giovedì 26 gennaio 2017

Alejandra Pizarnik, La notte,




















La notte

So poco della notte
ma la notte sembra sapere di me,
e in più, mi cura come se mi amasse,
mi copre la coscienza con le sue stelle.
Forse la notte è la vita e il sole la morte.
Forse la notte è niente
e le congetture sopra di lei niente
e gli esseri che la vivono niente.
Forse le parole sono l'unica cosa che esiste
nell'enorme vuoto dei secoli
che ci graffiano l'anima con i loro ricordi.

Ma la notte deve conoscere la miseria
che beve dal nostro sangue e dalle nostre idee.
Deve scaraventare odio sui nostri sguardi
sapendoli pieni di interessi, di non incontri.

Ma accade che ascolto la notte piangere nelle mie ossa.
La sua lacrima immensa delira
e grida che qualcosa se n'è andato per sempre.

Un giorno torneremo ad essere.

































































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martedì 24 gennaio 2017

ENOUGH MUSIC/ SILENCE

Risultati immagini per VIAGGIO IN MACCHINA


ENOUGH MUSIC
BY DORIANNE LAUX

Sometimes, when we're on a long drive,
and we've talked enough and listened
to enough music and stopped twice,
once to eat, once to see the view,
we fall into this rhythm of silence.
It swings back and forth between us
like a rope over a lake.
Maybe it's what we don't say
that saves us.

SILENCE *
BY DORIANNE LAUX

Talvolta, quando il viaggio è lungo,
e abbiamo parlato abbastanza e ascoltato
abbastanza musica e ci siamo fermati due volte,
una per mangiare, l'altra per ammirare il panorama,
cadiamo in questo ritmo del silenzio.
Esso oscilla avanti e indietro tra noi
come una corda su un lago.
Forse è proprio ciò che non diciamo
che ci salva.

Traduzione di Ipazia
*Il titolo l'ho cambiato. Abbastanza musica è, secondo me, un titolo talmente privo di musica!


mercoledì 18 gennaio 2017

WONDER AND JOY , Robinson Jeffers



Wonder and joy
by Robinson Jeffers (American poet, 1887,1962)

The things that one grows tired of--O, be sure
They are only foolish artificial things!
Can a bird ever tire of  having things?
And I, so long as life and sense endure,
(Or brief be they!) shall nevermore inure
My heart to the recurrence of the springs,
Of gray dawns, the gracious evenings,
The infinite wheeling stars. A wonder pure
Must ever well within within me to behold
Venus decline; or great orion, whose belt
Is studded with three nails of burning gold,
Ascend the winter heaven. Who never felt
This wondering joy may yet be good or great:
But envy him not: he is not fortunate.


Gioia e stupore

Ciò che ti stanca—O, certo sia
Son solo cose superficiali!
Può un uccello stancarsi di aver ali?
Ed io, mentre della vita vado in via,
(O sia pur essa breve!) giammai vorrò che stia
Il cuor mio senza augurali primavere,
O grigie aurore, o gentili sere,
O le infinite ruotanti stelle. La sorpresa mia
Dovrà accompagnarmi all'ammirare
Di Venere il tramonto; o il grande Orione,
La cui cintura brilla di tre scintille rare,
Che ascende il freddo cielo. A chi mai provò l'alone
Di tal stupenda gioia potrà pure andar benone:
Ma non invidiarlo punto: la sorte a lui nulla propone.

Traduzione di Ipazia

mercoledì 11 gennaio 2017

Alejandra Pizarnik, PUERTO ADELANTE, traduzione Alessandro Panciroli



Noche tibia. Sensación placentera. Los sones abstractos de las vías colmaban sus oídos eufóricos. Pensaba en el puerto que veía tan seguido… puerto de colores impresionistas y hombres sucios de brazos mojados y brillosos y vello crecido y húmedo. Hombres impasibles a la lejanía maravillosa, al cielo entre los barcos, al paisaje de conjunto, al suelo atiborrado de objetos de lugares remotos como pedazos de mundo en el melancólico corazón de un mar…
Sí. Hundirse una noche en las calles del puerto. Caminar, caminar…
Sí. Sola. Siempre sola. Lenta, muy lentamente. Y el aire estará enrarecido, será un aire cosmopolita y el suelo lleno de papeles de cigarrillos que alguna vez existieron, blancos y hermosos.
Sí. Se seguirá caminando. Hundirse, oscuridad, caminar…
Sí. Y una estrella dará su color al ancla de plata que llevaba en su pecho. Tirar el ancla. Sí. Muy junto a ese barco gigante de rayas rojas y blancas y verdes… irse, y no volver.

















