sabato 25 giugno 2016

ESTER BARLESSI, La mia città



LA MIA CITTA'



















La mia città xe Pola
rica solo de storia
che come Roma
la ga el vanto e gloria
de gaver sete coli
e proprio nel bel mezo
anche ela ga la Rena
de bela piera bianca,
piera istriana,
che dopo tanti ani
se pol amirar ancora
in palassi venessiani.

Le case digradando
le se nega quasi in mar
che ga el color de Stoia,
Fischerckiiter e Sacorgiana
e le viole soto i pini
ga l'odor de bosco Siana

La domina dall'alto
el castel de Castropola
caressando i monumenti,
i resti romani,
la cesa bizantina
e i balconi venessiani

In un canto dell'Inferno
la xe stada imortalada
e anche dopo Dante
altri la ga lodada,
perchè qua in fin xe nati
artisti e anche sienziati.

Per le sue  contrade
ga marcià stivai foresti
perchè in tanti i la ga avuda,
grampada
e persa
e contesa
e odiada...
Sempre voluda
e sempre poco amada.
Ma xe questo el destin
de le tere de confin
do' che bagnai  de lagrime
cressi come fiori,
esodi e dolori-
Solo i sui fioi veri
i se l porta in cuor
con teneressa e amor.

E questa carelada
la finissi de un rato
che porta a Monte Giro
do' che la nostra gente
va a riposar per sempre,
là che portà dal vento
riva l'odor del mar!




Ester Sardoz Barlessi e' nata a Pola nel 1936 ed e' uno degli autoripiu' significativi tra quelli che, all 'interno della letteratura degli Italiani dell Istria, del Quarnero e della Dalmazia, coprono l 'area della memoria. La sua scrittura piace in virtu' di quella vena estrosa, ironica e pregna di emozioni impostata sui temi della sua terra- l Istria- e degli affetti. Con le sue liriche in italiano e in dialetto istroveneto si e' affermata a vari concorsi. 




venerdì 24 giugno 2016

No man is an island

Satellite image of Great Britain and Northern Ireland in April 2002.jpg


No man is an island
by John Donne  (London 1572- London 1631)

No man is an island entire of itself; every man
is a piece of the continent, a part of the main;
if a clod be washed away by the sea, Europe
is the less, as well as if a promontory were, as
well as a manor of thy friends or thine
own were; any man's death diminishes me,
because I am involved in mankind.
And therefore never send to know
for whom the bell tolls; it tolls for thee.

Nessun uomo è un'isola

Nessun uomo è un'isola completo in se stesso; ogni uomo
è un pezzo del continente, una parte del tutto;
se una zolla fosse lavata via dal mare, l'Europa
ne sarebbe diminuita, come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare una dimora di tuoi amici
o la tua; ciascuna morte di un uomo mi sminuisce
poiché io sono parte dell'umanità.
E dunque non mandare mai a chiedere
per chi suona la campana; essa suona per te.

Traduzione di Ipazia


lunedì 20 giugno 2016

The end of the pier

Risultati immagini per fine del molo

The end of the pier
by Nicole Callihan

I walked to the end of the pier
and threw your name into the sea,
and when you flew back to me—
a silver fish— I devoured you, 
cleaned you to the bone. I was through.
But then you came back again:
as sun on water. I reached for you,
skimmed my hands over the light of you.
And when the sky darkened,
again, I thought it was over, but then,
you became water. I closed my eyes
and lay on top of you, swallowed you,
let you swallow me too. And when
you carried my body back to shore—
as I trusted that you would do—
well, then, you became shore too,
and I knew, finally, I would never be through.

La fine del molo
by Nicole Callihan

Camminai fino alla fine del molo
e gettai il tuo nome nel mare,
e quando tu ritornasti a me—
come argenteo pesce— io ti divorai,
ti mangiai fino all'osso. Ne ero fuori.
Ma allora tu ritornasti di nuovo:
come sole sull'acqua. Io ti raggiunsi,
sfiorai con le mani il riflesso di te.
E quando il cielo si oscurò,
di nuovo, pensai fosse finita, ma allora,
tu diventasti acqua. Io chiusi gli occhi
e giacqui sulla tua superficie, ti ingoiai,
lasciai che tu ingoiassi me. E quando
tu riportasti il mio corpo a riva—
come speravo tu avresti fatto—
bene, fu allora, che tu diventasti sabbia,
ed io seppi, infine, che non sarebbe finita mai.

domenica 19 giugno 2016

LEONARDO SINISGALLI e IL VIALE DEI CANTI,



                                           Il Viale dei Canti






 La poesia di Leonardo Sinisgalli si fa scultura murale, abrasa e narrata, lungo i 50 metri di parete del magnifico e settecentesco Hotel de Galliffet, sede dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi.

