martedì 28 giugno 2011

GiuseppeCesaroPoeta

 Ho continuato a scandagliare il blog di Cesaro in cerca di altre perle rare: in questa poesia, non bellissima invero, ho messo in corsivo la pennellata di genio poetico di CesaroPoeta; in pochi , semplici versi ti porta in una fredda giornata, stretto alla tua amata, tra le foglie che cadono e la pioggia che sta arrivando. E, dimenticavo, tutto questo in una  poesia di Prevert.


Disegnando un'alba nella notte

L'alba è su un muRO*

che un pittore ha dipinto di notte
in una terra giardino
ricca di stelle
e sembra al suo sguardo un istante eterno
come un minuscolo bacio
dato all'amata al parco di Parigi
in una giornata d'inverno
di una poesia di Prevert.

 
All'Alba ci sveglieremo
e potremo più distanti dal muro
vedere una storia passata lunga
come un viaggio forse mai concluso
e ripartire nel mare dell'infinito
con delle note d'infanzia
per accendere altre notti di stelle



* muRO, non so perchè, scritto in questo modo, rende meglio l' idea di muro , chiamiamola licenza poetica.

lunedì 27 giugno 2011

  GiuseppeCesaroPoeta


Da Non ci resta che il chiar di luna (Concorso III premio nazionale di
Poesia al Mondo)-versione definitiva



Come potremmo seguire le vicissitudini dei sogni?
 
Non ci resta che il chiar di luna
 
o passeggiare lungo il fiume


Cesaro non finisce di stupirmi: nel suo infinito e caotico blog, ogni tanto fulmini di poesia...

domenica 26 giugno 2011

Samuel T. Coleridge, The Rime of the Ancient Mariner

SINCE THEN, AT AN UNCERTAIN HOUR,


THAT AGONY RETURNS:


AND TILL MY GHASTLY TALE IS TOLD

THIS HEART WITHIN ME BURNS



"Da allora, a un’ora incerta,
torna quell’agonia:
e finché l’orrenda storia non sia detta
"
brucia entro il cuore mio"

Samuel T. Coleridge, The Rime of the Ancient Mariner

sabato 25 giugno 2011




Ma ve li ricordate i patimenti d’amore?


Sarà ora di chiudere, amore,
che smetta di fare la guardia al cemento
tra piazza Tricolore e via Bellini
di coprirmi la faccia col giornale
quando ferma la E, di attraversare
obliquo la tua strada, di patire
anche a passarci in treno
in fondo a viale Argonne
vicino alla tua casa.

Elio Pagliarani

venerdì 24 giugno 2011

Un frammento di...Specchio , Mirror, Mark Strand

Sono passati anni,
e anche se ho scordato
dove andammo e chi fossimo,
ricordo ancora l’istante in cui alzai lo sguardo
e vidi la donna guardare fisso oltre di me
un luogo che potevo solo immaginare
e ogni volta provo una pena acuta,
come se in quel momento uscissi
dalle profondità dello specchio
ed entrassi nel salone bianco, ansioso ed ansimante,
soltanto per scoprire troppo tardi
che lei non è là.      


cfr.Mark Strand reads: Mirror      

                      


martedì 21 giugno 2011


Questo è l’incipit di uno dei libri che più adoro al mondo!

Giovanni Percolla aveva quarant’anni, e viveva da dieci anni in compagnia di tre sorelle, la più giovane delle quali diceva di esser “vedova di guerra”. Non si sa come, nel momento in cui pronunciava questa frase, ella si trovava con una matita e un foglio in mano, e subito si poneva a scrivere dei numeri, accompagnandosi con queste parole:

“Quando io ero in età da marito, scoppiò la grande guerra. Ci furono seicentomila morti e trecentomila invalidi. Alle ragazze di quel tempo venne a mancare un milione di probabilità per sposarsi. Eh, un milione è un milione! Non credo di ragionare da folle se penso che uno di quei morti avrebbe potuto essere mio marito!”

“Giusto!”, diceva l’altra sorella. “Giusto! Eri molto graziosa al tempo della guerra!”

Si chiamavano Rosa, Barbara e Lucia e si amavano teneramente, sino al punto che ciascuna, incapace di pensare la più piccola bugia per sé, mentiva volentieri per far piacere all’altra.

