Il mare è un antico idioma che non riesco a decifrare. Jorge Luis Borges
The sea is an ancient language that I cannot decipher. Jorge Luis Borges
martedì 31 luglio 2012
domenica 29 luglio 2012
SANDRO PENNA, Poesie, trad. in lingua inglese A. Panciroli
Se la vita sapesse il mio amore!
me ne andrei questa sera lontano.
Me ne andrei dove il vento mi baci
dove il fiume mi parli sommesso.
Ma chi sa se la vita somiglia
al fanciullo che corre lontano .
*
If life knew my love!
I would get along this night faraway-
I would get along where wind kisses me
where the river speaks to me softly.
But who knows if life looks like
the child who runs away..
"Exclusive love poet"
they called me. And maybe it was true.
But the wind here on the grass and noises
of the distant town
aren't they love too?
Under hot clouds
are not still the sounds
of a love that burns
and does not leave more?
mercoledì 25 luglio 2012
AL ESPEJO, JORGE LUIS BORGES
Por qué persistes, incesante espejo?
¿Por qué duplicas, misterioso hermano,
el menor movimiento de mi mano?
¿Por qué en la sombra el súbito reflejo?
Eres el otro yo de que habla el griego
y acechas desde siempre. En la tersura
del agua incierta o del cristal que dura
me buscas y es inútil estar ciego.
El hecho de no verte y de saberte
te agrega horror, cosa de magia que osas
multiplicar la cifra de las cosas
que somos y que abarcan nuestra suerte.
Cuando esté muerto, copiarás a otro
y luego a otro, a otro, a otro, a otro…
Perché perseveri incessante specchio?
Perché duplichi, misterioso fratello,
Il minimo gesto della mia mano?
Perché nell´ombra l' improvviso riflesso?
Sei l´altro io di cui parla il greco
E da sempre mi tendi agguati. Nella luce
dell' acqua incerta o del cristallo che dura
Tu mi cerchi ed è inutile essere cieco.
Il fatto di non vederti e, tuttavia, di conoscerti
Ti aggiunge solo orrore , magìa che osi
Moltiplicare la cifra delle cose
Che siamo e che circondano il nostro destino.
Quando sarò morto, copierai un altro
Quando sarò morto, copierai un altro
E poi un altro, un altro, un altro, un altro ...
***
Non sono riuscito a trovare l'autore della traduzione ( che ho solo leggermente modificato); se qualche lettore ne è a conoscenza pregherei di farmelo conoscere.
SANDRO PENNA, Poesie, trad. in lingua inglese A. Panciroli
Malinconia d 'amore, dove resta
bianco il sorriso del fanciullo come
un ultimo gabbiano alla tempesta.
Melancholy of love, where the white
smile of child remains like
a last seagull in front of storm.
***
E' forse detto che l'amore umano
vano non debba rimanere mai...
Se la vallata è così chiara, il sole
- ormai sul monte - con leggero amore
vi scherza. Nè si duole più la terra.
Perhaps you said human love
should be never vain...
If valley is so bright, the sun
- by now on mount - with slight love
there plays. Nor the land any more regrets.
***
Ero chiuso in un tram, tra deliziosa nebbia,
quando malinconia entrò con allegria.
Quanta malinconia nella vita serena,
giovani allegri che la vita alleva.
I stood close in a tram, amid delicious fog,
when with joy melancholy came.
What melancholy in serene life,
cheerful boys raised by life.
venerdì 20 luglio 2012
Mezzogiorno d' inverno, Umberto Saba, A Winter Noon, —translated from the Italian by Geoffrey Brock
Mezzogiorno d ' inverno ( back translation by Alessandro Panciroli)
Chi nel momento della mia felicità
(Dio mi perdoni se uso una parola così grande,
così terribile) ridusse la mia breve gioia
quasi alle lacrime? Senza dubbio dirai " Una qualche
bella creatura che ti camminava accanto e
ti sorrideva". Ma no, un palloncino di un bimbo,
un palloncino blu, serpeggiante contro
l' azzurro dell'aria, il mio cielo nativo,
mai più così chiaro e freddo com'era allora,
un alto mezzogiorno in un abbagliante giorno d'inverno.
