sabato 23 settembre 2017

EXILIADA DER SUR, di Violeta Parra, versione di Patricio Manns/ Inti Illimani










Maledico la luna e il paesaggio, / Le valli e i deserti; /
Maledico tutti, morto per morto / E vivo per vivo, dal re al paggio; /
L’uccello col suo piumaggio / Lo maledico per dispetto; / Le aule, le
sagrestie, / Perché mi affligge un dolore. / Maledico la parola "amore"

                                                                                            (Violeta Parra)

Nel capitolo LVIII delle sue Décimas, Violeta parra parla dei suoi viaggi nel sud del Cile, allora la zona più misera e dimenticata del paese; fu durante uno di questi viaggi, in un concerto a Punta Arenas (la città più meridionale del mondo, probabilmente), che accadde il celebre episodio delle donne di un quartiere che le donarono una sedia fabbricata da loro stesse per permettere a Violeta di arrivare al microfono (era alta soltanto 1,49). Violeta Parra, a contatto con la durissima realtà di quelle zone, prese a sentirsi come una vera e propria esiiata, come esiliati erano coloro che vi abitavano; immaginò, per amore e solidarietà, di lasciare in ogni luogo, in ogni villaggio, in ogni mare, un pezzo di se stessa. Un vero e proprio smembramento, dal quale Patricio Manns, un anno prima che Violeta si suicidasse, trasse questa indimenticabile canzone.

tratto da https://www.antiwarsongs.org





Un ojo dejé en Los Lagos
por un descuido casual
el otro quedó en Parral
en un boliche de tragos
recuerdo que mucho estrago
de niña vio el alma mía
miserias y alevosías
anudan mis pensamientos
entre las aguas y el viento
me pierdo en la lejanía.

Mi brazo derecho en Buín
quedó, señores oyentes
el otro en San Vicente
quedó, no sé con qué fin
mi pecho en Curacautín
lo veo en un jardincillo
mis manos en Maitencillo
saludan en Pelequén
mi falda en Perilauquén
recoge unos pececillos.

Se m’enredó en San Rosendo
un pie el cruzar una esquina
el otro en la Quiriquina
se me hunde mares adentro
mi corazón descontento
latió con pena en Temuco
y me ha llorado en Calchuco
de frío por una escarcha
voy y enderezo mi marcha
a la cuesta ‘e Chacabuco.

Mis nervios dejo en Granero

la sangr’en San Sebastián
y en la ciudad de Chillán
la calma me bajó a cero
mi riñonada en Cabrero
destruye una caminata
y en una calle de Itata
se me rompió el estrumento
y endilgo pa Nacimiento
una mañana de plata.

Desembarcando en Riñihue
se vio a la Violeta Parra
sin cuerdas en la guitarra
sin hojas en el colihue
una bandá’ de chirigües
le vino a dar un concierto
desembarcando en Riñihue
se vio a la Violeta Parra.

Desembarcando en Riñihue
se vio a la Violeta Parra










L'ESILIATA DEL SUD



Un occhio lo lasciai a Los Lagos 
per un disguido casuale;
l'altro rimase a Parral
dentro una osteria.
Ricordo quante stragi fin da bambina
ha visto l'anima mia:
miseria e tradimenti
s'intrecciano ai miei pensieri,
e tra le acque e il vento
mi perdo nella lontananza.

Il mio braccio destro rimase
a Buin, signori ascoltatori
e l'altro a San Vincente
non so proprio perché.
Il petto a Curacautín
lo vedo in un giardinetto,
le mani a Maitencillo
salutano Pelequén,
La  mia camicetta a Perquilauquén
fa da casa ai pesciolini

Mi si impigliò a San Rosendo
un piede attraversando la strada
e l'altro nella Quiriquina
mi sprofondò in alto mare.
Il mio cuore scontento
batté con pena a Temuco
e per il freddo ha pianto a Calbuco
solo per  per una gelata.
Vado e riprendo la strada
verso l'erta di Chacabuco.

Lascio i miei nervi a Graneros
il sangue a San Sebastián,
e nella città di Chillán
la calma mi scese a zero.
I miei reni a Cabrero
li distrugge una camminata
e in una strada di Itata
mi si spezzò lo strumento.
E tiro dritto per Nacimiento 
in un mattino d'argento.

Mentre sbarcava a Riñihue
hanno visto Violeta Parra
senza corde nella chitarra
senza foglie nel coligue
Uno stormo di fringuelli
venne per farle un concerto.
Mentre sbarcava a Riñihue
hanno visto Violeta Parra.

Mentre sbarcava a Riñihue
han novisto Violeta Parra. 







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