“Eh, tu, Rosa, saresti ora moglie di un colonnello!” ripeteva Barbara. E questo perché, una sera del ’15, rincasando tutt’e tre per una stradetta buia, pare che fossero seguite da una figura alta che mandava un suono di speroni e di sciabola.

“No, il capitano andava per i fatti suoi!” si schermiva Rosa.

“Amor mio,” incalzava Barbara, quando si va per i fatti propri, non si dice “Signorina, domani parto, posso mandarvi una lettera?”.

“Ma forse lo diceva a te!”

“No, no, no; no, no, no!”

“Lo avrà detto a Lucia!”

“Figlia di Dio!” esclamava Lucia “Barbara forse non lo ricorda , perché entrò con te nel portoncino, ma io che mi fermai per raccattare la chiave, sentii distintamente come un sospiro che diceva “Signorina Rosa!”.

“Può darsi, può darsi!...Dio mio, quanta gente non ritornò, di quelli che facevano chiasso nei caffè e guardavano in su, passando sotto i balconi!”

domenica 19 giugno 2011



ESSERE NIENT’ALTRO CHE

TE STESSO IN UN MONDO

CHE FA DEL SUO MEGLIO,

GIORNO E NOTTE, PER FARE

DI TE QUALCUN ALTRO

SIGNIFICA COMBATTERE

LA PIU’ DURA BATTAGLIA

CHE OGNI ESSERE UMANO

POSSA COMBATTERE; E

NON SMETTERE MAI DI LOTTARE.

E E CUMMINGS


TO BE NOBODY BUT

YOURSELF IN A WORLD

WHICH IS DOING ITS

BEST, NIGHT AND

DAY, TO MAKE YOU

EVERYBODY ELSE

MEANS TO FIGHT

THE HARDEST BATTLE

WHICH ANY HUMAN BEING

CAN FIGHT; AND NEVER

STOP FIGHTING.

E E CUMMINGS

mercoledì 15 giugno 2011

Bei der Geburt eines Sohnes, Bertolt Brecht

da Poesie di Svendborg

Alla nascita di un figlio


Quando nasce un bambino, le famiglie
lo vorrebbero intelligente.
Io che per intelligenza
mi sono rovinato l' esistenza
posso solo sperare che mio figlio
riesca a dimostrarsi
ignorante e un pò pigro di cervello.
Perchè allora, al Consiglio dei Ministri
se ne vivrà tranquillo.


B. Brecht, Poesie, Einaudi Tascabili




martedì 14 giugno 2011


SONO TANTO BRAVA

Sono tanto brava lungo il giorno.

Comprendo, accetto, non piango.

Quasi imparo ad avere orgoglio quasi fossi un uomo.

Ma al primo brivido di viola in cielo

Ogni diurno sostegno dispare.

Tu mi sospiri lontano; >Sera, sera dolce e mia!<

Sembrami d’aver tra le dita la stanchezza di tutta la terra.

Non son più che sguardo, sguardo sperduto, e vene.

Sibilla Aleramo

Bellezze di ogni tipo a Costantinopoli, Tursun Beg







...e fanciulle simili a stelle, dalle natiche di rosa selvatica, dalle guance di gelsomino, dai capelli di violetta, dalla statura di cipresso, dal volto di sole, dalla fronte di luna, dalla naturalezza di Venere, dal temperamento di Marte, dalla maestà di Giove, dalla cintura di Orione, dalle ciglia di Sagittario, dalle chiome della Vergine, dalla figura dei Pesci, dall' incedere di pavone, dalle gote vermiglie


- crederesti siano rosa bianca tinta di sangue -,

dai seni rotondi

- li crederesti due melograne acerbe su un vassoio d' argento -,

dagli occhi languidi

-" il suo sguardo è ammaliatore, anzi assassino " -

dalle palpebre bistrate

- crederesti sia occhio di gazzella di Hotan -,

dalle gambe tornite,
dal polso d' argento, dalla caviglia di colomba,

dagli occhi chiari, dalla pelle tanto candida da rendere il loro viso un plenilunio, e i loro denti perle, e i loro capelli notte; e profumano di muschio, e la fronte è bombata, e l' ombelico di cristallo...

venerdì 10 giugno 2011


A circular machine, of new design
In conic shape: it draws and spins a thread
Without the tedious toil of needless hands.
A wheel invisible, beneath the floor,
To ev'ry member of th' harmonius frame,
Gives necessary motion. One intent
O'erlooks the work; the carded wool, he says,
So smoothly lapped around those cylinders,
Which gently turning, yield it to yon cirue
Of upright spindles, which with rapid whirl
Spin out in long extenet an even twine.



