CORSO
Al crepuscolo la città s'incava nel cielo vuoto, ha
una sua luce fredda ed incisiva in cui pesa reale e
deserte: sembra che si affronti e si domini silenziosa.
Ma repentinamente si disarticola nelle sue luci,
s'apre a gridi nelle strade: perde la sua solitudine
ed il cielo.
Si delude la speranza: al crepuscolo sentivo di di-
nire inanimato ed eterno, con la città giunto al
silenzio, e liberato nel mio profilo come le mon-
tagne.
Ora, ripreso dal movimento, vivo: e senza distacco
non mi posso vedere ed escludere. Perdo lo spazio
nei luoghi, ed il silenzio e il suo infinito nelle oc-
casioni del tempo: io stesso casuale in brevi sguardi
di cose vere, in ascolto di voci. E sicuro di dubbi
senza attenderli immanenti ed assoluti in un unico
divieto. Sempre giungo al punto di risolvermi in un
volto sereno e di temerlo: ricordo l'elezione per-
duta come una nascita in cui finalmente dovrò
morire.
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