Ribattezzato “Il Viale dei Canti”, la straordinaria opera d’arte multimodale è stata inaugurata nella capitale francese lo scorso 26 maggio, in omaggio ai legami tra Francia e Italia, attraverso la riproduzione visiva e sonora dei versi di cinque poeti italiani.

Leonardo Sinisgalli è tra questi, con la poesia “Private prospettive”, tratta da Il passero e il lebbroso (1970), uno dei suoi testi più diffusi in Francia, dove il poeta delle due Muse è molto apprezzato, anche grazie alle traduzioni di Jean-Yves Masson e Thierry Gillyboeuf.

                                                                                                                                              Tratto da ANSA


Nella  impossibilità di trovare in rete la poesia (sic!),  abbiamo scelto invece:


                                                             Lapide


Non è un orto
o un giardino
il cimitero
dove io sono sepolto.
È un luogo assorto,
un muro.
Ogni bene è scontato,
ogni debito pagato
e il nome tutelato.
Mio amico, fratello
contami i vecchi giuochi,
il fumo, i fuochi antichi.
Prendi di me l'effige,
le rughe, la fuliggine,
le lacrime, la ruggine.
Non è un orto
o un giardino
il cimitero dove io sono sepolto.
È un regno spento, muto.
Qui l'amore è perduto.

Qui la festa è finita.


giovedì 16 giugno 2016

CENTOSETTANTAMILA....


CENTOSETTANTAMILANUVOLEPIUUNA

raggiunte e superate    



                                LE CENTOSETTANTAMILA VISUALIZZAZIONI






domenica 12 giugno 2016

EUGENIO MONTALE, LE RIME



Dedicato a tutti coloro che si credono poeti perchè mettono quattro parole in rima...

                                                                                                La dedica è mia

          LE RIME



Le rime sono più noiose  delle
Dame di San Vincenzo: battono alla porta
e insistono. Respingerle è impossibile
e purchè stiano fuori  si sopportano.
Il poeta decente le allontana
(le rime), le nasconde , bara, tenta
il contrabbando: Ma le pinzochere ardono
di zelo e prima o poi  (rime e vecchiarde)
bussano ancora e sono sempre quelle.









mercoledì 1 giugno 2016

Let's meet in a restaurant

Risultati immagini per menu vegano

Let's meet in a restaurant
by Marge Piercy

Is food the enemy?
Giving a dinner party has become
an ordeal. I lie awake the night
before figuring how to produce

a feast that is vegan, gluten free,
macrobiotic, avoiding all acidic
fruit and tomatoes, wine, all nuts,
low carb and still edible.

Are beetles okay for vegans?
Probably not. Forget chocolate
ants or fried grasshoppers.
Now my brains are cooked.

Finally seven 'oclock arrives
and I produce the perfect meal.
At each plate for supper, a bowl
of cleanly washed pebbles. Enjoy!

Il cibo è un nemico?
Avere ospiti a cena è diventato
un calvario. Resto sveglia la notte
cercando di immaginare come dar vita

ad un banchetto che sia vegano, privo di glutine,
macrobiotico, che eviti tutti i frutti
acidi e i pomodori, vino, le noccioline,
a basso contenuto di carboidrati e tuttavia
commestibile.

Gli scarafaggi vanno bene per i vegani?
Probabilmente no. Dimentica cioccolata
formiche o cavallette fritte.
Ora il mio cervello è cotto a puntino.

Alla fine le sette in punto arrivano
ed io produco il pasto perfetto.
Ad ogni piatto per la zuppa, accosto una ciotola
di puliti, translucidi ciottoli. Godete!

Traduzione di Ipazia