giovedì 1 luglio 2010

Alla REGOLA... Prima parte






cortesia di Giuliano Petrelli ( EremoII)


Il mondo per lui precipitava tutti i giovedì pomeriggio alla Regola, tra le viuzze fradice del Ghetto; si nascondeva nell'androne di una chiesaccia scura, zittendo con pochi euro il sacrestano mezzo scemo. Poi aspettava che arrivasse lei, col suo passo affrettato sui sampietrini sconnessi, la guardava entrare trafelata,sempre in ritardo. A volte lei lo cercava ancora, stancamente, per abitudine quasi
 Ma sapeva già che non lo avrebbe più rivisto: dopo che un giovedì pomeriggio, alla Regola, lei lo aveva trascinato in una piazzetta appena sopra il fiume tiepido e fangoso. Gli aveva narrato di un sogno dove il loro amore iniziava e finiva spietatamente,senza speranza, sotto una pioggia fine,lì,alla Regola, un giovedì pomeriggio. Lui aveva ascoltato in silenzio, mentre una pioggia fine iniziava a cadere...
Lei era così: terribile e desiderabile. Donava tutto quello che aveva, prendeva ciò che desiderava. Una donna che preannuncia tempeste, così lui l’ aveva chiamata un giorno. Ed ora la tempesta arrivava dal mare, portava un sentore amaro di alghe e solitudine, , l'oscurità della sera sul vuoto delle loro vite. Per amarla aveva trovato un coraggio che pensava di aver lasciato un giorno in una casa scura e fredda.
 E in quella casa, illuminata solo dalla luna ,il loro amore diveniva un silenzio intenso e racchiuso,orlato dal dubbio e dalla tenerezza. Ricordava ancora, dopo il loro primo bacio, la sorpresa di lei, il suo sorriso ironico ,e il vento che passava tra i platani, alti sul lungo fiume, mentre il mondo,alla Regola, precipitava. E quando il vento la invitava a ballare,lei danzava, libera, fiera,inconsapevole.

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