mercoledì 23 novembre 2016
Forse il mondo finisce qui. Perhaps the world ends here.
Forse il mondo finisce qui.
Joy Harjo, 1951
The world begins at a kitchen table. No matter what, we must eat
to live.
The gifts of earth are brought and prepared, set on the table. So it has been since creation,
and it will go on.
We chase chickens or dogs away from it. Babies teethe at the corners. They scrape their
knees under it.
It is here that children are given instructions on what it means to be human. We make men
at it, we make women.
At this table we gossip, recall enemies and the ghosts of lovers.
Our dreams drink coffee with us as they out their arms around our children. They laugh with
us at our poor falling-down selves and as we put ourselves back together once again at the
table.
This table has been a house in the rain, an umbrella in the sun.
Wars have begun and ended at this table. It is a place to hide in the shadow of terror. A
place to celebrate the terrible victory.
We have given birth on this table, and have prepared our parents for burial here.
At this table we sing with joy, with sorrow. We pray of suffering and remorse. We give
thanks.
Perhaps the world will end at the kitchen table, while we are laughing and crying, eating of the last sweet bite.
Forse il mondo finisce qui.
Il mondo comincia ad un tavolo da cucina. Non importa cosa, ma dobbiamo mangiare
per vivere.
I doni della terra sono portati e preparati, collocati sulla tavola. Così è stato fin dalla creazione,
così sarà sempre.
Cacciamo i polli e i cani via da essa. I piccoli mettono i denti ai suoi angoli. Essi strofinano
le ginocchia sotto di essa.
E' qui che ai bambini viene insegnato cosa significa essere umani. Vi facciamo gli uomini,
vi facciamo le donne.
A questa tavola spettegoliamo, ricordiamo i nemici e i fantasmi degli amanti.
I nostri sogni bevono caffè con noi mentre abbracciano i nostri bambini. Essi ridono con
noi dei nostri ego stramazzanti e mentre ci sediamo ancora una volta attorno ad essa.
Questa tavola è stata una casa nella pioggia, un ombrello sotto il sole.
Le guerre hanno avuto inizio e sono terminate qui. E' un luogo presso cui nascondersi nell'ombra del terrore.
Un posto dove celebrare la terribile vittoria.
Abbiamo generato su questa tavola, su di essa abbiamo dato sepoltura ai nostri cari.
A questa tavola cantiamo con gioia, con dolore. Preghiamo per la sofferenza e il rimorso. Rendiamo
grazie.
Forse il mondo finirà al tavolo da cucina, mentre ridiamo e piangiamo, mentre diamo l'ultimo dolce morso.
Traduzione di Ipazia
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Commenti sul post
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Mentre la traducevo, pensavo che vi avrei trovato soltanto una mera elencazioni di eventi che accadono attorno al tavolo da cucina. Poi mi sono accorta, lungo la traduzione, che gli eventi reali diventavano via via metafore. Così la poesia è diventata subito più interessante.
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