sabato 30 aprile 2016

Patrick Phillips's "Barbershop", Dal Barbiere, trad. A. Panciroli




Barbershop






















The mirror-reflected 
mirror casts  

my son’s grandsons 
into infinity before me.  

My father’s fathers 
stretch behind.  

When I turn, 
they turn.  

When I blink, 
they blink  

their pale green eyes— 
as the old man  

tightens a paper 
band around my neck,  

and whets his blade, 
and sighs.




Lo specchio riflette
immagini di specchio

i nipoti di mio figlio
all'infinito  di fronte a me.

I padri di mio padre
si allungano dietro di me.

Quando mi volto
si voltano.

Quando batto gli occhi
loro battono

gli occhi cerulei -
mentre il vecchio

mi allaccia una mantella
di carta al collo,

e  affila il rasoio
e sospira.











martedì 26 aprile 2016

VLADIMIR NABOKOV, Poesia per Véra Slonim,EVENING, Trad. Alessandro Panciroli


  ...I will be in Berlin on the 10th or 11th … And if you’re not there I will come to you, and find you … See you soon, my strange joy, my tender night. Here are poems for you:
















Evening


You call—and in a little pomegranate tree
an owlet barks like a puppy.
In the evening height the moon’s curved blade
is so lonely and ringing.

You call—and a spring splashes with the turquoise of evening:
the water is fresh, like your voice,
and the moon, quivering, pierces a clay jug,
gleaming with its glaze.


Mi chiami - e in un alberello di melograno
un gufetto abbaia come un cucciolo.
Sul far della sera la lama ricurva della luna
è così malinconica e chiara.


Mi chiami - e l'acqua della sorgente si sparge con il turchese della sera.
l'acqua è fresca. come la tua voce,
e la luna, tremante, trafigge una brocca d'argilla,
splendente come seta.






YOU AND I

Risultati immagini per parole

YOU AND I
By Roger McGough

I explain quietly. You
hear me shouting. You
try a new tack. I
feel old wounds reopen.

You see both sides. I
see your blinkers. I
am placatory. You
sense a new selfishness.

I am a dove. You
recognize the hawk. You
offer an olive branch. I
feel the thorns.

You bleed. I
see crocodile tears. I
withdraw. You
reel from the impact.


TU ED IO

Io spiego piano. Tu
mi senti urlare. Tu
cambi tattica. Io
sento vecchie ferite riaprirsi.

Tu vedi da entrambi i lati. Io
vedo i tuoi paraocchi. Io
sono conciliante. Tu
avverti nuovi egoismi.

Io sono una colomba. Tu
riconosci il falco. Tu
offri un ramo d'olivo. Io
sento le spine.

Tu sanguini. Io
vedo lacrime di coccodrillo. Io
mi ritiro. Tu
barcolli per l'impatto.

Traduzione di Ipazia


domenica 24 aprile 2016

ALFONSO GATTO, ERA LA NOTTE UN BACIO



ERA LA NOTTE UN BACIO




Forse se ascolti, al limite del giorno,

brulla di pietra perché splenda il cielo

straniero delle rondini, la patria

torna nel canto che pareva amore.



Torna dai lumi del veliero il mondo,

parola che stupì, come nel soffio

caldo del vento era la notte un bacio,

un cuore appena franto dal suo bene.



Alfonso Gatto


martedì 19 aprile 2016

EDWARD HIRSCH, Gabriel, trad. A. Panciroli, KNOPF POEM A DAY


l
Gabriel  by Edward Hirsch is a book-length elegy for his son, whom he lost in 2011. In sections of ten tercets per page, Hirsch creates a form to carry the remembrance of a spirit that was freewheeling and hard to contain – indeed, he honors Gabriel’s memory by not taming the disorder but getting it down in detail, in black and white.