Nel cielo qua e là un bioccolo di nuvola,
i vetri alle finestre fiammeggiavano al sole,
e un esile fumo da un camino, o forse due,
e sopra ogni cosa, ogni divina
cosa, quel globo sfuggito dalle
incaute dita di un bambino ( ora, di sicuro,
stava piangendo nella piazza affollata il suo dolore,
il suo immenso dolore) tra la grande facciata
della Borsa ed il caffè dove io,
dietro alla finestra con gli occhi luccicanti
guardavo salire e scendere quello che una volta era stato suo.
A winter noon translated from the Italian by Geoffrey Brock
Who in the moment of my happiness
(God forgive my using a word so grand
so terrible) reduced my brief delight
nearly to tears? No doubt you'll say: "A certain
beautiful creature who was walking by
and smiled at you." But no: a child's balloon,
a blue, meandering balloon against
the azure of the air, my native sky
never so clear and cold as it was then,
at high noon on a dazzling winter day.
That sky with here and there a wisp of cloud,
and upper windows flaming in the sun,
and faint smoke from a chimney, maybe two,
and over everything, every divine
thing, that globe that had escaped a boy's
incautious fingers (surely he was out there
broadcasting through the crowded square his grief,
his immense grief) between the great facade
of the Stock Exchange and the café where I,
behind a window, watched with shining eyes
the rise and fall of what he once possessed.
finalmente l' originale di Umberto Saba:
In quel momento ch’ero già felice
(Dio mi perdoni la parola grande
e tremenda) chi quasi al pianto spinse
mia breve gioia? Voi direte: “Certa
bella creatura che di là passava,
e ti sorrise”. Un palloncino invece,
un turchino vagante palloncino
nell’azzurro dell’aria, ed il nativo
cielo non mai come nel chiaro e freddo
mezzogiorno d’inverno risplendente.
Cielo con qualche nuvoletta bianca,
e i vetri delle case al sol fiammanti,
e il fumo tenue d’uno due camini,
e su tutte le cose, le divine
cose, quel globo dalla mano incauta
d’un fanciullo sfuggito (egli piangeva
certo in mezzo alla folla il suo dolore,
il suo grande dolore) tra il Palazzo
della Borsa e il Caffé dove seduto
oltre i vetri ammiravo io con lucenti
occhi or salire or scendere il suo bene.
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giovedì 19 luglio 2012
da IL FUNAMBOLO E LA LUNA, Ghiannis Ritsos, trad. Nicola Crocetti, traduzione in lingua inglese di A. Panciroli
Fragmenta
Sempre l 'amore - come diceva Ione; - principio e fine;
e di nuovo l 'amore, oltre la morte. Ione -
Era di giugno, splendido meriggio, e Ione seminudo,
una catenina d 'oro con un piccola croce sull 'ampio petto,
le gambe prese da antiche statue di aurighi. E forse sarebbe
partito un giorno
su una barca a vela bianca; - perchè la bellezza - disse
Elena -
deve svanire presto.
Always love - as Ione said; - beginning and end;
and once more love, over the death. Ione -
It was June, wonderful noon, and half-naked Ione,
a small golden necklace with a little cross on the large cheast,
the legs taken by ancient statues of auriga. And perhaps one
day he would leave
on a white sail boat: -because Beauty - Elena
said -
must vanish soon.
- Ciane, Melpòmene, Giacinta,
- chiamava Persefone dal balcone. Il suo peplo rosa
ondeggiava fin giù sulla spiaggia. - Nausica, Gelsomina,
Ismene, Elettra. I nomi
delle ragazze salivano più in alto dei gabbiani, per poi ca-
dere mollemente in mare
simili a isolette con rematori, barche da pesca, sedie di
paglia. Un ragazzo
pescava con la canna sotto il faro.
