Dedico questa poesia a tutti i bambini giapponesi morti nell’ultima catastrofe ed a tutti i genitori giapponesi in ansia per la sorte dei loro bambini. Non credo che ci sia qualcosa che amiamo più dei nostri figli e, per il loro bene, dobbiamo fermare il nucleare.
RITRATTO DELLA MIA BAMBINA
con gli occhi grandi colore del cielo
e dell’estiva vesticciola: Babbo
- mi disse – voglio uscire oggi con te”.
Ed io pensavo: Di tante parvenze
che s’ammirano al mondo, io ben so a quali
posso la mia bambina assomigliare.
Certo alla schiuma, alla marina schiuma
che sull’onde biancheggia, a quella scia
ch’esce azzurra dai tetti e il vento sperde;
anche alle nubi, insensibili nubi
che si fanno e disfanno in chiaro cielo,
e ad altre cose leggere e vaganti.
"Nessuno, mamma, ha mai sofferto tanto..."
RispondiEliminaE il volto già scomparso
Ma gli occhi ancora vivi
Dal guanciale volgeva alla finestra,
E riempivano passeri la stanza
Verso le briciole dal babbo sparse
Per distrarre il suo bimbo...
Giuseppe Ungaretti
Grazie per questo pensiero, Ipazia.
Figurati, ciao.
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