mercoledì 7 settembre 2016

Giacomo Joyce

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She raises her arms in an effort to hook at the nape of her neck a gown of black veiling. She cannot: no, she cannot. She moves backwards towards me mutely. I raise my arms to help her: her arms fall. I hold the websoft edges of her gown and drawing them out to hook them I see through the opening of the black veil her lithe body sheathed in an orange shift. It slips its ribbons of moorings at her shoulders and falls slowly: a lithe smooth naked body shimmering with silvery scales. It slips slowly over the slender buttocks of smooth polished silver and over their furrow, a tarnished silver shadow.... Fingers, cold and calm and moving.... A touch, a touch.
Small witless helpless and thin breath. But bend and hear: a voice. A sparrow under the wheels of Juggernaut, shaking shaker of the earth. Please, mister God, big mister God! Goodbye, big world!....... Aber das ist eine Schweinerei!

Ella solleva le sue braccia nelle sforzo di agganciare alla nuca una  veletta nera. Ella non riesce: no, non può. Ella si muove all'indietro verso di me, in silenzio. Io sollevo le mie braccia per aiutarla: le sue braccia precipitano verso il basso.  Io trattengo con le mani i bordi intricati della sua veletta e, tendendoli per agganciarli, vedo attraverso l' apertura del velo nero il suo flessuoso corpo inguainato in una sottoveste color arancio. I nastri che la trattengono sulle spalle si sciolgono ed essa cade giù: un agile fine corpo nudo risplendente di scaglie argentee. Che scivola lentamente sulle snelle natiche di liscio lucido argento e sul loro solco, un' ombra d'argento che si oscura.... Dita, fredde e calme e mobili.... Un tocco, un tocco.

Piccolo stupido debole e sottile respiro. Ma curvati e ascolta: una voce. Un passero sotto le ruote di uno Juggernaut,  che scuote la saliera della terra. Per favore, signor Dio, grande signor Dio! Addio, grande mondo!........   Ma questa è un'oscenità!


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