sabato 30 novembre 2013

LAST LINES, by Richard Blanco, trad. A. Panciroli


Leggendo la breve poesia di Richard Blanco ( LAST LINES) non manchiamo di rileggere le poesie di Neruda che affiorano tra le righe...






Tiro di nuovo fuori la tua copia del libro di poesie di Neruda che era
ancora sulla mia mensola. Leggo Tus manos, e mi ispira a scrivere
un altra poesia sulle tue mani, che reggono una sigaretta,
e si muovono durante le nostre vecchie conversazioni su Botticelli
o sui Cosmos mentre ci beviamo calici di vino rosso sulla spiaggia
con le conchiglie e le pietre che abbiamo raccolto e messo  sul
davanzale delle finestre come se dovessero crescere più soffici al chiaro di luna.
Leggo Tu risa perché voglio risalire lungo il tuo sorriso fino a
quando non ho avuto bisogno di scrivere della strada che facemmo insieme
nella nostra passeggiata sul lungomare, come se il mare non avesse importanza,
non curandoci del senato di stelle che ci amministra.
Poi giro le pagine ed arrivo alla poesia che hai segnato con un petalo,
piatto come la pagina che lo ha tenuto in serbo e con gli orli ormai consumati,
ma il suo centro è ancora  scarlatto e  vellutato dal desiderio, pressato


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