Visualizzazione post con etichetta Genesis. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Genesis. Mostra tutti i post

venerdì 15 settembre 2017

THE CARPET CRAWLERS

Risultati immagini per CARPET CRAWLERS

The carpet crawlers heed their callers
We've got to get in to get out
We've got to get in to get out
We've got to get in to get out

venerdì 22 maggio 2015

Fly on a Windshield

Risultati immagini per the lamb lies down

There's something solid forming in the air
And the wall of death is lowered in Times Square
No one seems to care
They carry on as if nothing was there

The wind is blowing harder now
Blowing dust into my eyes
The dust settles on my skin
Making a crust I cannot move in
And I'm hovering like a fly, waiting for the windshield on the freeway...

mercoledì 20 maggio 2015

Echoes of the Broadway everglades

Risultati immagini per everglades

Echoes of the Broadway everglades,
With their mythical madonnas still walking in their shades
Lenny Bruce declares a truce and plays his other hand
Marshall McLuhan, casual viewing, head buried in the sand
Sirens on the rooftops wailing, but there's no ship sailing
Groucho, with his movies trailing, stands alone with his punchline failing...


venerdì 10 gennaio 2014

THE LAMIA (part fourth)



Ed eccoci arrivati alla quarta ed ultima parte del post "THE LAMIA". In questo post pubblicherò il testo della canzone "The Lamia" dei Genesis.
Ma prima voglio dirvi alcune cose!
I Greci antichi credevano che le Lamia fossero dei vampiri che rapivano i bambini per succhiarne il sangue. Esse erano raffigurate come dei serpenti con il corpo di una donna.

Secondo un'altra storia, invece, Lamia era una regina libica che si innamorò di Zeus. Purtroppo, però, la gelosa moglie di Zeus, Era, la trasformò in un mostro e uccise i suoi figli. Essa la rese, inoltre, incapace di chiudere gli occhi cosicchè le era impossibile addormentarsi e dimenticare almeno per un po' la terribile immagine della morte dei suoi figli.

Quando Zeus vide tutto ciò, ebbe pietà di Lamia e così le fece il dono di poter rimuovere gli occhi dalle orbite e poi rimetterli al loro posto di nuovo.

In questo modo, sebbene impossibilitata al riposo, ella potè almeno dimenticare per un po' la sua sfortuna.

Pare che, ancora oggi, i Greci dicano ai bambini, per farli spaventare: Guarda che arriva Lamia, invece che l'uomo nero che chiamiamo noi!
Non è fantastico?

We have come to the fourth and last part of the post "THE LAMIA".
The ancient Greeks thought that the Lamia were vampires which kidnapped children to suck their blood. It seems that, nowadays, Greeks still use this mythological figure to frighten their children!
Isn't it incredible?

THE LAMIA, GENESIS (from "The Lamb Lies Down on Broadway, 1974)

The scent grows richer, he knows he must be near.
He find a long passageway lit by chandeleir.
Eache step he takes, the perfumes change, from familiar fragrance to flavours strange.
A magnificent chamber meets his eye.

Inside, a long rose-water pool is shrouded by fine mist.
Stepping in the moist silence, with a warm breeze he's gently kisse.
Thinking he is quite alone, he enters the room as if it were his own.
But ripples on the sweet pink water reveal some company unthought of.

Rael stand astonished doubting his sight, struck by beauty, gripped in fright;
Three vermilion snakes of female face, the smallest motion, filled with grace.
Muted melodies fill the echoing hall, but there is no sign of warning in the siren's call:
"Rael, welcome! We are the Lamia of the pool.
We have been waiting for our waters to bring you cool."

Putting fear beside him, he trusts in beauty blind.
He slips into the nectar, leaving his shredded clothes behind.
With thir tongues, they test taste and judge all that is mine.
They move in a series of caresses that glide up and down my spine.

As they nibble the fruit of my flesh I feel no pain,
Only a magic that a name would stain.
With the first drop of my blood in their veins, their faces are convulsed in mortal pains.
The fairest cries, "We all have loved you Rael."

Each empty snake-like body floats,
Slet sorrow in empty boats.
A sickly sourness fills the room;
The bitter harvest of a dying bloom.
Looking for motion I know I will not find.
I stroke the curls now turning pale in which I'd lain entwined.

"O' Lamia, your flesh that remains I will take as my food;
It is the scent of galric that lingers on my chocolate fingers."

Looking behind me, the water turns icy blue
The lights are dimmed andd once again the stage is set for you.

Il profumo si fa più intenso. Egli sa d'esser vicino.
Si imbatte in un lungo corridoio illuminato da candelabri.
Ad ogni passo che fa, i profumi cambiano da fragranze familiari a sconosciuti aromi.
Una sala magnifica incontra i suoi occhi.

All'interno, una lunga vasca d'acqua rosa è avvolta da nebbia sottile.
Camminando nell'umido silenzio, da una  calda brezza viene baciato.
Pensando d'esser solo, entra nella stanza come fosse la sua
Ma onde sulla dolce acqua rosa rivelano una compagnia inaspettata.

