Dov'era una volta il tennis, nel piccolo rettangolo difeso dalla massicciata su cui dominano i pini selvatici, cresce ora la gramigna e raspano i conigli nelle ore di libera uscita.
Qui vennero un giorno a giocare due sorelle, due bianche farfalle, nelle prime ore del pomeriggio. Verso levante la vista era (è ancora) libera e le umide rocce del Corone maturano sempre l' uva forte per lo 'sciacchetrà'. E' curioso pensare che ognuno di noi ha un un paese come questo, e sia pur diversissimo, che dovrà restare il suo paesaggio , immutabile; è curioso che l' ordine fisico sia così lento a filtrare in noi e poi così impossibile a scancellarsi. Ma quanto al resto? a conti fatti , chiedersi il come e perché della partita interrotta è come chiederselo della nubecola di valore che esce dal cargo arrembato, laggiù sulla linea della Palmaria. Fra poco s'accenderanno nel golfo le prime lampare.
Intorno, a distesa d'occhio, l' iniquità degli oggetti persiste intangibile. La grotta incrostata di conchiglie dev'essere rimasta la stessa nel giardino delle piante grasse, sotto il tennis; ma il parente maniaco non verrà più a fotografare al lampo di magnesio il fiore unico,irripetibile, sorto su un cacto spinoso e destinato a una vita di poche istanti. Anche le ville dei sudamericani sembrano chiuse: Non sempre ci furono eredi pronti a dilapidare la lussuosa paccottiglia messa insieme a suon di pesos o di milreis. O forse la sarabanda dei nuovi giunti segna il passo in altro contrade: qui siamo perfettamente defilati, fuori tiro. Si direbbe che la vita non possa accedervi che a lampi e si pasca solo di quanto s' accumula inerte e va in cancrena in queste zone abbandonate.
' Del salòn en el àngulo oscuro - silenciosa y cubierta de polvo - veìase el arpa...'Eh sì, il museo sarebbe impressionante se si potesse scoperchiare l'ex paradiso del Liberty. Sul conchiglione-terrazzo sostenuto da un Nettuno gigante, ora scrostato, nessuno apparve più dopo la sconfitta elettorale del Leone del Callao; ma là , sull' esorbitante bovindo affrescato di peri meli e serpenti da paradiso terrestre, pensò invano la signora Paquita buonanima di produrre la sua serena vecchiaia confortata di truffatissimi agi e del sorriso della posterità. Vennero un giorno i mariti delle figlie, i generi brazileiri e gettata la maschera fecero man bassa di quel ben di Dio. Della duena e degli altri non si seppe più nulla. Uno dei discendenti rispuntò poi fuori in una delle ultime guerre e fece miracoli. Ma allora si era giunti sì e no ai tempi dell' inno tripolino. Questi oggetti , queste case, erano ancora nel circolo vitale, fin ch 'esso durò. Pochi sentirono dapprima che il freddo stava per giungere; e tra questi forse mio padre che anche nel più caldo giorno d' agosto, finita la cena all'aperto, piena di falene e d' altri insetti, dopo essersi buttato sulle spalle uno scialle di lana, ripetendo sempre in francese, chissà perchè, " il fait bien froid, bien froid", si ritirava subito in camera per finir di fumarsi a letto il suo Cavour da sette centesimi.
grazie per avermi concesso di rileggere un brano che desideravo dai tempi del Liceo
RispondiEliminaBien, sto Felix!
RispondiEliminaporco dio
RispondiEliminaBravo
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