- Ciane, Melpòmene, Giacinta,
- Persefone called from balcony. Her cerise peplum
fluttered up to the beach. - Nausica, Gelsomina,
Ismene, Elettra. The names
of the girls rose higher and higher, above seagulls, then
fell down languidly into the sea,
like islets with oarsmen, goitre, straw
chairs. A boy
with fishing pole under the lighthouse.
mercoledì 18 luglio 2012
IN THE AFTERLIFE, MARK STRAND , nella traduzione di A. Panciroli e D. Abeni
In the Afterlife
She stood beside me for years, or was it a moment? I cannot remember. Maybe I loved her, maybe I didn’t. There was a house, and then no house. There were trees, but none remain. When no one remembers, what is there? You, whose moments are gone, who drift like smoke in the afterlife, tell me something, tell me anything.
Nell' Aldilà (traduzione A.Panciroli)
Lei rimase accanto a me per anni, o fu un momento? Non posso ricordarlo. Forse l' ho amata, o forse no. C'era una casa, e poi non ci fu più. C' erano alberi, ma non ne rimase nessuno. Quando nessuno ricorda, cosa rimane? Tu, i cui momenti sono scomparsi, che sei trasportato come fumo nell' aldilà, dimmi qualcosa, dimmi qualsiasi cosa.
Nella vita postuma ( traduzione D. Abeni)
Mi è stata accanto per anni, o è stato un istante? Non so ricordarmelo. Forse l’ho amata, forse no. C’era una casa, poi la casa non c’era più. C’erano alberi, ma non ne resta nessuno. Quando nessuno ricorda, cosa rimane? Tu, i cui momenti sono trascorsi, che vaghi senza meta come fumo nella vita postuma, dimmi qualcosa, dimmi una cosa qualsiasi.
Cfr http://mark-strand.blogspot.it/2012/07/una-scelta-di-prose-brevi-di-mark.html
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trad. A. Panciroli
martedì 17 luglio 2012
SNOWY MORNING BLUES by Charles Simic, trad A.Panciroli
The translator is a close reader
He wears thick glasses
As he peers out the window
At the snowy fields and bushes
That are like a sheet of paper
Covered with quick scribble
In a language he knows well enough
WIthout knowing any words in it.
Only what the eyes discern
And the heart intuits of its idiom
So quiet now, not even faint
Rustle of a page being turned
In a white and wordless dictionary
For the translator to avail himself
Before whatever words are there
Grow obscure in the coming darkness.
Il traduttore è un lettore attento
Porta occhiali dalle lenti spesse
Mentre guarda fuori dalla finestra
la neve che copre i campi ed i cespugli
che sono come un foglio di carta
ricoperto di scarabocchi
in un lingua che conosce abbastanza bene
senza saperne una sola parola
Se non quello che gli occhi distinguono
ed il cuore intuisce dal suo idioma
E' così silenzioso ora, neanche il lieve
fruscio di una pagina girata
in un dizionario bianco e senza parole
di cui il traduttore possa servirsi
prima che qualunque altra parola là dentro
diventi più oscura all'arrivo del buio.
Cfr. con la traduzione di Nicola Gardini in http://ottantanovenuvole.blogspot.it/2012/05/snowy-morning-blues-by-charles-simic.html
He wears thick glasses
As he peers out the window
At the snowy fields and bushes
That are like a sheet of paper
Covered with quick scribble
In a language he knows well enough
WIthout knowing any words in it.
Only what the eyes discern
And the heart intuits of its idiom
So quiet now, not even faint
Rustle of a page being turned
In a white and wordless dictionary
For the translator to avail himself
Before whatever words are there
Grow obscure in the coming darkness.