Edward Hirsch













Sig. Impulsivo usciva dalla classe
quando non gli piaceva quel che diceva l'insegnante
era una vera noia

Sig, Impulsivo si muoveva frenetico durante una tempesta
in pantaloni corti e canottiera
e subito tremava di freddo

I vicini si lamentavano col padrone di casa
si lamentavano con me ma Sig. Impulsivo
non poteva perdere tempo a chiudere il portone

Sig. Impulsivo usciva di casa senza chiavi
non so quante volte
si è accampato di fronte a casa

Una notte convinse un vicino
a forzare la serratura con una carta di credito
non rimase mai più chiuso fuori

Sig. Impulsivo non dormirà a casa
piuttosto non rientrerà e  sbatterà
ovunque si trovi alle cinque di mattina


Poteva essere stranamente cortese
ai genitori dei suoi amici
di solito stava simpatico


Dal notebook di Sig.Impulsivo
è meglio sgaiattolare da una porta laterale
che stare in fila come un idiota

Non è necessario prendere una direzione,
è molto meglio partire subito
il tempo non ha importanza

Queste erano le bizzarrie di Sig. Impulsivo
che non sapeva mai dove stesse andando
finchè non   è arrivato qui.




Mr. Impulsive walked out of class
When he did not like what the teacher said
It was boring 

Mr. Impulsive scurried out in a storm
Wearing shorts and a wife beater
Soon he was shivering 

The neighbors complained to the landlord
Complained to me but Mr. Impulsive
Could not be bothered to close the gate 

Mr. Impulsive left the house without his keys
I don’t know how many times
He camped out on the front stoop 

One night he convinced a neighbor
To shimmy the lock with a credit card
He was never locked out again 

Mr. Impulsive will not be sleeping at home
He’d rather stay out and crash
Wherever he finds himself at five a.m. 

He could be oddly well-mannered
To the parents of his friends
He was usually welcome 

From the notebook of Mr. Impulsive
It is better to sneak through a side door
Than to wait in line like a sucker 

It is not necessary to get directions
It’s much better to head out right now
Time doesn’t matter 

These were the antics of Mr. Impulsive
Who never knew where he was going
Until he got there 

sabato 16 aprile 2016

John Updike's "61 and Some", trad. A.Panciroli, 61 e oltre





JOHN UPDIKE













61 e oltre

Ancora quante volte, mi chiedo,
sarò testimone di fini di Agosto così perfette -
le studentesse  abbronzate che ridacchiano  

rivivendo le chiacchere di scuola  mentre aspettano
                                                        sui marciapiede,
scure come semi d'acero, la striscia d'erba delle aiuola
riarsa dal sole sotto l'ombra frastagliata dell'acero

che nella sua nuvola globulare di cumuli verdi,
tiene ora un arco, una curva di rosso,
rattenuta all'annoiato cielo blu, come una guancia da baciare.



   

61 and Some

How many more, I must ask myself,
such perfect ends of Augusts will I witness?—
the schoolgirls giggling in their months-old tans,

reviving school gossip as they hang on the curbs,
as brown as maple seeds, the strip of curbside grass
sun-parched in the ragged shade beneath the maple

that in its globular cloud of green cumulus
holds now an arc, a bulge of rouge,
held up to the bored blue sky like a cheek to kiss.




giovedì 14 aprile 2016

DIANE LOCKWARD, My Husband Discovers Poetry , TRAD. A.Panciroli, Mio marito scopre la poesia


So to some extent, this is a kind of revenge poem. I also think of it as an ars poetica. It seems to be autobiographical, as first person poems often do, but by the time the reader gets to the end of the poem, hopefully he or she realizes that there has been some fabrication going on. That's what the wife does; that's what the poet does.  

( Diane Lockward, da una intervista con Valparaiso Poetry Review)







Diane Lockward


My Husband Discovers Poetry   by Diane Lockward




Because my husband would not read my poems,
I wrote one about how I did not love him.
In lines of strict iambic pentameter,
I detailed his coldness, his lack of humor.
It felt good to do this.
Stanza by stanza, I grew bolder and bolder.
Towards the end, struck by inspiration,
I wrote about my old boyfriend,
a boy I had not loved enough to marry
but who could make me laugh and laugh.
I wrote about a night years after we parted
when my husband's coldness drove me from the house
and back to my old boyfriend.
I even included the name of a seedy motel
well-known for hosting quickies.
I have a talent for verisimilitude.
In sensuous images, I described
how my boyfriend and I stripped off our clothes,
got into bed, and kissed and kissed,
then spent half the night telling jokes,
many of them about my husband.
I left the ending deliberately ambiguous,
then hid the poem away
in an old trunk in the basement.
You know how this story ends,
how my husband one day loses something,
goes into the basement,
and rummages through the old trunk,
how he uncovers the hidden poem
and sits down to read it.
But do you hear the strange sounds
that floated up the stairs that day,
the sounds of an animal, its paw caught
in one of those traps with teeth of steel?
Do you see the wounded creature
at the bottom of the stairs,
his shoulders hunched over and shaking,
fist in his mouth and choking back sobs?
It was my husband paying tribute to my art.


