay

Passargli le mani sulla pancia,
allentare il morso e asciugare la saliva
dalla bocca mi ha trasformato
in pugno d'erba tra i suoi denti,
in mosca che gli assaggia l'orecchio.
Toccargli il naso con il mio mi ha fatto capire
il trifoglio che fiorisce, il mio occhio lustro nel suo
mi ha reso partecipe dei segreti del vasto campo.
Ma è stato appoggiare il mio cuore al cuore
del cavallo che mi ha fatto conoscere
il dolore dei cavalli. Il dolore
di un ruscello che increspa un prato. La larva
che gli si muove nel cadavere. Mi ha fatto rinunciare
ai miei pollici in cambio della lucentezza degli zoccoli non ferrati.
E così - mi ha fatto mettere via le mie torce.
E così - mi ha fatto mettere via i miei coltelli.
Mi ha fatto sentire la piccola canzone che cresceva
nel mio petto e il mantello del pelo che brillava e rabbrividiva.
E la mia faccia che si allungava.
E queste parole ripudiate, infine,
in cambio della lenta e onesta lingua dei cavalli.

Becoming a horse

It was dragging my hands along its belly,
loosing the bit and wiping the spit
from its mouth that made me
a snatch of grass in the thing's maw,
a fly tasting its ear. It was
touching my nose to his that made me know
the clover's bloom, my wet eye to his that
made me know the long field's secrets.
But it was putting my heart to the horse's that made me know
the sorrow of horses. Made me
forsake my thumbs for the sheen of unshold hooves.
And in this way drop my torches.
And in this way drop my knives.
Feel the small song in my chest
swell and my coat glisten and twitch.
And my face grow long.
And these words cast off, at last,
for the slow honest tongue of horses.

sabato 20 ottobre 2018

Alone di James Joyce, trad. Alessandro Pancirolli









  Alone by James Joyce
The moon's greygolden meshes make
All night a veil,
The shorelamps in the sleeping lake
Laburnum tendrils trail.

The sly reeds whisper to the night
A name-- her name-
And all my soul is a delight,
A swoon of shame.

Le grigiedorate reti della luna tutta
la notte fanno velo,
I lampioni  sulla riva del lago dormiente
tracciano  viticci di laburni.

I giunchi sottili sussurrano  alla notte
un nome - il suo nome -
E tutto il mio animo è un piacere,
un delirio di rimorso.




giovedì 11 ottobre 2018

La mia poesia più bella

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La mia poesia più bella?
Io non la scrissi.
Emerse dal profondo delle profondità.
La tacqui.
Masha Kaléko (Chrzanów 1907-Zurigo 1975)

venerdì 5 ottobre 2018

DEREK WALCOTT, da The Schooner Flight, The Flight Anchors in Castries Harbor, rad: A.Panciroli




The Flight Anchors in Castries Harbor

When the stars self were young over Castries,
I loved you alone and I loved the whole world. 
What does it matter that our lives are different?
Burdened with the loves of our different children? 
When I think of your young face washed by the wind 
and your voice that chuckles in the slap of the sea? 
The lights are out on La Toc promontory,
except for the hospital. Across at Vigie
the marina arcs keep vigil. I have kept my own
promise, to leave you the one thing I own,
you whom I loved first: my poetry.
We here for one night. Tomorrow, the Flight will be gone.






















La Flight all'ancora nel porto di Castro

Quando anche le stelle erano giovani nel cielo di Castro.
Amavo solo te ed amavo il mondo intero.
Cosa importa che le nostre vite siano differenti?
Gravati dall'amore dei nostri figli differenti?
Quando penso al tuo giovane viso lavato dal vento
ed alla tua voce che ride ironica sotto lo schiaffo del mare?
Le luci sono spente sul promontorio di La Toc,
tranne  che per l'ospedale. Oltre Vigie
vigilano gli archi del porticciolo.  Ho mantenuto la mia
promessa, lasciarti  la sola cosa che possiedo,
a te che per primo ho amata: la mia poesia.
Noi qui per una notte. Domani, la goletta Flight sarà partita.




sabato 29 settembre 2018

El precursor de Cervantes di Marco Denevi, trad. Alessando Panciroli


 La verdadera  historia di Don Quixote....

