lunedì 20 ottobre 2014

Alfonso Gatto, SAN LIBERATORE, trad. inglese James Waldeen




Dalla nostra casa si vedeva il mare, nel golfo delle montagne.
Il paese saliva con le sue scale verdi, tra gli alberi rugginosi ed incatenati, ad un gran terrapieno a picco sulla valle. Lievito d'acque, a sera, tra le canne ed il fogliame: odore d'erbe, aspro e rapido nel vento.
A petto largo si fiutava lo spazio come un mare. Si capitava così nella notte: gli uomini lenti appendevano i lumi alle case, ed il paese rimaneva approdato ai banchi umidi. Letto di ferro: nella stanza nuda, odore di sorbe. Travi grosse al soffitto, dal balcone aperto il vasto soffio della terra. Intirizzivo nella mia carne, dormivo ridente ed intero.


From our house you could see the sea in the gulf of  the mountains.
The village grew with its green staircases, among the rusty and chained trees, to a large embankment abruptly over the valley. Yeast of waters, at night, among  canes and  foliage:  the smell, sour and fast in the wind, of  herbs.  Sticking our chests out ,we sniffed the space as sea. So it happened in the night: slow men hung the lights at the houses, and the village remained  landed to the wet benches. An iron bed: in the bare room, smell of sorb. Large beams to the ceiling, from the open balcony the wide breath of the earth. I grew numb in my flesh, I slept smiling and intact.




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