giovedì 29 novembre 2012

PETER RILEY, Szàszcsàvàs: THE OLDER STRATUM


Quickly on warm day I walk up
through the smell of moist leaves ...

In un tepido giorno cammino veloce
traverso l' odore d' umide foglie
                       (PETER RILEy, ALSTONEFIELD: first 8 stanzas of Part VI)




SZÁSZCSÁVÁS: THE OLDER STRATUM

Needing new shoes and remembering everything.
The voice shaking but true, treading across the pain.

 I’m going to where no one knows me. The strangers,
and the sky with its stars. Don’t weep, little mother,
I’ll buy you a red scarf with polka-dots.

 At night there is nothing, silence of the earth,
impenetrable darkness of the eye, that cannot see
a human face turned up to it or tell the difference
between a turnip and the head of a child with nothing.

 I have nothing, I earn nothing, but I have a good time.
I remember only one thing: an oak root under my foot.

 And when they arrived, in the early morning,
the star was hidden. The beautiful shining star.

 You should see this place in the spring.



PETER RILEY /  Photo Kathy Riley




Scarpe nuove  mi occorrono ed ogni cosa ricordo
Trema la voce  ma è vera,  traverso il dolore cammino.

Andrò dove nessuno mi conosce. Gli sconosciuti
ed il cielo con le sue stelle. Non piangere, piccola madre.
Ti comprerò una sciarpa con i pois rossi.

Di notte non c'è nulla, il silenzio della terra,
l' impenetrabile oscurità dell' occhio, che non può vedere
un volto umano che lo fissa  né  può spiegare affatto
la differenza che passa tra una rapa e la testa di un bambino.

Non ho nulla, non guadagno nulla, però mi diverto.
Solo una cosa ricordo: un ceppo di quercia sotto i miei piedi.

E quando arrivarono, di primo mattino,
invisibile era la stella. Bella  la stella e splendente.

Dovresti vedere questo posto   a primavera.




lunedì 26 novembre 2012

ON TRANSLATION by Monica della Torre, trad. Alessandro Panciroli, Editor Marilia Aricò








Non la ricerca di un significato, ma la ricostruzione di un gesto,  di una 
intenzione.Come traduttore, rimani fedele all' originale.
Raramente le scelte  sono così determinanti.

A mezzogiorno, il traduttore si incontra con il poeta proprio in quel caffè 
all'incrocio dove per decenni puttane e travestiti si sono messi 
in fila di notte per farsi vedere dai passanti.

Non un monologo, certo, ma una conversazione sottintesa. La risposta
del traduttore tarda ad arrivare.

Il traduttore chiede, domanda, il poeta risponde senza limitazioni.
Qualcuno guarda i movimenti della mano che sottolineano il flusso
di un dialogo incomprensibile.

Parlano della disillusione del poeta nei confronti di Freud

Vivide descrizioni dei sogni del poeta, una dopo l'altra, iniziano
a venire fuori dalla sua bocca, Non v' è traccia di ironia nella sua voce.
Non un accenno di stupore  né un suggerimento di  un qualche oscuro 
significato, piuttosto la fede nella teoria dei Detriti



" Se me aparece un gato fosforecente. Lo sostengo en mis brazos
  sabiendo que no volverè a ser el mismo"

" Estoy en una fiesta. De pronto veo que el diablo està sentado frente

  a mi. Viste de negro, lleva una barba puntiaguda y un tridente en
  la man iquierda. es tan amable que nadie se da cuenta de que
  no es un invitado come los otros."

"Anuncian en el radio que Octavio Paz leerà su poema màs reciente

        -    Vaca... vaca... vaca... vaca.. .vaca... vaca... vaca...  

" Entro a un laboratorio y percibo aromas inusitados. aùn los recuerdo"


Il traduttore sa che niente di quello che il poeta ha mai detto

 o scritto rivela di lui  quanto quella espressione sul suo viso quando
 gli venne chiesto di posare per una fotografia. Saluta i posteri con un
ghigno diabolico. Per la gioia del traduttore, è obbligato a ripetere
quel gesto almeno tre o quattro volte. La macchina fotografica è senza pellicola.