El precursor de Cervantes

di Marco Denevi


Vivía en El Toboso una moza llamada Aldonza Lorenzo, hija de Lorenzo Corchuelo y de Francisca Nogales. Como hubiese leído novelas de caballería, porque era muy alfabeta, acabó perdiendo la razón. Se hacía llamar Dulcinea del Toboso, mandaba que en su presencia las gentes se arrodillasen y le besaran la mano, se creía joven y hermosa pero tenía treinta años y pozos de viruelas en la cara. Se inventó un galán a quien dio el nombre de don Quijote de la Mancha. Decía que don Quijote había partido hacia lejanos reinos en busca de lances y aventuras, al modo de Amadís de Gaula y de Tirante el Blanco, para hacer méritos antes de casarse con ella. Se pasaba todo el día asomada a la ventana aguardando el regreso de su enamorado. Un hidalgo de los alrededores, un tal Alonso Quijano, que a pesar de las viruelas estaba prendado de Aldonza, ideó hacerse pasar por don Quijote. Vistió una vieja armadura, montó en su rocín y salió a los caminos a repetir las hazañas del imaginario don Quijote. Cuando, confiando en su ardid, fue al Toboso y se presentó delante de Dulcinea, Aldonza Lorenzo había muerto.








Viveva nel Toboso una donzella di nome Aldonza Lorenzo, figlia di Lorenzo Corchuelo e Francisca Nogales. Aveva letto molti romanzi sulla Cavalleria, poichè sapeva leggere bene; per questo perse la ragione. Si faceva chiamare Dulcinea del Toboso, comandava che in sua presenza la gente si inginocchiasse e le baciasse la mano, si credeva giovane e bella però aveva trenta anni e  il volto butterato dal vaiolo. Si inventò un corteggiatore a cui diede il nome di don Chisciotte della Mancha. Diceva che don Chisciotte era partito da regni lontani in cerca di lance ed avventure, allo stesso modo di Amadis de Gaula e Tirante el Blanco,  per guadagnare meriti prima di sposarla. Passava tutto il giorno affacciata alla finestra aspettando l'arrivo del suo innamorato. Un  gentiluomo dei dintorni, un tale Alonso Quijano, che malgrado le pustole del vaiolo si era innamorato di Aldonza,  ebbe l' idea di farsi passare per don Chisciotte. Si vestì di una vecchia armatura, salì su di un ronzino e si mise in cammino per ripetere le prodezze dell' immaginario don Chisciotte. Quando, confidando nel suo coraggio, arrivò al Toboso e si presentò davanti a Dulcinea, Aldonza Lorenzo era morta.

mercoledì 12 settembre 2018

Il lavoro del poeta

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Il lavoro del poeta
di Lorine Niedecker

Mio nonno
 
      mi avvisò
     
            Impara un mestiere


Io imparai

     a sedere alla scrivania

            e condensare


Nessuna tregua

      da questo

             aggrumare


traduzione di Ipazia


Poet's work
by Lorine Niedecker


My grandfather

       advised me:

             Learn a trade



I learned

        to sit at desk

              and condense



No layoff

        from this

              condensery

giovedì 6 settembre 2018

mercoledì 29 agosto 2018

Wallace Stevens Award

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Sonia Sanchez received the 2018 Wallace Stevens Award, given annually to recognize outstanding and proven mastery in the art of poetry.

Sonia Sanchez è stata premiata con il 2018 Wallace Stevens Award che si conferisce annualmente a chi si distingue nell'arte della poesia.