 Una macchina circolare, di nuova concezione
e forma conica: afferra e fa girare un filo
senza la fastidiosa fatica delle inutili mani.

in 1757 Rev John Dyer of Northampton recognised the importance of the Paul and Wyatt cotton spinning machine in poem... cfr. R.C. Allen,  La Rivoluzione industriale inglese, ed. Il Mulino http://en.wikipedia.org/wiki/John Wyatt





giovedì 9 giugno 2011


THE VISIONS! (Parte quinta ed ultima!)

Vi lascio tornando al punto di partenza e cioè a William Blake, poeta, pittore, incisore, genio e pazzo.

Voglio farvi leggere la sua poesia “The tyger”. Non sembra anche a voi che essa sia “tuonante” e che riesca a farvi avere la “visione” della tigre?

I leave you with the “thundering” poem by William Blake “The tyger”. Doesn’t it seem to you that you could really have the “vision” of the tyger?


LA TIGRE
Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale fu l'immortale mano o l'occhio
Che osò forgiare la tua agghiacciante simmetria?

In quali abissi o in quali cieli
Accese il fuoco dei tuoi occhi?
Sopra quali ali osa slanciarsi?
E quale mano afferra il fuoco?
Quali spalle, quale arte
Poté torcerti i tendini del cuore?
E quando il tuo cuore ebbe il primo palpito,
Quale tremenda mano? Quale tremendo piede?

Quale mazza e quale catena?
Il tuo cervello fu in quale fornace?
E quale incudine?
Quale morsa robusta osò serrarne i terrori funesti?

Mentre gli astri perdevano le lance tirandole alla terra
e il paradiso empivano di pianti?
Fu nel sorriso che ebbe osservando compiuto il suo lavoro,
Chi l'Agnello creò, creò anche te?

Tigre! Tigre! Divampante fulgore
Nelle foreste della notte,
Quale mano, quale immortale spia
Osa formare la tua agghiacciante simmetria?

THE TYGER

Tyger! Tyger! Burning bright
In the forests of the night,
What immortal hand or eye
Could frame thy fearful symmetry?
In what distant deeps or skies
Burnt the fire of thine eyes?
On what wings dare he aspire?

What the hand dare seize the fire?
And what shoulder, and what art,
Could twist the sinews of thy heart?
And when thy heart began to beat,
What dread hand? And what dread feet?
What the hammer? What the chain?

In what furnace was thy brain?
What the anvil? What dread grasp
Dare its deadly terrors grasp?
When the stars threw down their spears,
And water'd heaven with their tears
Did he smile his work to see?
Did he who made the Lamb make thee?

Tyger! Tyger! Burning bright
In the forests of the night,
What immortal hand or eye,
Dare frame thy fearful symmetry?

domenica 5 giugno 2011





01/07/05


AD UN CONCERTO DI MICHAEL NYMAN

Quando ascolti una musica

una musica che ti piace

pensi sempre

se avresti potuto avere

un’altra vita

e mentre la nota incalza

tu ti vedi sul palco a suonare

a succhiare linfa vitale

perché la morte non ti possa afferrare

quando ascolti una musica

una musica che ti piace

pensi sempre

a quale altra vita

avresti potuto avere

e per quel po’ che la musica

la musica che ti piace dura

per un po’ la vivi

e te ne voli via.

