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martedì 16 febbraio 2016

da EGRETTE BIANCHE, Derek Walcott, traduzione Matteo Campagnoli, This page is a cloud...


                 This page is a cloud





This page is a cloud between whose fraying edges
a headland with mountains appears brokenly
then is hidden again until what emerges
from the now cloudless blue is the grooved sea
and the whole self-naming island, its ochre verges,
its shadow-plunged valleys and a coiled road
threading the fishing villages, the white, silent surges
of combers along the coast, where a line of gulls has arrowed
into the widening harbour of a town with no noise,
its streets growing closer like a print you can now read,
two cruise ships, schooners, a tug, ancestral canoes,
as a cloud slowly covers the page and it goes
white again and the book comes to a close.






























Questa pagina è una nuvola tra i cui margini sfilacciati
appare a squarci un promontorio con le montagne
poi scompare di nuovo finché ciò che emerge
dall' azzurro ormai sgombro è il mare scanalato
e l' intera isola che si nomina da sé, i suoi bordi ocra,
le valli immerse nell' ombra e una strada tortuosa
che infila i villaggi, le ondate bianche e silenziose
dei frangenti lungo la costa, dove una fila di gabbiani sfreccia
verso il porto che si amplia in una città senza rumori,
le sue strade si avvicinano come caratteri che adesso 
                                                                 riesci a leggere,
due navi  da crociera, golette, un rimorchiatore, canoe ancestrali,
mentre la pagina  è coperta lentamente da una nube
e torna bianca e il libro si chiude.

giovedì 12 novembre 2015

da Omeros, di Derek Walcott, LIbro sesto,capitolo XLIV,traduzione Alessandro Panciroli


Dalla introduzione ad Omeros, su Adelphi:



Risvolto
Molti hanno detto, senza tema di smentita, che i nostri tempi non sono adatti alla forma del poema epico. Poi un giorno è arrivato Derek Walcott con il suo Omeros, dove, con sfrontata duttilità e profusione di immagini, viene cantato un arcipelago che è come un continente, in delicato contrappunto con l’epos omerico. Omeros, aedo del tempo presente, racconta la storia di due pescatori, Ettore e Achille, innamorati della stessa donna, Elena, sensuale cameriera di un hotel di Saint Lucia, piccola isola sovrastata da due coni vulcanici, al centro del Mar dei Caraibi. E ogni personaggio, anche quelli di contorno, è come avvolto in un’aura luminosa che scaturisce sia dalla felice irruenza metaforica del linguaggio di Walcott, sia dal carisma di nomi, gesti e pensieri che riecheggiano, non senza venature ironiche, quelli dei corrispettivi eroi omerici.
Ma Omeros racconta anche la storia di un tradimento: l’isola, a lungo contesa dagli imperi rivali di Francia e Gran Bretagna, è stata infine consegnata ai turisti; ma se Ettore, un tempo capace di intagliare una canoa nel cedro, è diventato un tassista, Achille, fedele all’arte dei padri, glorifica la presenza del mare nella storia della tribù. E su tutto veglia, pietosa, la poesia, che contempla l’umiliazione imposta all’uomo dalla volgarità dei tempi e lo riscatta.
Omeros è apparso per la prima volta nel 1990.

 

 


Da Omeros, di Derek Walcott, 

LIbro sesto,capitolo XLIV,







II

I smelt the leaves threshing at the top of the year   
in green January over the orange villas   
and military barracks where the Plunketts were,

the harbour flecked by the wind that comes with Christmas,   
edged with the Arctic, that was christened Vent Noël;   
it stayed until March and, with luck, until Easter.

It freshened the cedars, waxed the laurier-cannelle,   
and hid the African swift. I smelt the drizzle
on the asphalt leaving the Morne, it was the smell

of an iron on damp cloth; I heard the sizzle   
of fried jackfish in oil with their coppery skin;
I smelt ham studded with cloves, the crusted accra,

the wax in the varnished parlour: Come in. Come in,   
the arm of the Morris chair sticky with lacquer;   
I saw a sail going out and a sail coming in,

and a breeze so fresh it lifted the lace curtains   
like a petticoat, like a sail towards Ithaca;   
I smelt a dead rivulet in the clogged drains.











L' anno iniziava e già sentivo il profumo delle foglie raccolte
nel verde gennaio sulle ville arancioni
e sulla caserma dei soldati dove stavano i Plunketts,

il porto sferzato da quel vento che arriva a Natale,
che sfiora il Polo, che è stato battezzato Vent Noel; e
durava fino a marzo e fino a Pasqua, se sei fortunato.

Il vento rinfrescava i cedri, faceva crescere gli alberi della cannella
e sparire il rondone africano. Sentivo l'odore della pioggia
sull'asfalto lasciando la Morne, era l'odore

di un ferro da stiro su un vestito bagnato; sentivo lo sfrigolare
del luccio fritto nell'olio con la sua pelle ramata;
sentivo il profumo del prosciutto tempestato di aglio, della accra incrostato,

della cera nel salotto verniciato: entra. Entra,
i braccioli della  vecchi apoltrona  umidi di lacca;
vidi una vela andarsene , una vela rientrare,

e una brezza così fresca da sollevare le tende di pizzo
come una sottogonna, come una vela verso Itaca:
sentiì un rigagnolo di morte nelle grondaie intasate.