Il traduttore è un lettore attento
Porta occhiali dalle lenti spesse
Mentre guarda fuori dalla finestra
la neve che copre i campi ed i cespugli
che sono come un foglio di carta
ricoperto di scarabocchi
in un lingua che conosce abbastanza bene
senza saperne una sola parola
Se non quello che gli occhi distinguono
ed il cuore intuisce dal suo idioma
E' così silenzioso ora, neanche il lieve
fruscio di una pagina girata
in un dizionario bianco e senza parole
di cui il traduttore possa servirsi
prima che qualunque altra parola là dentro
diventi più oscura all'arrivo del buio.
Cfr. con la traduzione di Nicola Gardini in http://ottantanovenuvole.blogspot.it/2012/05/snowy-morning-blues-by-charles-simic.html
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giovedì 12 luglio 2012
MINERS
MINERS
infanzia di margaret walker
Quando ero bambina conoscevo i rossi minatori
vestiti di cenci e con quella luce sul capo.
Li vedevo venire giù dalla rossa collina verso i campi
tinti dalla rossa polvere delle miniere di Ishkooda.
Notte dopo notte li incontravo per strada
oppure in città dove incontravo i loro sguardi;
il tintinnio delle scodelle nelle mani,
e lamento e scavare le loro sole parole.
Anch'io vivevo nei campi dal basso cotone
dove la luna sorgeva sui perfetti pagliai,
o sui ceppi d'alberi, e sui fatiscenti tuguri
con fame, terrore, alluvioni e rovina lì accanto;
dove amore e odio sempre si bilanciavano
e soltanto la terra amara veniva lavata via.
Traduzione di Ipazia
martedì 10 luglio 2012
da IL FUNAMBOLO E LA LUNA, Ghiannis Ritsos, trad. Nicola Crocetti, traduzione in lingua inglese di A. Panciroli
Secondo le sacre tavole della traduzione non si dovrebbe tradurre in una lingua che non si conosce ottimamente, ma in fondo , who cares? e traducendo questa stupenda poesia di Yiannis Ritsos mi sento proprio come il funambolo della foto, a tightrope walker...( compreso l' ombrellino)
Joe Downs, tightrope walker, Montreal, QC, 1885 |
"The fierce innocence of the world!"
La traduzione in lingua inglese è di Alessandro Panciroli
Sempre l' amore - diceva Ione; - principio e fine;
e di nuovo l' amore oltre la morte. Ah, Ione -
che notti stellate; e le stelle primaverili brillavano nell' aria
come i bicchieri di cristallo del nuovo locale sul mare. Era
di giugno;
arrivavano , partivano navi cariche di frutta, luci, chitarre -
un' eterna trasposizione da un luogo all' altro, da un viso
all' altro,
una silenziosa affermazione al di sopra d' ogni rifiuto -
l'acqua intorno alla pietra -
migliaia di promesse e movimenti - un ginocchio, uno sguardo,
una bocca -
aspetta, non andare, non andatevene, viviamolo qui - disse
Alkis -
l'istantaneo, l' eterno, l ' inesauribile.
...Comunque
le maglie di questa rete erano grandi come porte
entravi, uscivi o a volte restavi
su una delle mille soglie mangiando un' uva grossa,
gli acini cinque a cinque. Il mosto ti colava sul mento,
lungo il collo
e leccavi avidamente le tue dita o le dita delle mani
e dei piedi
di nove belle donne nude.
Altre donne
scendevano dai quartieri vicini,
si fermavano davanti alle teche di vetro degli usurai,
scambiavano due parole
con qualche esitazione, come avessero un fuoco nelle tasche.
Lasciavano sul cristallo
certi grandi gioielli di famiglia, offuscati dal tempo,
chilometri di catenine d'oro, orologi a tre casse,
fibbie,braccialetti, anelli. Ne ricavavano poco o nulla
e se ne andavano in fretta verso il mercato del pesce. Non
tornavano mai a riprenderseli;
sapevano già che la vita, con tutti i suoi spaghi, le carte da
imballaggio, le scatole di cartone, le immagini sacre
è più ricca del proprio ricordo.
