Di Jean-Auguste-Dominique Ingres, L’odalisque à l’eslave 1839 Cambridge (Stati Uniti), Fogg Art Museum. |
In ognuno dei palazzi della Città, che uguagliano il palazzo di Salomone, i cui piani si avvicinano alle sfere celesti e il cui tetto arriva a Saturno, dentro letti tessuti d'oro, dietro cortine tempestate di pietre preziose, (...) giacciono adolescenti greci e franchi, russi, ungheresi, cinesi, khotanesi dai morbidi capelli simile alle chiome degli idoli, amabili creature delle razze più diverse, incontri paradisiaci, giovani aristocratici che suscitano turbamento e schiavi belli come la luna,
pronti al servizio anche se fasciati di cintura come luna nei Gemelli,
dall'alta statura e dalle guance tinte di rosa
- crederesti che su giovane cipresso sia sbocciata una rosa -,
dalle sopracciglia arcuate
come striature di muschio,
dal naso affilato
come lucente spada egizia,
dalle tempie ricciute
come la luna nello Scorpione;
fanciulli tali che la luna dei loro volti
diceva al giorno: << Spunta, o spunterò io !>>.
E fanciulle simili a stelle, dalle natiche di rosa selvatica, dalle guance di gelsomino, dalla statura di cipresso, dal volto di sole, dalla fronte di luna, dalla naturalezza di Venere, dal temperamento di Marte, dalla maestà di Giove, dalla cintura di Orione, dalle ciglia del Sagittario, dalle chiome della Vergine, dalla figura dei Pesci, dall'incedere di pavone, dalle gote vermiglie.
- crederesti siano rosa bianca tinta di sangue -,
dai seni rotondi
-li crederesti due melograne acerbe su un vassoio d'argento -,
dagli occhi languidi
- << il suo sguardo è ammaliatore, anzi assassino >> -,
dalle palpebre bistrate
- crederesti sia occhio di gazzella di Hotan -,
dalle gambe tornite
dal polso d'argento, dalla caviglia di colomba,
dagli occhi chiari, dalla pelle tanto candida da rendere il loro viso un plenilunio, e i loro denti perle, e i loro capelli notte; e profumano di muschio, e la fronte è bombata, e l' ombelico di cristallo
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