Traduzione: Alessandro Panciroli

Editor : Marilia Aricò


su Poet.Org   Monica della Torre legge "On translation"

sabato 24 novembre 2012

NICHOLAS MOORE, THE PHOTO (courtesy of Peter Riley)





Una rarissima( se non unica) foto del poeta inglese Nicholas Moore
risalente agli anni '80. / Courtesy of Peter Riley
Il poeta sta leggendo, e probabilmente registrando - si noti il microfono sulla destra - THE ISLAND AND THE CATTLE, uno dei suoi libri di poesie (1941)

mercoledì 21 novembre 2012

Seeking Locations in Palestine for the Film "The Gospel According to Matthew" (Sopralluoghi in Palestina per il film "Il Vangelo secondo Matteo") (1965)



Directed by Pier Paolo Pasolini.
Italy 1965, 35mm, b/w, 52 min.

In 1963, accompanied by a newsreel photographer and a Catholic priest, Piero Paolo Pasolini traveled to Palestine to investigate the possibility of filming his biblical epic The Gospel According to Matthew in its approximate historical locations. Edited by The GospelÔs producer for potential funders and distributors, Seeking Locations in Palestine features semi-improvised commentary from Pasolini as its only soundtrack. As we travel from village to village, we listen to Pasolini's idiosyncratic musings on the teachings of Christ and witness his increasing disappointment with the people and landscapes he sees before him. Israel, he laments, is much too modern. The Palestinians, much too wretched; it would be impossible to believe the teachings of Jesus had reached these faces. The Gospel According to Matthew was ultimately filmed in Southern Italy. Mel Gibson would use some of the same locations forty years later for The Passion of the Christ. 

Da UbuWeb








DA UBUWEB


domenica 18 novembre 2012

MONICA DELLA TORRE, Fabiola, da OVERKILL , First Poems in English


Su Ubu Web, Publishing The Unpublishable ,sempre nuove scoperte: Monica della Torre


Mònica della Torre / Source Zoland Poetry






FABIOLA



Fabiola feels really free.
She has decided she is an artist.
She refuses to wear underwear,
wants to get laid.

Fabiola is beautiful
when she destroys herself.
She calls you up at midnight,
she wants to go think at a bar.

Fabiola is an airplane self-consciously
descending that drags your attention along.
She makes you feel low when she laughs
but doesn’t pull you up when she cries.

Fabiola doesn’t like to be alone;
but in your company, she looks through you
the way you look at yourself in the mirror.
She’s a vampire and a nymph.

Fabiola pretends she’s as fragile
as her leopard skin stockings,
but always gets what she wants.
She tricks you, like a hyena.

Her face reflects one thousand faces.
Some of them are yours






Fabiola si sente veramente libera.
Ha deciso di essere un'artista.
Sotto il vestito non porta niente,
ha voglia di scopare.

Fabiola è bella
quando si autodistrugge.
Ti sveglia a mezzanotte,
vuole andare a pensare in un locale.

Fabiola è un  aeroplano consapevolmente
discendente che cattura l'attenzione.
Quando ride ti butta giù,
ma quando piange non può tirarti su.

A Fabiola non  piace stare sola,
ma quando siete insieme ti guarda dentro
come quando ti guardi allo specchio.
E' una ninfa ed è un vampiro.


Fabiola finge di essere fragile
come le sue calze leopardate,
ma ottiene sempre quel che vuole.
Lei ti inganna quasi  fosse una iena.

Il suo volto rispecchia mille volti.
Uno di essi è  il tuo.



Mónica de la Torre’s poetry books include two in English, Talk Shows (Switchback) and Public Domain (Roof Books), and two in Spanish, Acúfenos (Taller Ditoria) and Sociedad Anónima (UNAM/ Bonobos). She has translated Latin American poets and edited multilingual anthologies. A recent collaborative book project, Taller de Mecanografía, was published in 2011 in Mexico City by Tumbona Ediciones. Four, her new poetry book, is just out from Switchback. She lives in Brooklyn and is senior editor at BOMB Magazine
( from  Zoland Poetry)   http://www.zolandpoetry.com/blog/










sabato 17 novembre 2012

MAD SONG


Mad song  by William Blake (sempre lui!) E che ci posso fare se era un genio?

I venti selvaggi gemono
E la notte è una fredda notte;
Vieni qui, Sonno,
A cingere i miei  affanni:
Ma guarda! il giorno già spunta
Sui ripidi monti dell'est,
Ed i fruscianti uccelli dell'alba
La terra disdegna.