Proprio allora Christos
spartì le sue vesti, spartì la sua carne, le sue ossa
e rimase carnale, carnale, carnale,
uno e molteplice - bello stallone
che generava cavalli, fanciulle, ragazzi, veicoli a ruote, uova,
fiumi, vacche,
e un melo con sette uccelli su ogni ramo;
che generava e ingravidava incessantemente
vacche, cavalli, fanciulle, ragazzi, cipressi,
finchè infine salì sul colle fitto di ulivi,
e tra le statue degli undici efebi nudi e gozzoviglianti fece
il suo proclama -
il grande proclama della feroce innocenza del mondo.
E noi non sapevamo neppure che diavolo gli prenda ogni
tanto alla poesia
che scaglia contro le ciance arroganti degli altissimi venti
versi spensierati dai capelli sciolti, e altri della rassegnazione...
Proprio allora Christos
spartì le sue vesti, spartì la sua carne, le sue ossa
e rimase carnale, carnale, carnale,
uno e molteplice - bello stallone
che generava cavalli, fanciulle, ragazzi, veicoli a ruote, uova,
fiumi, vacche,
e un melo con sette uccelli su ogni ramo;
che generava e ingravidava incessantemente
vacche, cavalli, fanciulle, ragazzi, cipressi,
finchè infine salì sul colle fitto di ulivi,
e tra le statue degli undici efebi nudi e gozzoviglianti fece
il suo proclama -
il grande proclama della feroce innocenza del mondo.
E noi non sapevamo neppure che diavolo gli prenda ogni
tanto alla poesia
che scaglia contro le ciance arroganti degli altissimi venti
versi spensierati dai capelli sciolti, e altri della rassegnazione...
V.Van Gogh / Starry night over Rhone
THE TIGHTROPE WALKER AND THE MOON
Always the love - Ione said; - the beginning and the end;
anew love over death. Ah, Ione -
what starry nights; and the vernal stars sparkled in the air
as the crystal glasses of the new club close the sea. It was
almost june;
arrived, departed ships laden with fruit, lights, guitars -
an eternal transposal from a place to another, from a face
to another one,
a silent affirmation above every refusal, water
around stone-
around stone-
thousand of pledges - a knee, a gaze,
a mouth -
wait; don' t leave, we can't leave,we had to stay here - said
Alkis -
the instantaneous , the eternal , the unfailing one.
...However
the meshes of these nets were as large as doors,
you came in, walked out or sometimes you stood
on one of the thousands doorsteps eating fat grapes,
the berries five at five. The must dripped on your chin,
along you neck
along you neck
and you greedily licked your fingers or the fingers
and the toes
of nine nude beautiful women.
Other women
went down from neighbouring quarters,
they stopped in front of the glass cabinets of pawnbrokers,
nattering
with some hesitation, as if they had a fire
in their pockets. They left on the glass
some large family jewels, darkened by time,
miles and miles of golden necklaces, pocket watches,
buckles, rings. They gained little or nothing
and hastily went to the fish market. They never came back
and took back them;
they already knew the life, with all its twines, packing
cases, cardboard boxes, votive images,
is richer than its own memory.
Just then Christos
split up his clothing, his flesh, his bones,
and remained carnal, carnal, carnal,
manifold and one - beautiful stallion
procreating horses, maidens, boys, carts, eggs
rivers, cows
and an apple tree , seven birds on every branch;
procreating and perpetually impregnating
cows, horses, maidens, boys, cypresses,
until at last he went up the hill so thick of olives,
and trough the statues of eleven nude reveling ephebes
he did his announce -
the great announce about the fierce innocence of the world.
And we did not even know what the hell happens some-
times to poetry,
that fling light-hearted -loosed hair lines against the pretentious
tales of highest winds, and other unhopeful lines...
