domenica 24 gennaio 2016

ERBA FRANCESE di Giorgio Caproni . ( Parte Prima)




  ERBA FRANCESE

di Giorgio Caproni

 

In corsa

 

 Quant' erba francese.

   Il Palatino fila

verso Parigi.

                      E' giorno.

    Passano villaggi gotici.

Boschi di profondo verde.

   Il presente si perde

già nel futuro.

                        Il futuro

è già tempo passato.

Sono ancora in treno.

                                     Sono

(da un secolo) già ritornato. 

 

 

Di domenica sera

 

    La prima impressione.

Pont du Carrousel. Lo spazio

color piombopiccione .


    Nel vuoto domenicale,

il deserto rumore

d' un passo. La péniche 

che silenziosa risale

 la Senna, a lento rumore.





                                   


 

  

 

Il cuore 

   

Il cuore batte al centro

di Parigi. Batte

 alla Concordia . Batte

fra gli alberi dei Campi Elisi

 

  Il cuore batte nel cuore

del cuore di Parigi. 

 

 

 



Ubicazione

  

Rue de l' Odéon.

Odéon Hotel. "OH.OH"

Davanti, la Librairie Rossignol.

 

 

 

       ITINERARIO

 

 

  Sacré-Coeur Blanche, a piedi.

I passeri che si spollinano

- frenetici - sui marciapiedi

 

 

 

PROMEMORIA

 

 Brasserie du Morvan.

L'indomani , Beaubourg.

Luzi, Sereni, Frénaus.

La Provenzali. Esteban. **

 

 **

Qui sotto la locandina (su internet) della conferenza dei poeti italiani al Centre Pompidou del 3 giugno 1978

Poètes italiens contemporains
Thought and Debate
5 June 1978, at 19h00Petite Salle - Centre Pompidou, Paris
Cette séance de la Revue parlée est consacrée à la poésie italienne.
Organiser : Espaces commun

 Summary : En parallèle à une exposition consacrée à la poésie italienne présentée dans le forum du Centre Pompidou, la Revue parlée accueille quelques auteurs italiens pour une soirée de lecture. Les poètes Giorgio Caproni, Mario Luzi, Vittorio Sereni et Delfina Provenzali se succèdent pour lire leurs créations. Les poètes français André Frénaud et Claude Esteban nous en donnent les traductions françaises. Présentation de Blaise Gauthier. 19h, Petite salle. 

REGISTRAZIONE DELLA CONFERENZA



KODAK
  

 Mia figlia come una fidanzata

 Ah vacanza, seduti

all'ombra d' una verde arcata

della Torre Eiffel.

                            Parliamo

di nulla.

             O ce ne stiamo muti.

Roma è lontana.

                           Un passero.

  

  Una coppia  eccitata

che scrive una cartolina.

   Tutto uno squillante stormo

(ci uniamo) di saluti








FIXAGE

 

Rue du Bac.

Marcel Proust.

Et au coin 

le café-tabac. 

 

         ISTANTANEA

 

   Luisella che compra

da un bouquiniste Perrault.

Il giovane vietnamita

che blocca la sua Renault. 



 

 

 

 


 


 

 

 

giovedì 21 gennaio 2016

SNAKESKIN

Risultati immagini per serpente

SNAKESKIN
BY LIZ BEASELY

Clouds thin into form: a hawk
pulling a tail of ringsbeads
of an abacus, the mathematics
of lighta lengthening spine,
snakeshin no longer inhabited.
All day I'm giving a name
for what isn't there. Yet somewhere
we've left our likeness, the hollow
shapes of us. Even though the snake
has slipped into the shade,
the shed skin, deceptively whole,
hidden in the sun-flecked grass,
remembers what it once held.


SNAKESKIN

Le nuvole mutano in forme: un falco
che tira una coda di anelliperline
di un abaco, la matematica
della luceallungabile dorso,
pelle di serpente non più abitata.
Lungo tutto il giorno ho dato un nome
a ciò che non era lì. Eppure in qualche luogo
abbiamo lasciato la nostra sembianza, la vuota
forma di noi. Anche se il serpente
è scomparso nell'ombra,
la sua pelle, ingannevolmente vuota,
nascosta nell'erba punteggiata dal sole,
ricorda ciò che un tempo racchiudeva.

Traduzione di Ipazia

domenica 17 gennaio 2016

CINZIA de RENZIIS, Stamattina tutti addormentati...


  Dubbio a posteriori:
i veri grandi poeti 
sono i " poeti minori"?
                             Giorgio Caproni



Cinzia de Renziis




Stamattina tutti addormentati
 ..fuori fa freddo.. le mie mani sono ghiacciate e lungo
la via di casa mia un paesaggio surreale....
Quel passaggio di nonne, genitori
che accompagnano i bambini a scuola..tutte
quelle macchine in doppia fila....quelle cassette della frutta...il giornalaio che chiacchiera con i suoi vecchietti..il ragazzo che incontro tutte le mattine pronto a fare running
.....ma dove sono???
sabato...ecco ..tutto è più calmo. .ma ancora per poco.