Notte tiepida. Sensazione piacevole. I suoni astratti delle strade riempivano le sue orecchie euforiche.  Pensava al porto che vedeva così spesso...porto dai colori impressionista e uomini sudici dalle braccia bagnate e splendenti e dal pelo folto e umido. Uomini impassibili di fronte alla meravigliosa lontananza, al cielo tra le barche, al paesaggio , al terreno pieno di oggetti da luoghi remoti come pezzi di mondo nel malinconico cuore di un mare...
Sì.Sprofondare una notte nei vicoli del porto. Camminare, camminare...
Sì. Sola. Sempre sola. Lenta, molto lentamente. E l'aria sarà rarefatta, sarà un aria  cosmopolita e il terreno pieno di carte di sigarette che qualche volta esistirono, belle e bianche.
Sì. Continuare  a camminare. Sprofondare, oscurità, camminare...
Sì. E una stella darà il suo colore all'ancora d'argento che aveva sul petto.Gettare l'ancora. Sì. Molto vicino a questa barca gigante a righe rosse e bianche e verdi...andarsene, e non tornare.

mercoledì 4 gennaio 2017

Alejandra Pizamik, Cantora nocturna, da EXTRACCION DE LA PIEDRA DE LOCURA, Trad. A. Panciroli


Alejandra Pizarnik (Buenos Aires, 29 aprile 1936 – Buenos Aires, 25 settembre 1972) è stata una poetessa argentina.
Figlia di immigranti ebrei russi, studia Lettere e Filosofia all'Università di Buenos Aires. In seguito, studia pittura con Juan Batlle Planas.
Dal 1960 al 1964 lavora a Parigi per la rivista Cuadernos e per varie case editrici. Traduce anche autori come Antonin Artaud, Aimé Césaire, Yves Bonnefoy ed altri. Nel frattempo studia storia delle religioni all'Università della Sorbona.
I suoi principali lavori risalgono al periodo in cui torna a vivere a Buenos Aires. Sono di questo periodo, infatti, I lavori e le notti, Estrazione della pietra della pazzia e L'inferno musicale.
Nel 1969 esce La contessa crudele (o sanguinaria), testo in prosa. Lo stesso anno riceve una borsa di studi Guggenheim;[1] dopo due anni vince quella Fullbright.
Muore suicida il 25 settembre 1972, per un'overdose di seconal. Dopo la sua morte, lo scrittore argentino Julio Cortázar le dedicò la poesia Aquí Alejandra.




CANTORA NOCTURNA


La que murió de su vestido azul está cantando.
Canta imbuida de muerte al sol de su ebriedad.
Adentro de su canción hay un vestido azul,
hay un caballo blanco, hay un corazón verde
tatuado con los ecos de los latidos de su corazón muerto.
Expuesta a todas las perdiciones,
ella canta junto a una niña extraviada
que es ella: su amuleto de la buena suerte.
Y a pesar de la niebla verde en los labios
y del frío gris en los ojos,
su voz corroe la distancia que se abre
entre la sed y la mano que busca el vaso.
Ella canta.





                                                                         

Quella che morì del suo vestito blu sta cantando.
Canta  imbevuta di morte al sole della sua ubriachezza.
Nella sua canzone c'è un abito blu,
c'è un cavallo bianco, c'è un cuore verde
tatuato con gli echi dei battiti del suo cuore morto.
Esposta a tutte le perdizioni
canta insieme a una ragazza randagia
che è lei stessa:il suo amuleto portafortuna.
E nonostante la nebbia verde sulle labbra 
e il freddo grigio negli occhi,
la sua voce corrode la distanza che  si apre
tra la sete e la mano che va cercando il bicchiere. 
Lei canta.