IL FUNAMBOLO E LA LUNA e altre poesie inedite, Ghiannis Ritsos, CROCETTI EDITORE, MILANO,1984
lunedì 9 luglio 2012
Invective Against the Bumblebee by Diane Lockward. Invettiva Contro il Calabrone, trad. Alessandro Panciroli
***
Dal libro What Feeds Us ( Wind Publications), una furiosa ed ironica invettiva della poetessa americana Diane Lockward contro il calabrone che ha punto il suo indifeso figlioletto...
Evaso da una angusta cella, giallo-striato,
smidollato sicofante di una regina,
hai scavato zolle nel mio giardino
ti sei introdotto nel mio garage come un abusivo.
Ti disprezzo per esser piombato
sul mio bambino, indifeso su un prato verdeggiante,
con la pancetta cicciottella , la sua tutina arancione,
ed un cappelletto giallo sulla testa.
Certamente lo avrai confuso per un girasole,
ma non per questo ti perdono,
lo hai fatto piangere tra le mie braccia, tremare, e sbavare,
il dito gonfio come un salsicciotto.
Adesso mio figlio conosce il dolore.
Adesso ha paura dell' erba.
Culone perditempo di un insetto! perverso pedagogo!
Che, d' ora in poi , i fiori rifiutino di schiudersi per te.
Che i gatti ti inseguano in giardino.
E voglio che la pioggia ti affoghi , i merli ti becchino
le puzzole ti squartino, che una gelata precoce ti paralizzi.
Possano gli agricoltori innaffiarti di pesticida.
Che mai più tu possa assaporare il nettare
del trifoglio rosso o della madreselva.
Che tu possa passare vicino ad una quercia appena
in tempo per farti pisciare addosso da un cane.
E che domani tu possa posarti sul mio tavolo
mentre leggo attenta il giornale. Possa tu
tremare sotto la faccia segnata di un serial killer.
Possa tu morire schiacciato dalle notizie del mattino.
Il delizioso video realizzato dalla stessa Diane , una "invective lullaby!"
*** ***
Diane Lockward is the author of three full-length collections of poetry, most recently, Temptation by Water (Wind Publications, 2010). Her earlier books are What Feeds Us, which received the Quentin R. Howard Poetry Prize, and Eve’s Red Dress. She is also the author of two chapbooks, Against Perfection and Greatest Hits: 1997 - 2010. Her poems have been published in several anthologies, including Poetry Daily: 366 Poems from the World’s Most Popular Poetry Website, Garrison Keillor's Good Poems for Hard Times, and The Poet's Cookbook. Her poems have appeared in such journals as Beloit Poetry Journal, Spoon River Poetry Review, Harvard Review, Poet Lore, and Prairie Schooner.
giovedì 5 luglio 2012
COSI' FINISCE IL CANTO GENERAL DI PABLO NERUDA
E qui finisco (1949)
Qui termina questo Libro. Esso è nato
dall'ira come una brace, come i territori
di boschi incendiati, e io desidero
che continui come un albero rosso
a propagare il suo limpido incendio.
Eppure non solo ira nei suoi rami
trovasti: le sue radici dolore
non soltanto cercarono ma forza,
e forza io sono di pietra pensosa,
allegria di mani insieme allacciate.
Infine, sono libero entro gli esseri.
E tra gli esseri, come l'aria vivo,
e dalla solitudine assediata
esco verso il folto delle battaglie,
libero chè nella mia è la tua mano,
a conquistare gioie indomabili.
Comune libro d'uomo, pane aperto
è questa geografia del mio canto,
e una comunità di contadini
una volta raccoglierà il suo fuoco
e seminerà le fiamme e le foglie
ancora nella nave della terra.
E ancora nascerà questa parola,
forse in altro tempo senza dolori,
senza le impure fibre che appesero
nere vegetazioni sul mio canto,
e di nuovo arderà nell'alto spazio
il mio cuore stellato e incandescente.
Così finisce questo Libro, e qui
lascio il mio Canto generale scritto
nella persecuzione, sotto le ali
clandestine della patria cantando.
