Pagina autografa di J.Joyce |
Chi? Un volto pallido circondato da folte profumate pellicce. I suoi movimenti sono timidi e nervosi. Porta occhialini di metallo.
Sì; una rapida sillaba. Un rapido sorriso. Un rapido battito di ciglia.
Una grafia simile ad una ragnatela, tracciata fine e sottile con tranquillo disdegno e rassegnazione:
una giovane di qualità.
Mi lancio nella facile onda di una tiepida conversazione: Swedeborg, lo pseudo-Aeropagita, Miguel de
Molinos, Joachim Abbas. L' onda finisce. La sua compagna di classe, curvando il corpo sinuoso, fa le fusa in uno smidollato Viennese Italiano. Le lunghe palpebre sbattono e si sollevano; una ardente puntura di spillo punge e brucia nell'iride vellutata.
I tacchi alti rimbombano sulla risonante scalinata di pietra. La fredda aria invernale nel castello, le cotte di maglia come impiccate alle pareti, rozzi candelieri di ferro lungo le volute della sinuosa scala a chiocciola delle torretta. I tacchi battono e ribattono, un suono cupo e profondo. C' è qualcuno di sotto che vorrebbe parlare con sua Signoria.
Who? A pale face surrounded by heavy odorous furs. Her movements are shy and nervous. She uses quizzing-glasses.
Yes: a brief syllable. A brief laugh. A brief beat of the eyelids.
Cobweb handwriting, traced long and fine with quiet disdain and resignation: a young person of quality.
I launch forth on an easy wave of tepid speech: Swedenborg, the pseudo-Areopagite, Miguel de Molinos, Joachim Abbas. The wave is spent. Her classmate, retwisting her twisted body, purrs in boneless Viennese Italian: Che coltura! The long eyelids beat and lift: a burning needleprick stings and quivers in the velvet iris.
High heels clack hollow on the resonant stone stairs. Wintry air in the castle, gibbeted coats of mail, rude iron sconces over the windings of the winding turret stairs. Tapping clacking heels, a high and hollow noise. There is one below would speak with your ladyship.
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