Guarda! alla volta 
Del cielo spianato,
Intrise d'affanno
Son condotte le mie note:
Battono all'orecchio della notte
Spingono al pianto gli occhi del giorno;
Fanno impazzire i venti rombanti,
E giocano con  le tempeste.

Come un demonio dentro una nuvola,
Con tonanti lamenti,
Dopo la notte io accorro,
E con la notte io vado;
Io volgo le spalle all'est,
Da cui balsamo m'arriva;
Poichè la luce mi riempie la mente
Di delirante dolore.

Traduzione di Ipazia

Mad song

The wild winds weep
And the night is a-cold;
Come hither, Sleep.
And my griefs infold:
But lo! the morning peeps
Over the eastern steeps,
And the rustling birds of dawn
The earth do scorn.

Lo! to the vault
Of paved heaven,
With sorrow fraught
My notes are driven:
They strike the ear of night, 
Make weep the eyes of day;
They make mad the roaring winds,
And with tempests play.

Like a fiend in a cloud, 
With howling woe,
After night I do crowd,
And with night will go;
I turn my back to the east,
From whence comforts have increas'd;
For light doth seize my brain
With frantic pain.

mercoledì 14 novembre 2012

Adele Kenny, When Everything You've Done and Everything That's Happened to You Is Not What Your Life Is, trad. A Panciroli


Dalla bella rivista Tiferet ( A Journal of Spiritual Literature), una prosa poetica di Adele Kenny .  ( traduzione A.Panciroli)

When Everything You've Done and Everything 

That's Happened to You Is Not What Your Life Is



She's not sure how her life happened or why - the evidence is contradictory (unwise choices, the illnesses, grief - and how to live again). A goldfinch sings in the pine, its wing a fragile shadow cast through lingering light - ephemeral, the shape of silence.

There are things she keeps from herself - fear, anger - the nightmare she dreamt and re-dreamt until, finally, it meant nothing. The bullet passed trough the leaf - the leaf didn't fall.

The stone circle in her yard and the little house are solid in thei places - ringed with water and birds. The sapling she planted is firm in the earth. Her puppy sleeps beside her,tail curled under his small body (the other dog's ghost always close).


What else did she want? Things she hoped for already begun - this is all good. And enough.





Quando Scopri Che Tutto Ciò Che Hai Fatto e Tutto 

Ciò Che Ti è Accaduto Non è La Tua Vita



Non è affatto sicura di cosa sia accaduto alla sua vita o perché - le prove sono contraddittorie (scelte imprudenti, malattie, dolore - e come tornare nuovamente a vivere). Un cardellino canta dal pino, la sua ala solo un'ombra esile gettata tra la luce persistente - effimera, la forma stessa del silenzio.

Ci sono cose che lei tiene solo per sé - paura. collera - l'incubo ricorrente che ha continuato a sognare e risognare finchè, finalmente , ha perso di ogni significato. La pallottola che passa attraverso la foglia - la foglia che non cade.

Il cerchio di pietre nel suo giardino e la casetta sono sempre là al loro posto - circondati dall'acqua e dagli uccelli. Il piccolo albero che ha piantato è ben infisso nella terra. Il suo cagnolino le dorme accanto, tutto raggomitolato ( i fantasni delgi altri cani per sempre vicini). Cosa voleva ancora? le cose in cui lei aveva sperato già iniziate - tutto questo va bene. Va bene. E le basta.




La copertina dell' ultimo numero di Tifferet



Adele Kenny is the author of twenty-three books (poetry and nonfiction) with poems published in journals worldwide, as well as in books and anthologies from Crown, Tuttle, Shambhala, and McGraw-Hill. She has worked as a guest poet for numerous agencies, has twice been a featured reader in the Dodge Poetry Festival, and her awards include two poetry fellowships from the NJ State Arts Council. Former professor of creative writing in the College of New Rochelle’s Graduate School, she is founding director of the Carriage House Poetry Series and poetry editor for Tiferet Journal. 






lunedì 12 novembre 2012

VORREI RICORDARVI...




Vorrei ricordarvi alcuni post già pubblicati, dato che, ogni tanto, veleggio per il blog in cerca di un qualcosa che ho dimenticato...
Under here you will find some old posts which I've found while sailing on the ...seas of the blog...