Oggi 5 febbraio, in quest'anno
Millenovecentoquarantanove,
qui in Cile, a "Godomar de Chena",
alcuni mesi prima di compire
i quarantacinque anni di mia età.
"Dans Mon Revê" - Didier Awadi / I have a Dream
Una breve parte del famoso discorso di Obama ( yes, We Can...) e le indimenticabili parole di Martin Luther King si fondono con quelle di Didier Awadi in un francese vivo e rinsanguato dalla trascinante musica senegalese
Dans mon rêve cette fille se lèvera
Dans mon rêve ce fils se lèvera
Main dans la main la mère se lèvera
Dans mon rêve c’est des noirs et des blancs
Dans mon rêve c’est des jaunes et des rouges
Dans mon rêve tout est plein de couleur
Des rouges et des jaunes et des noirs et des blancs
Dans mon rêve y’a pas d’homme qui est dominé
Dans mon rêve pas de peuple qui est dominé
Dans mon rêve pas de terre qui est dominée
Et l’état c’est la haine qui est dominée
Dans mon rêve des colons éliminés
Dans mon rêve colonies éliminées
J’abolis les colonies d’années de la terre toutes les colonies
Dans mon rêve le raciste éliminé
Dans mon rêve xénophobe éliminé
Dans mon rêve homophobe éliminé
Anti-Semite ET camiste éliminés
I have a dream that one day out in the red hills of Georgia
The sons of former slaves and the sons of former slave
Owners will be able to sit down together at the table of brotherhood
I have a dream
Jo jolimajo
Jolimajo….
Yes we can
I have a dream
Jolimajo…….
Dans mon rêve je visite sarafina depuis le Caire , le cap le mont Sinaï
Dans mon rêve je quitte de Dakar, Bamako, Ndjamena, Dar et Zanzibar
Dans mon rêve on annule les visas
Tous les pays de l’Afrique sans visas
Même l’Europe élimine les visas
L’Asie, l’Amérique abolit les visas
Dans mon rêve plus de guerre pour le pétrole
Dans mon rêve plus de guerre pour le Diamant
Dans mon rêve plus de guerre pour de l’or
La guerre civile ne fait plus de mort
Dans mon rêve je ne suis pas le rêveur
Dans mon rêve je ne suis pas l’utopique
Le rêve verrait l’utopie et le rêve
I have a dream that my four little children
will one day live in a nation where they will not
be judged by the color of their skin but by the content of their character.
I have a dream today.
I have a dream
Yes we can
Yes we can
I have a dream that one day down in Alabama
With its vicious racists, with its governor having his lips
Dripping with the words of interposition and nullification;
That one day right down in Alabama little black boys and
Black girls Will be able to join hands with little white boys and
White girls as sisters and brothers
I have a dream today
Yes we can
Jolimajo…….
I have a dream….
***
We know the battle ahead will be long, but always remember that no Matter what obstacles stand in our way; nothing can stand in the way of Power of millions of voices calling for change ...
***
I have a dream that one day this nation will rise up And live out the true meaning of its creed We hold these truths to be self -evident that all men are created equals.
***
J’ai fait le rêve que le people se lèveraDans mon rêve cette fille se lèvera
Dans mon rêve ce fils se lèvera
Main dans la main la mère se lèvera
Dans mon rêve c’est des noirs et des blancs
Dans mon rêve c’est des jaunes et des rouges
Dans mon rêve tout est plein de couleur
Des rouges et des jaunes et des noirs et des blancs
Dans mon rêve y’a pas d’homme qui est dominé
Dans mon rêve pas de peuple qui est dominé
Dans mon rêve pas de terre qui est dominée
Et l’état c’est la haine qui est dominée
Dans mon rêve des colons éliminés
Dans mon rêve colonies éliminées
J’abolis les colonies d’années de la terre toutes les colonies
Dans mon rêve le raciste éliminé
Dans mon rêve xénophobe éliminé
Dans mon rêve homophobe éliminé
Anti-Semite ET camiste éliminés
I have a dream that one day out in the red hills of Georgia
The sons of former slaves and the sons of former slave
Owners will be able to sit down together at the table of brotherhood
I have a dream
Jo jolimajo
Jolimajo….
