mercoledì 18 gennaio 2017

WONDER AND JOY , Robinson Jeffers



Wonder and joy
by Robinson Jeffers (American poet, 1887,1962)

The things that one grows tired of--O, be sure
They are only foolish artificial things!
Can a bird ever tire of  having things?
And I, so long as life and sense endure,
(Or brief be they!) shall nevermore inure
My heart to the recurrence of the springs,
Of gray dawns, the gracious evenings,
The infinite wheeling stars. A wonder pure
Must ever well within within me to behold
Venus decline; or great orion, whose belt
Is studded with three nails of burning gold,
Ascend the winter heaven. Who never felt
This wondering joy may yet be good or great:
But envy him not: he is not fortunate.


Gioia e stupore

Ciò che ti stanca—O, certo sia
Son solo cose superficiali!
Può un uccello stancarsi di aver ali?
Ed io, mentre della vita vado in via,
(O sia pur essa breve!) giammai vorrò che stia
Il cuor mio senza augurali primavere,
O grigie aurore, o gentili sere,
O le infinite ruotanti stelle. La sorpresa mia
Dovrà accompagnarmi all'ammirare
Di Venere il tramonto; o il grande Orione,
La cui cintura brilla di tre scintille rare,
Che ascende il freddo cielo. A chi mai provò l'alone
Di tal stupenda gioia potrà pure andar benone:
Ma non invidiarlo punto: la sorte a lui nulla propone.

Traduzione di Ipazia

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