Poesia di Ipazia

giovedì 2 giugno 2011

da Le Ceneri di Gramsci , P.P. Pasolini

 
Pasolini in raccoglimento sull'urna che raccoglie "Le ceneri di Gramsci"
 
 
 
 
 
 
Qui il silenzio della morte è fede
di un civile silenzio di uomini rimasti
 
uomini, di un tedio che nel tedio
del Parco, discreto muta: e la città
che, indifferente, lo confina in mezzo
 
a tuguri e a chiese, empia nella pietà,
vi perde il suo splendore. La sua terra
grassa di ortiche e di legumi dà
 
questi magri cipressi, questa nera
umidità che chiazza i muri intorno
a smotti ghirigori di bosso, che la sera
 
rasserenando spegne in disadorni
sentori d'alga... quest'erbetta stenta
e inodora, dove violetta si sprofonda
 
l'atmosfera, con un brivido di menta,
o fieno marcio, e quieta vi prelude
con diurna malinconia, la spenta
 
trepidazione della notte. Rude
di clima, dolcissimo di storia, è
tra questi muri il suolo in cui trasuda
 
altro suolo; questo umido che
ricorda altro umido; e risuonano
- familiari da latitudini e
 
orizzonti dove inglesi selve coronano
laghi spersi nel cielo, tra praterie
verdi come fosforici biliardi o come
 
smeraldi: "And O ye Fountains..." - le pie
invocazioni...


THE VISIONS ! (Parte quarta)

Clint Eastwood è un regista che ha fatto l’attore e non sempre coloro che passano dall’altro lato della macchina da presa riescono a diventare dei bravi registi. Ma Eastwood ce l’ha fatta riuscendo a sfornare moltissimi capolavori tra cui Million Dollar Baby, Mystic River, Letters from Iwo Jima e Gran Torino. Nel suo ultimo film “Hereafter” il regista ci mostra un aldilà in cui si ha una visione a 360°, non c’è gravità e puoi essere qualsiasi cosa e puoi essere ovunque, proprio come se ti fossi fatto di mescalina!

Clint Eastwood is a director who was an actor

and not always those who become directors from being actors are fit enough to do their job but Eastwood succeeded in doing that and he has given us masterpieces such as Million Dollar Baby, Mystic River, Letters from Iwo Jima and Gran Torino. In his last film “Hereafter” he shows us an afterlife in which you can have a 360° vision, gravity is absent and in which you can be everything and you can be everywhere, as if you had made a trip with mescaline!

Avete visto che catena?

William Blake, visioni, The Doors of Perception, Aldous Huxley, mescalina, visioni, the Doors of Perception, The Doors, rock psichedelico, visioni, Clint Eastwood, visioni, Hereafter.

La domanda che vi faccio è questa: come pensate che si possano oltrepassare le porte della percezione? Dire che si possa fare tramite droghe e quant'altro è fin troppo semplice. Forse l'unico modo che abbiamo per fare questo è cercare di nutrire sempre la nostra mente proprio come facciamo col nostro corpo!

Io nutro la mia mente, e voi?

And so it is a long long chain: William Blake, visions, The Doors of Perception, Aldous Huxley, mescaline, visions, the Doors of Perception, The Doors, psychedelic rock, visions, Clint Eastwood, visions, Hereafter. But I' d like to know if you think it's possible to walk through the Doors of Perception. It's too simple to say that we can do it by using drugs. Maybe the only thing we can do is to try to feed our mind just the way we do it with our body.

I feed my mind, do you?



mercoledì 1 giugno 2011

Sai, non ti ci vedo... in questo cimitero suburbano

Sai, non ti ci vedo a venirmi a trovare,
una domenica mattina di prima estate,
 non ti ci vedo a cercarmi tra le lapidi,
" eppure sembrava questo il vialetto, o no, forse quest'altro..., ah eccolo, non ricordo mai...",
non ti ci vedo, dicevo, in questo cimitero suburbano,
tra  le foto dei morti ed i lumini,
"questo com' era giovane e quest'altro, un incidente si vede, e questa bimba, col vestito della
comunione..."
non ti ci vedo
cambiarmi l'acqua ai fiori, togliermi la polvere dalla foto
dove ti guardo rassegnato. ( che potrei fare? son morto e... seppellito).
Ah, già te ne vai... eh, te pareva
di fretta, questa visita festiva...
un impegno urgente... , il traffico domenicale...

Comunque, grazie,e non dimenticare...
anche da morto
io ti posso amare.


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