martedì 5 luglio 2016

JAMES JOYCE, da Giacomo Joyce, traduzione A. Panciroli









Lei che dona un fiore a mia figlia. Un dono fragile, una fragile donatrice,una fragile ragazza dalle vene blu.

Padova  lontano dal mare. Il silenzioso medio evo,la notte, il buio della storia dormono nella Piazza delle Erbe sotto la luna. La città dorme. Sotto le arcate nelle strade buie vicino al fiume gli occhi delle puttane spiano in cerca dei fornicatori. Cinque servizi per cinque franchi. Una oscura onda di sensualità, ancora, ancora, ancora.

Nel buio gli occhi vacillano, i mei occhi vacillano,
vacllano nel buio, amore,
Di nuovo. basta, Un amore oscuro,  un buio  pieno di desiderio. Basta.  Buio.


Crepuscolo. Attraversando la piazza, una sera grigia cade sui vasti pascoli color verde salvia,  scendono silenziosi il tramonto  e la rugiada. Lei segue la madre con impacciata grazia, la giumenta guida la puledra. Il crepuscolo grigio modella dolcemente le cosce sottili e armoniose,  il docile flessibile  tendineo collo, la testa finemente modellata. Sera, pace, il tramonto della meraviglia....Hillo! Stalliere! Hilloho!

A flower given by her to my daughter. Frail gift, frail giver, frail blue-veined child.

Padua far beyond the sea. The silent middle age, night, darkness of history sleep in the Piazza delle Erbe under the moon. The city sleeps. Under the arches in the dark streets near the river the whores' eyes spy out for fornicators. Cinque servizi per cinque franchi. A dark wave of sense, again and again and again.

Mine eyes fail in darkness, mine eyes fail,
Mine eyes fail in darkness, love.
Again. No more. Dark love, dark longing. No more. Darkness.

Twilight. Crossin the piazza. grey eve lowering on wide sagegreen pasturelands, sheddin silently dusk and dew. She follows her mother with ungainly grace, the mare leading her filly foal. Grey twilight moulds softly the slim and shapely haunches, the meek supple tendonous neck, the fine-boned skull. Eve, peace, the dusk of wonder....... Hillo! Ostler! Hilloho!




Per una bella introduzione vedi: http://www.museojoycetrieste.it/opere/giacomo-joyce/



  Per puro caso ( ma sarà poi così?), leggendo TUTTE LE POESIE di Montale, ho trovato la sua traduzione di una poesia di Joyce, da POMES PENYEACH, che richiama l'inizio del brano di cui sopra:

PER UN FIORE DATO ALLA MIA BAMBINA


Frail the white rose and frail are
Her hands that gave
Whose soul is sere and paler
Than time's wan wave.
Rosefrail and fair-- yet frailest
A wonder wild
In gentle eyes thou veilest,
My blueveined child.


Gracile rosa bianca e frali dita
di chi l' offerse, di lei
che ha l' anima più pallida e appassita
dell' onda scialba del tempo.

Fragile e bella come rosa, e ancora
più fragile la strana meraviglia
che veli ne' tuoi occhi, o mia azzurro-
venata figlia.








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