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venerdì 20 marzo 2015

Oggi ventuno marzo (e non fa niente se la posto il venti)

Risultati immagini per primavera

Oggi ventuno marzo entra l'Ariete
nell'equinozio e picchia la sua
testa maschia contro alberi e rocce,
e tu amore stacchi
ai suoi colpi il vento d'inverno
dal tuo orecchio inclinato
sull'ultima mia parola. Galleggia
la prima schiuma sulle piante, pallida,
quasi verde e non rifiuta
l'avvertimento. E la notizia corre
ai gabbiani che s'incontrano
fra gli arcobaleni: spuntano
scrosciando il loro linguaggio
di spruzzi che rintoccano
nelle grotte. Tu copri il loro grido
al mio fianco, apri il ponte
fra noi e le raffiche
che la natura prepara sottoterra
in un lampo privo di saggezza,
oltrepassi la spinta dei germogli.
Ora la primavera non ci basta.

Salvatore Quasimodo

venerdì 3 agosto 2012

TO THE FOLIAGE OF WILLOW TREES, ALLE FRONDE DEI SALICI, Salvatore Quasimodo, trad. A. Panciroli

And how could we sing
with the hostile foot upon our hearts,
among abandoned slains in the squares
on the  hard iced weed, to the lamb
moan of the children, to the black howl
of the mother  went forward  the son
crucified to the telegraph pole?
To the foliage of willow trees, as vow,
also our zithers were hung,
swayed lightly by the sad wind.



E come potevano noi cantare

Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.