sabato 28 ottobre 2017

da Un ritratto dell'artista da giovane, JAMES JOYCE, trad.FRANCA CAVAGNOLI




He was alone. He was unheeded, happy and near to the wild heart of life. He was alone and young and wilful and wildhearted, alone amid a waste of wild air and brackish waters and the sea-harvest of shells and tangle and veiled grey sunlight and gayclad lightclad figures of children and girls and voices childish and girlish in the air.

A girl stood before him in midstream, alone and still, gazing out to sea. She seemed like one whom magic had changed into the likeness of a strange and beautiful seabird. Her long slender bare legs were delicate as a crane's and pure save where an emerald trail of seaweed had fashioned itself as a sign upon the flesh. Her thighs, fuller and soft-hued as ivory, were bared almost to the hips, where the white fringes of her drawers were like feathering of soft white down. Her slate-blue skirts were kilted boldly about her waist and dovetailed behind her. Her bosom was as a bird's, soft and slight, slight and soft as the breast of some dark-plumaged dove. But her long fair hair was girlish: and girlish, and touched with the wonder of mortal beauty, her face.

She was alone and still, gazing out to sea; and when she felt his presence and the worship of his eyes her eyes turned to him in quiet sufferance of his gaze, without shame or wantonness. Long, long she suffered his gaze and then quietly withdrew her eyes from his and bent them towards the stream, gently stirring the water with her foot hither and thither. The first faint noise of gently moving water broke the silence, low and faint and whispering, faint as the bells of sleep; hither and thither, hither and thither; and a faint flame trembled on her cheek.


—Heavenly God! cried Stephen's soul, in an outburst of profane joy.










Lui era solo. Nessuno gli badava, ed era felice e vicino  al cuore selvaggio della vita. Era solo e giovane e ostinato e aveva un cuore selvaggio, solo in mezzo ad una landa di aria selvaggia e di acque salmastre e a una messe marina di conchiglie e viluppi e velata luce grigia del sole e figure vestite di leggerezza, vestite di gaiezza, di bambini e ragazze e di voci infantili e ragazzine nell'aria.
    Davanti a lui in mezzo all'acqua una ragazza, sola e immobile, guardava verso il mare. Sembrava che la magia  l'avesse tramutata in un uccello marino singolare e bello. le lunghe gambe  snelle e nude erano  delicate e pure come quelle  di una gru, eccetto là  dove una traccia smeraldina di alghe si era plasmata in un segno sulla pelle. Le cosce, più piene e di una tinta delicata come l'avorio, erano nude quasi fino ai fianchi, dove le frange bianche dei mutandoni parevano piume, una delicata lanugine bianca. Le sottane di un azzurro ardesia erano audacemente rimboccate intorno alla vita e pendevano dietro come la coda di una colomba. Il petto era delicato e piccolo come quello di un uccello, piccolo e delicato come il petto di una colomba dal piumaggio scuro. Ma i lunghi capelli chiari erano da ragazzina: e da ragazzina, toccato dal miracolo di mortal bellezza, era il viso.
   Sola e immobile, guardava il mare; e quando avverti la sua presenza e l'adorazione dei suoi occhi, gli occhi della ragazza si volsero verso Stephen in quieta sopportazione del suo sguardo, senza vergogna nè impudicizia. A lungo, a lungo sopportò il suo sguardo, poi ritrasse quieta gli occhi e li chinò verso il ruscelletto muovendo dolcemente l'acqua qua e là con il piede. Il primo fioco rumore dell'acqua mossa dolcemente ruppe il silenzio, basso e fioco e sussurante, fioco come le campane del sonno; qua e là, qua e là: e sulla sua guancia tremolò una fiamma fioca.
   "Dio del cielo!" Esclamò l'anima di Stephen in uno scoppio di gioia profana.

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