Ma ve li ricordate i patimenti d'amore?
Elio Pagliarani
Quel gran genio di Wayne Mc Gregor
The tomatoes
Mac Guffin
Alone
Theine
Quanto più puoi (Kavafis)
Interloper
Perishable
Like I said
Vuelvo al Sur
Eyes only
You get closer, you should not

Buona navigazione!

lunedì 5 novembre 2012

PETER RILEY, THE ROAD, THE ROAD (remix)




The road to Baghdad, is it level? Do they
kneel beside it to their own passions, ink-
wells of light, the rose that becomes a route?

Only the wounded pass through the gate showing
their red passports, only the killed arrive home
and take their mothers' coffee.

The stained floor of the desert, vultures wheeling
over the tank routes, forgotten tunes in the
far hills. Death steps over the river on stone syllables.

Sky full of stars, body parts flung out of transport systems
or suburban markets, dissolving into the greater
and closer light, moon on silent prophet's tomb.

Is this journey legal? Is it permitted? All that's left
of Palestine, a few small red flowers close
to the ground, a seething patience.

Kneel among them and beg for such patience
while the dove sings in the cedar, the song
of Yes, there will be pain, yes,

There will be horror at the dark traverse.
The coffee simmers on the heater,
its perfume fills the room.




Jeffplueger.com








E' dritta la strada per Baghdad? E  si
inginocchiano su di  essa  per le loro passioni, cala-
mai di luce, la rosa che diviene  una strada?

Solo i feriti oltrepasseranno il cancello mostrando
i loro passaporti rossi, solo i morti arriveranno a casa
per bere il caffè delle loro madri.

La sabbia del deserto macchiata d'olio, il volo degli avvoltoi
sulle tracce dei tank, melodie dimenticate sulle
colline lontane: La morte guada il fiume su sillabe di pietra.

Il cielo pieno di stelle, pezzi di corpi volati fuori
da sistemi di trasporto o da market suburbani, 
si dissolve dentro la luce più grande
e più vicina, la luna sulla silenziosa tomba del profeta.

E' legale questo viaggio? chi lo ha permesso? Tutto quello
che rimane della Palestina, pochi sparuti fiori rossi
per terra, una pazienza che freme di rabbia.

Mi inginocchio ed elemosino una pazienza come quella,
mentre la colomba canta nel cedro, la canzone
del Sì, ci sarà dolore,sì

Ci sarà orrore alla traversa del buio.
Il caffè  bolle  sulla stufa,
il suo aroma ne riempe la stanza.




The Road (remix)

How long, Babylon, how much more
blood soaking into sand, glitter-
ing safety on the floor?

A goat bleating under an olive tree
beside a ruined wall at the end
of a dry track, soldier,

This is the home you fought for,
grey stones tumbled on the ground
and a wooden flute serenading death.

The black eagle flies from cairn to cairn
with red messages: we shall make
our final space in sung words.

And in the vast green plains and hills of
eastern Europe the Jewish population
completely eradicated, not a stone on a stone

Not a board nailed to an upright. A wreath
of rose petals and bone for what remains.
Take it in patience, listen to the pain

In the dove's throat, water
pouring from the well, beating
of wings in air.

Note: The first three lines of "The Road…" are adapted translations of four phrases from the poems on pages 111 and 112 of Adonis, Le Livre (al-Kitâb) traduit de l'arabe de Houria Abdelouahed  (Seuil 2007)



Per quanto tempo ancora , Babilonia, e quanto
sangue ancora inzupperà la sabbia , splendente
sicurezza  sul terreno.

Una capra bela sotto un olivo
presso un muro in rovina alla fine
di un arido sentiero, soldato,

Questa è la casa per cui hai combattuto,
pietre grigie crollate a terra
ed un flauto di legno che intona una serenata di morte

L'aquila nera vola da tumulo a tumulo
con messaggi rossi: arriveremo
al  nostro spazio finale su parole cantate.
  