Ballad
by Sonia Sanchez

forgive me if I laugh                                perdonami se rido

you are so sure of love                             tu sei così certo dell'amore

you are so young                                      sei così giovane

and i too old to learn of love.     ed io troppo vecchia per impararlo.


the rain exploding                                    la pioggia che esplode

in the air is love                                         nell'aria è amore

the grass excreting her                             l'erba  che espelle la sua

green wax is love                                      verde cera è amore

and stones remembering                         e le pietre che ricordano

past steps is love,                                     gli antichi passi sono amore,

but you. you are too young                     ma tu. tu sei troppo giovane

for love                                                       per l'amore

and i too old.                                              ed io troppo vecchia.


once. what does it matter                        un tempo. cosa importa

when or who, i knew m                           quando o chi, conoscevo

of love.                                                       l'amore.

i fixed my body                                        ancoravo il mio corpo

under his and went                                 sotto il suo e andavo

to sleep in love                                         a dormire innamorata

all trace of me                                          ogni traccia di me

was wiped away                                       era spazzata via



forgive me if i smile                                perdonami se sorrido

young heiress of a naked dream            giovane erede di un sogno nudo

you are so young                                       tu sei così giovane

and i too old to learn of love.   ed io troppo vecchia per impararlo.

from Homegilrs § Handgrenades by Sonia Sanchez       

traduzione di ipazia


sabato 18 agosto 2018

FINA GARCIA MARRUZ, da Y sin embargo sé que son tinieblas....., Trad. Frencesco Tentori Montalto







tratta da

Y sin embargo sé que son tinieblas...

Y sin embargo sé que son tinieblas
las luces del hogar a que me aferro,
me agarro a una mampara, a un hondo hierro
y sin embargo sé que son tinieblas.

Porque he visto una playa que no olvido,
la mano de mi madre, el interior de un coche,
comprendo los sentidos de la noche,
porque he visto una playa que no olvido...


Eppure so che sono soltanto tenebre
le luci della casa a cui mi afferro,
il paravento a cui mi aggrappo, il ferro
eppure so che sono soltanto tenebre.

Perché ho visto una spiaggia che non scordo,
la mano di mia madre, l' interno di un calesse,
ora comprendo il senso della notte,
perché ho visto una spiaggia che non scordo...

lunedì 30 luglio 2018

Buone vacanze!

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VACATION
Rita Dove, 1952

Amo il momento prima del decollo,
senza tempo, senza casa
con soltanto i grigi sedili in vinile
messi in fila come una sequela di
bambole di carta. Presto saremo
chiamati all'imbarco, molto presto
ci sarà la goffa procedura della fila
e dei biglietti perforati—ma per ora
posso osservare queste trasandate famiglie
col loro tubare e litigare
o la ragazza in tacchi alti
che tenta di ignorare il pianto del bambino
e la sua esausta madre in attesa di chiamata
mentre l'atleta, l'enorme mano
addormentata sulla sua sacca, ascolta, 
appollaiato come una foca ammaestrata
in attesa di tuffarsi.
Persino il manager solitario
che ha vagato fin qui quest'estate
col suo frenetico itinerario, la ventiquattrore
sulle ginocchia—persino lui
ha lavorato per il piacere di trasportare
non più di un frammento di se stesso
in questa sala d'attesa.
Lui cenerà fuori, lei dormirà fino a tardi,
entrambi lasceranno che il sole li bruci
tutto il giorno felici
—una piccola speranza, un piccolo capriccio
prima che l'altoparlante blateri
e che noi ci alziamo per diventare
il volo 828, che ora s'imbarca all'uscita 17.

VACATION

I love the hour before takeoff,
that stretch of no time, no home
but the gravy vinyl seats linked like
unfolding paper dolls. Soon we shall
be summoned to the gate, soon enough
there'll be the clumsy procedure of row numbers
and perforated stubs—but for now
I can look at these ragtag nuclear families
with their cooing and bickering
or the heeled bachelorette trying
to ignore a baby's wail and the baby's
exhausted mother waiting to be called up early
while the athlete, one monstrous hand
asleep on his duffel bag, listens,
perched like a seal trained for the plunge.
Even the lone executive
who has wandered this far into summer
with his lasered itinerary, briefcase
knocking his knees—even he
has worked for the pleasure of bearing
no more than a scrap of himself
into this hall. He'll dine out, she'll sleep late,
they'll let the sun burn them happy all morning
—a little hope, a little whimsy
before the loudspeaker blurts
and we leap up to become
Flight 828, now boarding at Gate 17.