MARCELLO KALOWSKI
IL SILENZIO DI ABRAM
MIO PADRE DOPO AUSCHWITZ
Editori Laterza
Dopo aver letto questo libro, una cosa è certa:
Il signor Marcello Kalowski ha,o meglio, aveva , sbagliato mestiere.
Per molti anni funzionario alla Hebrew Immigration Aid Service, poi improbabile commerciante di orologi e di preziosi, una vita spesa parte in Italia, parte in Israele, due ex mogli, due amati figli, una cagnetta pestifera da accudire, il signor Marcello Kalowski era quasi arrivato alla soglia dei 60 anni senza aver adempiuto al compito che per lui era stato scelto: scrivere.
E scrivere bene, anche.
In una prosa al tempo stesso commossa e razionale, l' autore riesce a dare voce al padre Abram, sopravvissuto ad Auschwitz , ma inghiottito poi da una depressione senza speranze:
"Per i pochi che sono riusciti ad uscirne vivi, e sicuramente per mio padre, dopo Auschwitz è iniziata un'altra esistenza che in nessun caso è riuscita a costruire un ponte sospeso che lo collegasse alla vita precedente. Sono io che debbo costruire quel ponte, perchè la sua esistenza, subita e vissuta con coraggio, e le contraddizioni, le incertezze, le angosce, le sue debolezze acquistino il senso e la dignità che meritano."
P.S.
Ho avuto la possibiltà, del tutto fortuita, di avere una breve conversazione con l'autore: se ho capito bene, Abram , dopo un così lungo silenzio, non ha ancora finito di parlarci...
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