Julio Romero de Torres- Dora La Cordobesa |
Romance sonámbulo
Verde que te quiero verde. (1)
Verde viento. Verdes ramas.
El barco sobre la mar
y el caballo en la montaña.
Con la sombra en la cintura
ella sueña en su baranda,
verde carne, pelo verde,
con ojos de fría plata.
Verde que te quiero verde.
Bajo la luna gitana,
las cosas la están mirando
y ella no puede mirarlas.
Verde que te quiero verde.
Grandes estrellas de escarcha
vienen con el pez de sombra
que abre el camino del alba.
La higuera frota su viento
con la lija de sus ramas,
y el monte, gato garduño,
eriza sus pitas agrias.
¿Pero quién vendra? ¿Y por dónde…?
Ella sigue en su baranda,
Verde carne, pelo verde,
soñando en la mar amarga.
Ballata sonnambula
Verde que te quiero verde.
Verde vento. Verdi rami.
La nave sul mare
e il cavallo sulla montagna.
Con l’ombra alla vita
ella sogna alla sua balaustra,
verde carne, chioma verde,
con occhi di freddo argento.
Verde que te quiero verde.
Sotto la luna gitana,
le cose la stanno guardando
ed ella non può guardarle.
Verde que te quiero verde.
Grandi stelle di brina
vengono col pesce d’ombra
che apre la strada dell’alba.
Il fico sfrega il suo vento
con lo smeriglio dei suoi rami,
e il monte, gatto sornione,
arriccia le sue agavi acri.
Ma, chi verrà? e da dove?…
Ella sempre alla sua balaustra,
verde carne, chioma verde,
sognando l’amaro mare.
1) Verte (vederti) suona in castigliano come la parola “verde”. Il giuoco di parole è reso abilmente nel verso famosissimo “Verde que te quiero verde”. Questo verso tradotto alla lettera (verde, ti amo verde) non significa nulla. in effetti, il poeta invece vuole dire: “vederti, voglio vederti”. Verde è il colore che da sempre in Spagna ha indicato la condizione omosessuale. ( da Ragusa News del 2.8.2011)
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