BLUE VASE
By Cynthia Zarin
Because you like to sleep with curtains drawn,
at dawn I rose and pulled the velvet tight.
You stirred, then set your hand on my hip,
the bed a ship in sleep's doubled plunging
wave on wave, until as though a lighthouse
beam had crossed the room: the vase between
the windows suddenly ablaze, a spirit,
seized, inside its amethyst blue gaze.
What's that? you said. A slip of light, untamed,
had turned the vase into a crystal ball,
whose blue eye looked back at us, amazed, two
sleepers startled in each other's arms,
while day lapped at night's extinguished edge,
adrift between the past and future tense,
a blue moon for an instant caught in its chipped
sapphire—love enduring, give or take.
BLUE VASE
Poiché ami dormire nel buio profondo,
all'alba mi alzai e scostai le tende di velluto.
Ti stirasti, poi mettesti una mano sul mio fianco,
il letto una nave immersa nel sonno di noi
onda su onda, finché qualcosa come il raggio
di un faro attraversò la stanza: il vaso tra
le finestre d'improvviso prese fuoco, uno spirito,
si mostrò, dentro il suo sguardo blu d'amestista.
Che cos'è? chiedesti. Una lingua di luce, indomita,
aveva mutato il vaso in una sfera di cristallo,
il cui occhio blu fissava noi, stupiti, due
dormienti sorpresi l'uno nelle braccia dell'altro,
mentre il giorno s'infrangeva sull'orlo estinto della notte,
alla deriva tra il tempo passato e quello futuro,
una luna blu per un istante catturata nel suo scheggiato
zaffiro—l'amore eterno, che si dia o si riceva.
Traduzione di Ipazia
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