Rael resta attonito, dubitando della sua vista, folgorato dalla bellezza, preso dal panico;
Tre serpenti vermigli con volti di donna, dalle piccole movenze piene di grazia.
Mute melodie riempiono la sala echeggiante, ma non c'è alcun segno d'allarme nel richiamo delle sirene: "Rael, benvenuto! Noi siamo le Lamia della piscina.
Aspettavamo da tanto che le nostre acque ti portassero refrigerio."

Lasciandosi la paura alle spalle, egli ha fiducia nella cieca bellezza.
Egli scivola nel nettare, lasciando i suoi vestiti strappati dietro di sè.
Con le loro lingue esse assaggiano, assaporano e giudicano tutto ciò che è mio.
Si muovono in una serie di carezze che corrono su e giù lungo la mia schiena.

Mentre mordono il frutto della mia carne, non sento alcun dolore,
Ma soltanto un'estasi che un nome macchierebbe.
Con la prima goccia del mio sangue nelle loro vene, i loro volti si contraggono in smorfie mortali.
La più bella urla: "Tutte noi ti abbiamo amato, Rael."

Ogni corpo  serpentino galleggia inanimato,
Muto dolore in barche vuote.
Una nauseante acidità riempie la stanza;
L'amaro raccolto di una bellezza morente,
Cercando la vita so che non ne troverò.
Accarezzo le spire già pallide in cui ero rimasto avvinto.

"Oh Lamia, ciò che resta del vostro corpo mi nutrirà;
E' l'odore dell'aglio che resiste sulle mie dita di cioccolato."

Guardando dietro di me, l'acqua diventa di un gelido blu.
Le luci si abbassano e una volta ancora la scena è pronta per te.

Traduzione di Ipazia
http://www.youtube.com/watch?v=jWRrQ6GlI8o

lunedì 11 novembre 2013

THE LAMIA , Part one






John William Waterhouse, 1849-1917, Lamia

Affrontiamo oggi  il testo della canzone dei Genesis “The Lamia”. Essa è tratta dal concept-album “The lamb lies down on Broadway” del 1974.
Il testo è straordinario (come, del resto, tutti i testi dei Genesis). Ma, a differenza dei testi di molte altre loro canzoni, molto criptici, questo è di più facile comprensione e porta facilmente i lettori ad immedesimarsi nelle vicende di Rael, il protagonista della storia raccontata nel disco.
Questi sono gli anni in cui i gruppi rock non si limitavano a scrivere canzoni, ma componevano delle vere e proprie opere rock che raccontavano una storia o che, comunque, avevano un minimo comune denominatore.
“The lamb lies down on Broadway” (E l’agnello si sdraia su Broadway) narra le vicende di Rael, delinquente e stupratore che, al pari di Alice, si ritrova catapultato in una dimensione parallela dove fa incontri inusitati e dove vive avventure oniriche e straordinarie.
Uno degli incontri che Rael fa è proprio quello con le Lamia.
Ma prima di presentarvi il testo tradotto della canzone voglio darvi alcune notizie su queste creature, tramite la connessione con la poesia. Infatti io stessa non sapevo che il poeta inglese John Keats (1795-1821) avesse scritto un poema intitolato “Lamia”.
Egli lo scrisse nel 1819, subito dopo il suo più brillante e prolifico periodo durante il quale egli scrisse “La belle dame sans merci”, e le sue Odi alla Malinconia, alla Indolenza, ad un’ Urna Greca e ad un Usignolo e prima del suo poema più famoso che è “Ode all’Autunno”.
“Lamia” racconta di come il dio Ermes oda di una ninfa che pare essere la più bella di tutte le ninfe.
Egli parte, così, alla sua ricerca ma, durante il viaggio, si imbatte, invece, in  Lamia, intrappolata nel corpo di un  serpente. Ella gli fa il dono di rivelare alla sua vista la ninfa, altrimenti invisibile, ed egli, in ricompensa, le restituisce la sua forma umana.
Lamia fugge alla ricerca di un giovane di Corinto, Licio, mentre Ermes e la ninfa fuggono nel fitto dei boschi.
La fine non voglio dirvela altrimenti si perde la sorpresa!

Eccovi alcuni  passi tratti dal poema di Keats e da me tradotti. Notate la rima baciata lungo tutto il poema che è stato scritto nell' "heroic couplet" che è l'erede inglese del nostro endecasillabo. In poesia abbiamo inventato tutto noi e gli altri ci hanno solo copiato (persino Shakespeare).
C'è un punto ed uno solo in cui non c'è la rima. Non ho capito  se è un errore del testo ricopiato su Internet o se, in quel momento, Keats avesse perso l'ispirazione o avesse avuto una tale brutta notizia da non aver voglia di cercare la rima.
A voi l'ardua sentenza e la ricerca del verso in cui non c'è la rima!

