lunedì 23 ottobre 2017

POR SANTIAGO, POR NOSOTROS, PER LA MORTE DI SANTIAGO MALDONADO


I FATTI
La mattina del 1 agosto, circa 100 agenti della Gendarmeria nazionale argentina (Gna) – forze di sicurezza militari – sono entrati in modo irregolare e violento nel territorio della comunità mapuche Pu Lof a Resistencia, nel dipartimento di Cushamen, provincia di Chubut, nella Patagonia Argentina.

Secondo quanto riferito dalla comunità, le forze di sicurezza nazionali hanno sparato proiettili di piombo e di gomma e ha incendiato oggetti appartenenti alle famiglie. Ad oggi Santiago Maldonado, di 28 anni, risulta scomparso. È stato visto per l’ultima volta il 1 di agosto mentre cercava di sfuggire all’operazione militare.

Secondo quanto riportato, agenti in uniforme del Gna sono entrati nella comunità ed hanno iniziato a sparare. I presenti hanno cominciato a correre verso il vicino fiume cercando di mettersi in salvo. Alcuni sono riusciti ad attraversarlo e a fuggire.

Dall’altra sponda coloro che sono riusciti a fuggire hanno visto Santiago rimanere accovacciato fino a quando avrebbero ascoltato la voce di due gendarmi che esclamavano “Eccone uno” e “Sei in arresto”. Un’altra persona ha riferito di aver visto un gruppo di gendarmi che colpiva un giovane ammanettato. In seguito anche un altro testimone ha raccontato di un gruppo di sei e otto agenti che formavano una fila per nascondere qualcuno che stavano cercando di far entrare nella porta posteriore di una camionetta del Gna.

Anche se nessuno dei testimoni è riuscito ad identificare con precisione la persona caricata sulla camionetta, la comunità che abita alcune regioni della Patagonia Argentina ha affermato che non è scomparso nessun’altro dei presenti in quel momento dalla comunità.


Nonostante le richieste della comunità mapuche per avere notizie e informazioni su Santiago Maldonado, le autorità non hanno dato informazioni. 


Comunicato Amnesty International

















COMUNICATO UFFICIALE DELLA  FAMIGLIA  DOPO IL RITROVAMENTO DEL CORPO DI SANTIAGO MALDONADO




                 POR SANTIAGO, POR NOSOTROS




"El cuerpo encontrado en el Río Chubut es el de Santiago. La incertidumbre sobre su paradero ha terminado. El calvario que nuestra familia inició el mismo día en que supimos de su desaparición no terminará hasta obtener justicia.

Muy poco podemos decir sobre nuestros sentimientos ante la confirmación de la identidad de Santiago: este dolor no sabe de palabras.

Las circunstancias del hallazgo del cuerpo nos generan muchas dudas. Creemos que es el momento de avanzar con firmeza en la investigación y dejar trabajar sin presiones al Juez Lleral. Necesitamos saber qué le sucedió a Santiago y quiénes son los responsables de su muerte. Todos. No sólo quienes le quitaron la vida sino los que, por acción u omisión, colaboraron en el encubrimiento y perjudicaron el proceso de búsqueda

Estábamos en lo cierto al reclamar por la inacción, ineficacia y parcialidad del Juez anterior en la tramitación de la causa. Nos sigue resultando inexplicable la negativa del Gobierno Nacional ante el ofrecimiento de colaboración de expertos de la ONU, de comprobada experiencia internacional.

Nadie podrá sacarnos de la cabeza que se podría haber hecho mucho más y mucho antes.

A los medios de comunicación, a las organizaciones sociales, de derechos humanos, gremiales, a las personas que nos han acompañado en las marchas por Santiago, les pedimos que sigan manteniendo el reclamo por Justicia, con más fuerza que nunca y en paz. A las fuerzas políticas, que hagan el mayor esfuerzo para apoyar y garantizar todas las acciones que nos ayuden a encontrar la Verdad y lograr Justicia.
La muerte de Santiago no debe ser motivo de divisiones o pujas interesadas. Nadie tiene derechos sobre el dolor de esta familia, para la que pedimos respeto.


Por Santiago, por nosotros".



                                      PER SANTIAGO, PER NOI STESSI




Il corpo ritrovato nel fiume Chubut è quello di Santiago. L'incertezza  sulla sua fine è finita. Il calvario incominciato per la nostra famiglia il giorno stesso che venimmo a sapere della sua scomparsa non terminerà finché non avremo giustizia.

Non c'è molto da dire riguardo i nostri sentimenti prima della conferma  della identità di Santiago:
questo dolore non ha parole.

Le circostanze del ritrovamento del corpo ci lasciano molto dubbiosi. Crediamo che sia giunto il momento di procedere con fermezza nelle indagini e di lasciare lavorare senza pressioni il Giudice Generale. Vogliamo sapere  cosa è accaduto a Santiago e chi sono i responsabili della sua morte.Tutti. Non solo chi gli ha tolto la vita, ma anche quelli che, con le loro azioni o omissioni, hanno collaborato nell'occultamento ed hanno ostacolato le indagini.

....omissis

Ai mezzi di comunicazione, alle organizzazioni sociali, dei diritti umani, professionali, alle persone che ci hanno accompagnato nelle marcie per Santiago, chiediamo che continuino a mantenere la richiesta di giustizia, con più forza che mai e pacificamente. Alle forze politiche, che compiano lo sforzo maggiore per appoggiare e garantire tutte le azioni che ci aiutino ad incontrare la Verità e raggiungere la giustizia.

La morte di Santiago non deve essere motivo di divisioni o di offerte interessate. Nessuno ha diritti sul dolore di questa famiglia, per le quale chiediamo rispetto.

Per Santiago, per noi stessi.




2 commenti :

  1. Non so perché, negli esseri umani di sesso maschile, prevale la tensione verso l'appropriazione e la sottomissione. Se il mondo fosse affidato alle donne, tutto questo finirebbe.

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