martedì 1 novembre 2011

Violenza a Roma, è scontro sulla sicurezza

Lega: «Fermare i barbari». Alemanno accusa la sinistra: «Troppo campi rom». Rutelli: «No strumentalizzazioni»

 ROMA - La violenza sessuale compiuta da un romeno su una ragazza straniera all'uscita della stazione romana La Storta scatena la polemica sulla sicurezza, a pochi giorni dal ballottaggio per l'elezione del nuovo sindaco della capitale. Ed è proprio il candidato del Pdl, Gianni Alemanno, a recarsi sul luogo dove è avvenuta l'aggressione, ricordando la violenza su Giovanna Reggiani, uccisa a Tor di Quinto nel novembre 2007 e accusando la sinistra.

CAMPI NOMADI - Dunque secondo Alemanno «l'aggressione alla ragazza, così drammaticamente simile a quella che ha visto vittima la signora Reggiani, riporta in primo piano il problema della sicurezza a Roma, ignorato dall'amministrazione di centrosinistra. Fortunatamente l'esito in questo caso è stato diverso ma non per questo si è trattato di qualcosa di meno grave e violento. Veltroni e Rutelli, invece di offendere chi si candida con un progetto diverso dal loro a guidare Roma, farebbero bene a interrogarsi sulle loro responsabilità in merito al proliferare dei campi nomadi

DENUNCIA A COMUNE» - «Ci sono gli elementi per citare in giudizio per danni l'amministrazione comunale o le Ferrovie dello Stato per la mancanza di sicurezza - attacca ancora Alemanno -. La stazione è totalmente incustodita, non vi è nessuna forma di vigilanza, non si vede personale ferroviario, non ci sono videocamere, l'illuminazione è incerta: la situazione è evidente priva di qualsiasi forma di sicurezza. Il 10 dicembre il Consiglio straordinario del XX Municipio aveva chiesto all'unanimità che venissero fatti degli interventi presso la stazione. Il Campidoglio si era impegnato a garantire la sicurezza, ma non è stato fatto nulla». Alemanno ha detto che in segno di lutto è stata sospesa la musica nelle piazze, organizzata per i festeggiamenti in vista del ballottaggio. CASTELLI: «FERMARE BARBARI» - Una polemica in cui si inserisce duramente anche la Lega. Il capogruppo uscente al Senato Roberto Castelli invita «il ministro della Giustizia, il ministro dell'Interno e la magistratura a cominciare una buona volta a interpretare il sentimento popolare e applicare con la massima severità le leggi che già ci sono per poter difendere la nostra società da quest'orda di barbari che da troppo tempo scorazza impunemente per il Paese».
CALDEROLI: «NORME SICUREZZA» - Ed è il coordinatore delle segreterie della Lega, Roberto Calderoli ad annunciare che «entro due mesi dall'insediamento del governo dovremo dare risposte definitive in materia di sicurezza e di clandestinità attraverso la conversione di un decreto legge da emanarsi già nel mese di maggio. Chiunque si sottrarrà o si opporrà al confronto - minaccia - dovrà essere considerato, e additato da tutti, alla stregua di uno stupratore».

Obama in versione horror / Courtesy of  Loudoun county republican committee
Gli occhi cerchiati, il volto scarnificato, i denti cadenti. Un Obama in versione zombie. Ma non è stato il presidente americano a trasformarsi in occasione della spaventosa notte di Halloween, bensì una striscia realizzata dal partito repubblicano in cui Barack ha le sembianze di uno zombie e ha il foro di un proiettile sulla fronte. Una scelta di cattivo gusto che ha fatto scoppiare infuocate polemiche in tutto il Paese.
Il presidente  del partito repubblicano in Virginia ha definito il poster "disgustoso". "Vergognoso", ha fatto eco il blog Too Conservative. Il  presidente dei repubblicani della contea di Loudoun, Mark Sell, difende tuttavia l'intento della striscia spiegando che voleva essere "un modo scherzoso per portare satira e umorismo per le vacanze di Halloween". "  (fonte: Il Giornale)

 Obama seguirà Alemanno: non parlerà più con 

Repubblica

 

Questa è anche più spiritosa...

Il fumetto dice " dovranno trovare qualcun altro per proporre una nuova legge di stimolo all'economia"

Obama raffigurato come una scimmia uccisa dalla polizia






Alemanno seguirà Obama: non parlerà più con  Repubblica.

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