Hotel Byron
From Hotel Byron the wind slips over red tiled roofs
bearing us back into port, one more day.
The red and black banners of the KKE
stretched tight as sails above each street,
— they think Lenin lives still in Moscow,
nobody tells them, so they think it still.
Above the sea, a village of old people,
— You Italiani? America? No, Anglos.
No bakery here, at night the dark sea speaks;
no pirates, no Turks, no baker.
Our faces sunk in Saronic blue,
we suffered confusion, the last car fading.
Small boats scud and arc across the bay of light
and you make those shapes with your mouth that I love.
*
Laconic
Kranai Marathonisi isle of fennel
one fisherman the still waters of Githyon
the sun rising
Kranai, Helen said, so
tell me now and I won’t ask again
and with morning they sailed into myth.
*
The choir of many voices sing
my heart is broken, oh
the bird flies from the clearing.11
How one sound, all my life I’ve heard
our mouths close around many shapes
possessed by death, by vengeance song.
Deepest octosyllabic land
oh my heart is, the sea rages
make me see what’s in front of my face.
*
In the fast channel of Despotikon
I married the sea, the gold circle sank
to surface in a dream all night.
Out of corrugated light; give it back.
Its white absence aches on my finger,
stolen from sense to the sea bed.
If I could work it out
I would know you again.
There is:
the apparent surface of the water;
the light in the body of the water;
the unknown ground under the water.
It sank because it was an object.
It cannot be lost, love has no weight.
It sank into irretrievable regret.
Give it back.
*
By Monday, at the end of the world,
falling in the dizzy air of Cape Matepan,
the lighthouse, the cornflowers alight like blue sparks,
no birds calling the last step down
drowns us into the submarine cave called hell.
You can get into hell. It’s not literature.12
Each separate light a white path on the sliding waves.
At the end of the world, ships pass bound for Crete,
blue devices low in the water following a strange trade.
We lost track of days and the meaning of number,
heads empty to the waves speaking the first language of sense;
island to island white spume ripples the shore,
a whole country rising up in free association.
Hotel Byron
Dall'Hotel Byron il vento scivola sui tetti di tegole rosse
riportandoci in porto, per un giorno ancora.
Gli striscioni rossi e neri del KKE
allungati e tesi come vele sopra ogni strada,
- credono che a Mosca Lenin sia ancora vivo,
nessuno glielo ha detto, così lo credono ancora.
Oltre il mare, un villaggio di vecchi.
- Voi Taliani? Mericani? No, Angli.
Non c'è fornaio qui, la notte il mare oscuro parla;
nessun pirata, nessun Turco, nessun fornaio.
I nostri visi sprofondati nel blu di Salonicco,
ci smarrimmo confusi, mentre l'ultima auto scompariva.
Minuscole barche caracollano e attraversano rapide la baia di luce
e tu con la bocca fai quelle piccole smorfie che amo.
Laconia
Kranae Marathonisi isola di finocchio
un pescatore l'acqua calma di Githyon
il sole che sorge
Kranae, disse Elena, allora
parlami presto e non chiederò più
e domattina partiranno verso il mito.
***
Il coro di molte voci canta
il mio cuore è spezzato, oh
l'uccello vola dalla radura.
Come un unico suono, per tutta la mia vita ho sentito
le nostre bocche chiudersi intorno alle molteplici forme
possedute dalla morte, da una canzone di vendetta
Più profonda ottosillabica terra,
oh, il mio cuore è, le tempeste del mare
mi lasciano vedere ciò che è davanti al mio volto.
***
Nel rapido canale di Despotico
ho sposato il mare, l'anello d'oro è affondato
per riemergere in un sogno durato tutta la notte.
Fuori dalla luce ondulata; datemelo indietro, vi prego.
Sul mio dito è acuto dolore la sua bianca assenza,
rubato dai sensi giù nel letto del mare.
Se solo potessi riaverlo.
ti riconoscerei ancora.
Qui è:
la chiara superficie dell'acqua;
la luce nel corpo dell'acqua;
l'ignoto terreno sotto l'acqua.
E' affondato poiché era un oggetto.
Non posso averlo perduto, l'amore non ha peso.
E' affondato in un irreparabile rimorso.
Datemelo indietro, vi prego.
***
Lunedì, alla fine del mondo,
precipitando nell'aria vertiginosa di Capo Matepan,
il faro, i fiordalisi brillano come scintille blu,
nessun canto d'uccelli, l'ultimo gradino in basso
ci annega nella grotta sottomarina chiamata inferno.
Potete arrivare nell'inferno. Non è letteratura.
Ogni luce distinta un bianco sentiero sulle onde in arrivo.
Alla fine del mondo, la navi passano dirette a Creta,
congegni blu bassi nell'acqua dopo un inusuale commercio.
Abbiamo perduto traccia dei giorni e del significato dei numeri,
le teste vuote verso le onde che parlano il primo linguaggio del senso;
da isola ad isola la bianca spuma increspa la riva,
un'intera nazione si rialza in libera associazione.
Abbiamo perduto traccia dei giorni e del significato dei numeri,
le teste vuote verso le onde che parlano il primo linguaggio del senso;
da isola ad isola la bianca spuma increspa la riva,
un'intera nazione si rialza in libera associazione.