E nelle vaste pianure verdi e sulle colline
dell' Europa orientale una generazione di Ebrei
annientata, non una pietra su pietra

non una tavola inchiodata . Una corona
di petali di rosa ed ossa per quel che rimane.
Sii paziente, ascolta il dolore

nella gola della colomba, acqua
che scroscia dalla fonte, battito
d'ali nell'aria.





domenica 4 novembre 2012

PETER RILEY, S.CECILIA IN TRASTEVERE




Stefano Maderno / Santa Cecilia ,1600, Altare della Confessione,
Basilica di Santa Cecilia, Roma






What moves between bright thoughts and finished body?
Music’s Idea turns in the clouds and she
Lies on the floor, denied her time, face
Turned away so as not to view her own pain...

What moves between is all we live, heavy
And light banked in winged tiers, that we
Carve our eyes through day to day, kiss
The bed and back to the devastating sight again...

I believe in a centre to the wasted life
That is carried before the world and holds love
Through distance and strife to the end of a
Perfect reconciliation however many times
Occluded in failed responses finally standing
Whole and obvious, like an orchard in the rain.

Everything loosened up in this orgy of pre-rejected writing.


Everything loosened up in this orgy of pre-rejected writing.






Peter Riley had this to say about Nicholas Moore's later poems, introducing a selection of them for the Conductors of Chaos anthology (ed. Iain Sinclair, 1996): 

     Everything loosened up in this orgy of pre-rejected writing.
     Since nobody was listening, the poetry could be 'anything'.
     Long meditations, short epigrams, rhymed and unrhymed,
     measured and unmeasured, sonnets, songs, ballads, blues,
     straight philosophical statements, symbolic landscapes,
     surrealist figurations, imagist trances, jokes and nonsense,
     poems in gobbledegook, outrageous travesty and satire,
     calm description,  detective poems, jazz poems, cricket
     poems, haiku, doggerel, pure 1940s lyrics and persona
     narratives. . . all 'rubbish', all free as the wind.


Tutto si smuove in questa orgia di scritti già scartati.
Da quando nessuno ascolta più la poesia, la poesia stessa potrebbe  essere "nulla".
Lunghe meditazioni, brevi epigrammi, con rima e senza rima,
cadenzate e non cadenzate, sonetti, canzoni, ballate, blues,
chiari enunciati filosofici, paesaggi simbolici,
raffigurazioni surrealiste, magici incantamenti, freddure e  nonsense,
poesie in burocratese, satire e parodie oscene,
calme descrizioni, poesie poliziesche, poesie jazz, poesie
sul cricket, haiku, burlesche, liriche puro stile 1940 e copioni
teatrali...tutta immondizia, tutto libero come il vento.


da Peter Riley. The Day's Final Balance: Uncollected Writings 1965-2006. 
[Shearsman Books, Exeter, 2007, 208 pp.

venerdì 2 novembre 2012

PETER RILEY, da ALSTONEFIELD VI



Peter Riley ( 1940) è un poeta, saggista ed editore inglese. Riley  ha fatto parte del gruppo dei cosidetti Poeti di Cambridge, di cui hanno fatto parte, tra gli altri, J.H. Prynne,Andrew Crozier, Veronica Forrest-Thomson. E' autore di numerosi libri di poesia e critica letteraria. E' il principale editore e curatore di Nicholas Moore.


Peter Riley/ photo  by Tony Frazer 




da ALSTONEFIELD  VI




And all the people in the land, as the clouds clear,
     without priority, the fruit of work, all pain and
     sorrows over. These are the ghosts in the white stone,
     written in the strata: Go down, you blood red roses.
     And all the work in the land, as the stars fade, doesn't
     bear more result than a leaf reaching the ground, all
     its joys a history. Such are the songs that surround us,
     near and far to comforting me, shadows on the sea.
     So with some sense of purpose on a thick morning I
     pass by empty fields to a tree-crowned pinnacle.


E tutto il popolo della terra, mentre il cielo rasserena,
senza priorità, il frutto del lavoro, ogni dolore,ogni
pena dimenticati.  Sono questi i fantasmi nella pietra bianca,
scritti negli strati: indietro, voi rose rosso sangue.
E tutto il lavoro della terra, mentre la stelle scoloriscono, 
non ha più effetto di una foglia morta  che cade, tutte
le sue gioie una storia. Così sono le canzoni che ci circondano,
vicine e lontane per consolarmi, ombre sul mare.
Così con una qualche voglia di fare in una mattina di nebbia Io
passo  da vuoti campi ad una vetta coperta da alberi.