Poichè mio marito non voleva leggere le mie poesie,
ne scrissi una dove dicevo di non averlo amato.
In versi di puri pentametri giambici,
descrissi la sua freddezza, la sua mancanza di umorismo.
Mi ha fatto sentire bene.
Stanza dopo stanza, divenni sempre più audace.
Verso la fine, spinta dalla ispirazione,
scrissi di un mio antico fidanzato,
un ragazzo che non avevo amato tanto da sposarlo
ma che mi faceva ridere ridere ridere.
Scrissi di quella notte  anni dopo esserci lasciati,
quando la freddezza di mio marito mi spinse fuori di casa
nelle braccia del mio antico fidanzato.
Inclusi anche il nome di uno squallido  motel
famoso per le sue camere ad ore.
Ho un vero talento per la verosimiglianza.
In immagini sensuali, descrissi
di come il mio amante ed io ci togliemmo i vestiti di dosso,
andammo a letto e ci baciammo e ribaciammo
passando la notte a raccontarci barzellette
molte proprio su mio marito.
Lasciai  il finale deliberatamente ambiguo,
poi nascosi la poesia
in un vecchio baule nel seminterrato.
Ora sai come la storia finisce,
come mio marito perse un giorno qualcosa,
andò nel seminterrato,
e frugando nel vecchio baule,
scoperta la poesia nascosta,
si sedette a leggerla.
Ma senti il rumore strano
che salì quel giorno dalle scale,
il rumore di un animale con la zampa 
stretta nella tagliola con denti d'acciaio?
Vedi la ferita creatura
in fondo alle scale,
le spalle curve tremanti,
il pugno tra i denti per soffocare i singhiozzi?
Era mio marito che pagava il suo tributo alla mia arte.




Diane Lockward earned her bachelor's degree from Elmira College and her master's from Montclair State University. She is the author of four full-length books of poetry: The Uneaten Carrots of Atonement (2016), Temptation by Water (2010), What Feeds Us (2006), recipient of the Quentin R. Howard Poetry Prize, and Eve's Red Dress (2003), all from Wind Publications. She is also the author of a poetry craft book, The Crafty Poet: A Portable Workshop (2013), and two chapbooks, Eve Argues Against Perfection (1997) and Greatest Hits: 1997-2010 (2012). Her poems have been published in Prairie Schooner, Spoon River Poetry Review, Poet Lore, Harvard Review,[1] and elsewhere. Her poems have also been featured on Poetry Daily, Verse Daily, and The Writer's Almanac.[2] She is the recipient of a Poetry Fellowship from the New Jersey State Council on the Arts and serves as the Poet Laureate of West Caldwell, New Jersey. She founded the Poetry Festival: A Celebration of Literary Journals[3] in 2004 and has served as its director for twelve years. A former high school English teacher at Millburn High School, she has also worked as a poet-in-the-schools for the New Jersey State Council on the Arts and the Geraldine R. Dodge Foundation.[4] She lives in northern New Jerse.

http://dianelockward.com/

From Wikipedia

martedì 12 aprile 2016

Robin Coste Lewis's "Voyage of the Sable Venus", IL viaggio della Venere Nera, trad. A.PAnciroli

Robin Coste Lewis’s début poetry collection, “Voyage of the Sable Venus and Other Poems” (Knopf), derives its title from a notorious eighteenth-century engraving by Thomas Stothard, “The Voyage of the Sable Venus from Angola to the West Indies.” The image was slave-trade propaganda: it shows an African woman posed like Botticelli’s Venus on a weirdly upholstered half shell. She glides serenely across the Middle Passage, attended by an entourage of cherubs and dolphins and escorted by a predatory Triton, who looks as though he’d read the poem on which the engraving is based: Isaac Teale’s “The Sable Venus, An Ode,” which celebrates the pleasures of raping slave women, since black and white—Sable Venus and Botticelli’s Venus—are, after all, the same “at night.”