Today I will speak about "The Lamia", a song from Genesis' album "The lamb lies down on Broadway."
The lyrics are extraordinary and suggestive and that is the reason why I decided to publish them. But, before this, I want to tell you that I did not know that John Keats wrote a poem entitled "Lamia".
It tells the story of Hermes, who is in love with an invisible nymph who lives in Crete and of Lamia who is a lovely woman trapped in the form of a serpent.
Here are some parts of the poem I have translated in Italian.
You will read, obviously, the part in English.  Note, please, the rhymes in the poem and its rhythm (it is the so called "heroic couplet").

.…. Hermes
From high Olympus had he stolen light,
On this side of Jove’s cloud, to escape the sight
Of his great summoner, and made retreat
Into a forest on the shores of Crete.
For somewhere in that sacred island dwelt
A nymph, to whom all hoofed Satyrs knelt;
At whose white feet the languid Tritons poured
Pearls, while on land they wither’d and adored.

..Ermes
Dall’alto Olimpo si era ritirato,
Su questo lato del nembo di Giove, per fuggire alla vista
Del suo grande inquisitore, e ritirarsi
In una foresta sulle spiagge di Creta.
Poiché in qualche dove sulla sacra isola viveva
Una ninfa, a cui tutti gli ungulati Satiri si inchinavano;
Ai cui eburnei piedi i languidi Tritoni deponevano
Perle, mentre sulla terra essi deperivano e la adoravano.


.....
From vale to vale, from wood to wood, he flew,
Breathing upon the flowers his passion new,
And wound with many a river to its head,
To find where this sweet nymph prepar’d her secret bed:
In vain; the sweet nymph might nowhere be found,
And so he rested, on the lonely ground,
Pensive, and full of painful jealousies
Of the Wood-Gods, and even the very trees.

Di valle in valle, di bosco in bosco, egli volò,
Soffiando sui fiori la sua passione,
Sorvolando molti fiumi fino alla sorgente,
Per trovare dove la dolce ninfa preparasse il suo segreto letto:
Invano; la dolce ninfa non fu mai trovata,
Così egli restò fermo, sul suolo solitario,
Pensoso, e pieno di dolorosa gelosia

Per gli Dèi dei Boschi e persino per gli alberi stessi.

The God, dove-footed, glided silently
…..
Until he found a palpitating snake,
Bright, and cirque-couchant in a dusky brake,
She was a Gordian shape of dazzling hue,
Vermilion-spotted, golden, green and blue;
Striped like a zebra, freckled like a pard,
Eyed like a peacock, and all crimson barr’d;


Il Dio, con ali di colomba alato, avanzò in silenzio
…..
Finchè trovò un serpente palpitante,
Luminoso, avvitato su se stesso in un bosco oscuro,
In forma di nodo di abbagliante colore,
A macchie vermiglie, d’oro, verdi e blu;
A strisce come zebra, di leopardo macchiato,
Con gli occhi del pavone e tutto di carminio acceso;

“Thou smooth-lipp’d serpent, surely high inspired!
……
Telling me only where my nymph is fled.”
…..
“Too frail of heart! For this lost nymph of thine,
Free as the air, invisible, she strays
About these thornless wilds; her pleasant days
She tastes unsee; unseen her nimble feet
Leave traces in the grass and flowers sweet;
And by my power is her beauty veil’d
To keep it unaffronted, unassail’d,
By the love-glances of unlovely eyes,
Of Satyrs, Fauns, and blear’d Silenus’ sighs.”
…..
“Thou shalt behold her, Hermes, thou alone,
If thou wilt, as thou swearest, grant my boon!”
…..
“I was a woman, let me have once more
A woman’s shape, and charming as before.
I love a youth of Corinth – O the bliss!
Give me my woman’s form, and place me where he is.
Stoop, Hermes, let me breath upon thy brow,
And thou shalt see thy sweet nymph even now.”

Tu serpente dalle soavi parole, sei di certo ispirato!
…..
Dimmi, ti prego, dove la mia ninfa è fuggita.”
…..
“Troppo fragile di cuore! Poichè questa tua ninfa,
Libera come l’aria, invisibile, si aggira
Tra queste macchie senza spine; i suoi dolci giorni
Ella gode non vista; non visti i suoi lesti piedi
Lasciano tracce sull’erba e sui dolci fiori;
E dal mio potere velata è la sua bellezza
Per renderla invisibile
Agli sguardi d’amore di ripugnanti occhi,
Di Satiri, di Fauni, e dai sospiri lascivi di Sileno.”
……
“Tu la scorgerai, Ermes, tu soltanto,
Se, come giuri, salvezza mi assicuri!”
……
Io ero una donna, lascia che io di nuovo abbia
Le forme di una donna, e bella come allora.
Io amo un giovane corinzio – Oh me beata!
Rendimi una donna e lasciami dove è lui.
Chinati, Ermes, lascia che io soffi sui tuoi occhi,
Così vedrai la tua dolce ninfa proprio ora.”