Buongiorno.

giovedì 14 gennaio 2016

DEREK WALCOTT, The morning moon, La luna mattutina, (da Sea Grapes ,1976), traduzione A.Panciroli



















La luna mattutina


Ancora stregato dal ciclo della luna
che a vele spiegate corre
oltre il dorso di balena in agguato della Morne Coco Mountain,
resto senza respiro per il suo sano chiarore.

Dicembre è all'inizio,
la brezza rinfresca la pelle a questa terra
la pelle d'oca dell'acqua,
e vedo il tuffo azzuro

delle ombre giù dallla Morne Coco Mountain,
la meridiana di Dicembre,
e sono felice  che la terra cambi ancora,,
che la luna piena possa accecarmi

con la sua fronte
in questo scintillante mattino,
e che  sottili ramoscelli di bianco spuntino
dalla mia barba.



The morning moon 

Still haunted by the cycle of the moon
racing full sail
past the crouched whale’s back of Morne Coco Mountain,
I gasp at her sane brightness.


It’s early December,
the breeze freschens the skin of this earth
the goose-skin of water,
and I notice the blue plunge

of shadows down Morne Coco Mountain,
Dicember’s sundial,
happy that the earth is still changing,
that the full moon can blind me

with her forehead
this bright foreday morning,
and that fine sprigs of white are springing
from my beard.





lunedì 11 gennaio 2016

GIORGIO CAPRONI, Altro inserto










 ALTRO INSERTO

  Per quanto tu ragioni ,c'è sempre un topo - un fiore - a scombinare la logica. Direi che tutto nel tuo ragionamento è perfetto , se non avessi davanti questo prato di trifoglio. E sarei  anche d'accordo con te , se nella mente non mi bruciasse  ( se non mi bruciasse la mente - con dolcezza ) quest' odore di tannino che viene dalla segheria  sotto la pioggia ; quest'odore di tronchi sbucciati ( d'alba e d'alburno) , e non ci fosse il fresco delle foglie bagnate  come tanti lunghi occhi , e il persistente  ( ma sempre più sbiadito )  blu della notte.

giovedì 7 gennaio 2016

Dalla finestra di Pessoa

Risultati immagini per finestra alta sul mare

XLVIII di Alberto Caeiro

Dalla più alta finestra della mia casa
Con un fazzoletto bianco dico addio
Ai miei versi che partono verso l'umanità.
E non sono allegro né triste.
Questo è il destino dei versi.
Li ho scritti e devo mostrarli a tutti
Perché non posso fare il contrario
Come il fiore non può nascondere il colore,
Né il fiume nascondere che scorre,
Né l'albero nascondere che dà frutti.

Eccoli che già vanno lontano come su una diligenza
E io senza volere sento pena
Come un dolore nel corpo.

Chi sa chi li leggerà?
Chi sa in che mani andranno?
Fiore, mi colse il mio destino per gli occhi.
Albero, mi strapparono i frutti per le bocche.
Fiume, il destino della mia acqua era non restare in me.
Mi sottometto e mi sento quasi allegro,
Quasi allegro come chi si stanca di essere triste.

Andate, andate da me!
Passa l'albero e resta disperso nella Natura.
Appassisce il fiore e la sua polvere dura per sempre.
Scorre il fiume ed entra nel mare e la sua acqua è sempre
quella che fu sua.

Passo e resto, come l'Universo.

Traduzione di Pierluigi Raule.

lunedì 4 gennaio 2016

GIORGIO CAPRONI, L' ultimo borgo.



                       L' ULTIMO BORGO

 





   S'erano fermati a un tavolo
d'osteria.
               La strada
era stata lunga.
                          I sassi.
le crepe dell'asfalto.
                                  I ponti
più d'una volta rotti
o barcollanti.

                       Avevano
le ossa a pezzi.
                         E zitti
dalla partenza, cenavano
a fronte bassa, ciascuno
avvolto nella nube vuota
dei suoi pensieri.


                            Che dire.

Avevano frugato fratte
e serpeti.
              Avevano
fermato gente - chiesto
agli abitanti.

                    Ovunque
solo tracce elusive
e vaghi indizi - ragguagli
reticenti o comunque
inattendibili.

                    Ora 
sapevano che quello era
l'ultimo borgo.
                       Un tratto
ancora, poi la frontiera
e l'altra terra: i luoghi
non giurisdizionali.

                                L'ora
era tra l'ultima rondine
e la prima nottola.
                               Un'ora
già umida d'erba e quasi
(se ne udiva la frana
giù nel vallone) d' acqua
diroccata e lontana.

          

venerdì 1 gennaio 2016

“Natura morta”. di Yoshioka Minoru, traduzione di Andrea Raos



                                               Natura morta





 
Dietro la dura superficie del vaso da notte
crescono in splendore
frutti autunnali
mele castagne uva
e tutti alla rinfusa
accatastati
verso il sonno
verso una sola armonia
verso una musica che cresce si raccolgono
tendono al recesso più buio
il loro nocciolo scivola piano di lato
e intorno
aleggia l'ora della prospera decomposizione
adesso davanti ai denti dei morti
stanno immobili come pietre
tutti quei tipi di frutta
che dentro al vaso da notte
sempre più greve
sul rovescio di questa notte apparente
talvolta
paurosamente oscillano
 
 tratto da http://www.nazioneindiana.com/2015/12/26/nature-morte-cinque-poesie-di-yoshioka-minoru