( from The New Yorker by Dan Chiasson)
Robin Coste Lewis / Voyage of the Sable Venus





Voyage of the Sable Venus 


A Negro Slave Woman
Carrying a Cornucopia
Representing Africa

A Negro Slave Woman
Holding a Plate of Tropical Fruits
Including a Pineapple

A Negro Servant Boy
Brings in a Tray
Of Filled Glasses Winged

Female Figure of Hope
Leaning
On an Anchor

And Holding a Wreath
Over an Inscribed Monument
With a Bale of Cotton

And a Ship
In the Background Negro Boy
Holding Feathers in His Left Hand

Pointing to Hope
And a Book
Under His Right Arm

And a Black Man
Holding a Rifle
And pointing to the Arms

Of the United States
Above to Their Side
Is a Ballot

Box and Behind
Them a Loco
Motive

:

At Auction Negro Man in Loincloth
serves liquor to Men Bidding

on The Slaves while A Slave Woman
attends Two Women Observing The Sale.

African Slave Encased in an Iron Mask
and Collar Slave Children starting out

to harvest coffee on an oxcart.
Negroes under a date palm.

Negro Woman Seated
at a table, facing

left, writing
with a quill.


Una Schiava Negra
porta una Cornucopia
Rappresentante l' Africa.

Una Schiava Negra
tiene stretto un Piatto con Frutta Tropicale
e un Ananas


Un Servo Negro
Porta con sè un Vassoio
di  Bicchieri Colmi un'Alata

Figura Femminile della Speranza
che Incombe
su un Ancora

e con una Corona
Sopra un Monumento con Dedica
con una Balla di Cotone

e una Nave
sullo Sfondo un Ragazzo Negro
tiene delle Piume nella Mano Sinistra

indica la Speranza
e ha un Libro
sotto il Braccio Destro

 un Nero
ha in Mano un Fucile
e lo punta verso lo Stemma 

degli Stati Uniti
li sovrasta
un'Urna 

Elettorale e dietro
di loro una Loco
Motiva


Durante l' Asta  un Negro in Perizoma
serve Liquori ad Uomini  che Rilanciano Offerte

per gli Schiavi mentre una Schiava
si occupa di due Donne che Osservano la Vendita

Uno Schiavo Africano Rinchiuso in una Maschera di Ferro
e Ragazzi con il Collare da Schiavo iniziano

a raccogliere il caffè su un carro da buoi.
Negri sotto una palma da dattero, una Donna Negra Seduta

al tavolo,  guarda a sinistra
scrive con un una penna d'oca.








La lingua dice solitudine

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The Tongue says Loliness
by Jane Hirshfield


The tongue says loneliness, anger, grief,
but does not feel them.

As Monday cannot feel Tuesday,
nor Thursday
reach back to Wednesday
as a mother reaches out for her found child.

As this life is not a gate, but the horse plunging through it.

Not a bell,
but the sound of the bell in the bell-shape,
lashing full strenght with the first blow from inside the iron.


La lingua dice solitudine

La lingua dice solitudine, rabbia, dolore,
ma non li sente.

Così come il lunedì non sente il martedì,
né il mercoledì
può raggiungere il giovedì
nel modo in cui una madre acciuffa il suo figlio perduto.

Poiché questa vita non è un cancello, ma il cavallo che lo attraversa.

Non una campana,
ma il suono della campana in forma di campana,
che sferza con forza l'aria con il primo metallico colpo.

Traduzione di Ipazia







giovedì 7 aprile 2016

VOLVER, Tornare, CARLOS GARDEL, ALFREDO LE PERA


Volver


un intramontabile tango che dal lontano 1935 fa ballare migliaia di appassionati.
Se tutti conoscono Carlos Gardel, autore della musica e suo più famoso interprete, meno conosciuto è invece Alfredo Le Pera, (1900 - 1935),  scrittore , giornalista, compositore, che scrisse numerose canzoni per Gardel.
 Morirono prematuramente insieme nell'incidente aereo di Medellin, in Colombia, il 24 giugno del 1935. ( vedi incidente aereo di Medellin )

Di Volver esistono innumerevoli versioni , più o meno fedeli.







Yo adivino el parpadeo
de las luces que a lo lejos,
van marcando mi retorno.
Son las mismas que alumbraron,
con sus pálidos reflejos,
hondas horas de dolor.
Y aunque no quise el regreso,
siempre se vuelve al primer amor.
La quieta calle donde el eco dijo:
"Tuya es su vida, tuyo es su querer",
bajo el burlón mirar de las estrellas
que con indiferencia hoy me ven volver.

