YEARNING II
BRAMOSIA II
E' come se il cielo fosse diventato acquoso,
come se la scena si riflettesse in uno stagno,
le sponde incorniciate dai narcisi, bianchi
in compatte, sparse file, finché il vento all'improvviso soffia
e gli steli prendono vita e i fiori si flettono
e oscillano e la cerva esita e salta come fosse
in un vortice troppo veloce, come fosse ubriaca
o come alle viste di un ubriaco, l'immagine
avanza e si ritira, ora distante ora vicina,
ma sempre al centro la bella cerva, vacillando,
luccicando, ingrandendosi, rimpicciolendo, scomparendo in un bisbiglio,
spiccando brillante e limpida come un grido,
diventando distorta come un urlo
in un incubo, freddo, chiaro e tepido, entrambi distaccati
e muovendosi come Margaret Marshall che canta
le Ultime Quattro Sonate di Strauss nel finire della vita,
scomparendo nel tramonto con un tintinnio di campanelli.
E' come se la Morte fosse un' estasi.
Ma è della vita che parliamo, non della morte,
è dei sogni che parliamo, non degli incubi.
La cerva bianca non è offuscata
dalla irrealtà ma è simbolo di vita e di
Bella vita: Guardate come a grandi passi
attraversa il cielo.
Nicholas Moore / courtesy of Peter Riley |
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