Volver,
con la frente marchita,
las nieves del tiempo
platearon mi sien.
Sentir, que es un soplo la vida,
que veinte años no es nada,
que febril la mirada
errante en las sombras
te busca y te nombra.
Vivir,
con el alma aferrada
a un dulce recuerdo,
que lloro otra vez.

Tengo miedo del encuentro
con el pasado que vuelve
a enfrentarse con mi vida.
Tengo miedo de las noches
que, pobladas de recuerdos,
encadenen mi soñar.
Pero el viajero que huye,
tarde o temprano detiene su andar.
Y aunque el olvido que todo destruye,
haya matado mi vieja ilusión,
guarda escondida una esperanza humilde,
que es toda la fortuna de mi corazón.







Ritornare
Io indovino lo sbattere delle palpebre
delle luci che in lontananza
sottolineano il mio ritorno…
sono le stesse che illumirarono
con il loro pallidi riflessi
ore profonde di dolore…
E anche se non ho voluto il ritorno
sempre si ritorna al primo amore…
La strada vecchia dove l’eco disse
tua è la sua vita, tuo è il suo amare,
sotto lo sguardo beffardo delle stelle
che con indifferenza oggi mi vedono ritornare…
Ritornare…con la fronte appassita,
le nevi del tempo resero argentee la mia tempia…
Sentire…che è un attimo la vita,
che 20 anni non sono niente
che febbrile lo sguardo, errante nelle ombre,
ti cerca e ti nomina
Vivere…con l’anima aggrappata
a un dolce ricordo
che piango un’altra volta…
Ho paura dell’incontro
con il passato che ritorna
ad affrontare la mia vita…
Ho paura delle notti
che popolate di ricordi
incatenano il mio sognare…
Però il viaggiatore che fugge
prima o poi arresta il suo andare…
E anche se il dimenticare, che tutto distrugge,
avesse ucciso la mia vecchia illusione,
guardo nascosta una speranza umile
che è tutta la fortuna del mio cuore.
Ritornare…con la fronte appassita,
le nevi del tempo che argentarono la mia tempia…
Sentire…che è un attimo la vita,
che 20 anni non sono niente
che febbrile lo sguardo, errante nelle ombre,
ti cerca e ti nomina
Vivere…con l’anima aggrappata
a un dolce ricordo

che piango un’altra volta…





Una particolarissima versione " flamenca" dall' omonimo film di Pedro Almodovar:







Aquì un link muy precioso http://www.todotango.com/musica/

domenica 3 aprile 2016

MARK STRAND,Mark Strand - Poems, Biography, Quotes: THE UNTELLING, Mark Strand / LA DENARRAZIONE trad....

MARK STRAND,Mark Strand - Poems, Biography, Quotes: THE UNTELLING, Mark Strand / LA DENARRAZIONE trad....:







THE UNTELLING

La denarrazione


He leaned forward over the paper
and for a long time saw nothing.
Then, slowly, the lake opened...




Si piegò sul foglio
e per molto tempo non vide niente.
Poi, lentamente, il lago si aprì
come un occhio bianco
e lui si sentì un bambino,
giocava con i cugini,
c' era un prato
ed un filare di alberi
giungeva fino all' acqua.
Era un tiepido pomeriggio d 'Agosto
e c' era un festa
che iniziava.
Si piegò sul foglio
e scrisse:

I waited with my cousins across the lake...


Aspettavo con i miei cugini oltre il lago,
e guardavo gli adulti passeggiare sulla riva lontana
lungo la sponda all' ombra degli olmi. Faceva caldo.
Il cielo era sereno.  Io ed i cugini restammo
per ore tra i grossi rami, guardavamo
i nostri genitori, e sembrava che nulla sarebbe iniziato
nelle loro vite per farle cambiare , neanche l' uomo
che correva sul prato. agitava un foglio
di carta ed urlava. Si mossero al di là delle richieste
del tempo, oltre qualsiasi notizia vi fosse,
e non videro il buio che iniziava a diventare profondo
tra gli alberi e i cespugli,  e risalire nelle pieghe
dei  vestiti e sul bianco inamidato
delle loro camicie. Come onde giungevano
risate sull' acqua fin dove noi bambini stavamo a guardare.
Una scena che non era nostra. Noi eravamo
troppo lontano, e presto ce ne saremmo andati.