Yes we can
I have a dream
Jolimajo…….
Dans mon rêve je visite sarafina depuis le Caire , le cap le mont Sinaï
Dans mon rêve je quitte de Dakar, Bamako, Ndjamena, Dar et Zanzibar
Dans mon rêve on annule les visas
Tous les pays de l’Afrique sans visas
Même l’Europe élimine les visas
L’Asie, l’Amérique abolit les visas
Dans mon rêve plus de guerre pour le pétrole
Dans mon rêve plus de guerre pour le Diamant
Dans mon rêve plus de guerre pour de l’or
La guerre civile ne fait plus de mort
Dans mon rêve je ne suis pas le rêveur
Dans mon rêve je ne suis pas l’utopique
Le rêve verrait l’utopie et le rêve
I have a dream that my four little children
will one day live in a nation where they will not
be judged by the color of their skin but by the content of their character.
I have a dream today.
I have a dream
Yes we can
Yes we can
I have a dream that one day down in Alabama
With its vicious racists, with its governor having his lips
Dripping with the words of interposition and nullification;
That one day right down in Alabama little black boys and
Black girls Will be able to join hands with little white boys and
White girls as sisters and brothers
I have a dream today
Yes we can
Jolimajo…….
I have a dream….
martedì 3 luglio 2012
TUTTI A CASA...UNA METAFORA
Oggi, 3 luglio 2012, approssimativamente alle ore 18,45, sulla linea ferroviaria Roma - Cesano una metafora dell'Italia e di come siamo ridotti...
Nota dell' autore:
Il treno ormai immobile è lo stato italiano ( tutto con la minuscola), il ferroviere tapino un disgraziato servitore del medesimo stato, i perentori ( e inutili) ordini di resistere fino all'ultimo uomo vengono dal governo, i disgraziati viaggiatori siamo ovviamente tutti noi .
La citazione " la rivoluzione non è un pranzo di gala" non è di Bersani o di Crozza, è proprio di Mao Tse Tung:
La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un'opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità...
Articolo della REPUBBLICA: ROMA-CESANO Pendolari a piedi sui binari (vedi foto)
Il treno, giunto a poche centinaia di metri dalla stazione Roma Giustiniana, si ferma inopinatamente: cinque minuti, dieci minuti, venti minuti , mezz'ora, un' ora- gli altoparlanti, che vengono di solito usati per annunciare severe sanzioni per i trasgressori di qualsivoglia norma delle spettabili FFSS ,- tacciono inutili .
Passa solo, trafelato e scamiciato, in un bagno di sudore, un tapino di ferroviere che annuncia la , ennesima,
rottura del treno precedente ed il susseguente e definitivo blocco del nostro treno.
Malgrado la vicinanza della stazione, al malcapitato ferroviere giungono tramite telefonino - ah! la impareggiabile tecnologia delle FFSS!!- ordini perentori: "di qua non ci si muove!, costi quel che costi, non si abbandona la posizione!
Il che ,in definitiva ,significa per tutti noi dentro al treno, di rimanere bloccati, sequestrati fino a non si sa bene quando: insomma, la guerra continua! ( solo per noi, ovvio).
Ma uno smaliziato pendolare, capita l' antifona, smanetta velocemente sull' apertura di emergenza, la porta si spalanca, la agognata libertà è a un passo, si esita , la discesa non è agevole, si tratta di saltare sulla massicciata , ma la tentazione è troppo forte, si va, prima uno, poi un altro, prima i più giovani ed arditi, poi tutti gli altri, rimangono sul treno solo anziani ed invalidi- peggio per loro!- la guerra è guerra, e questa è più di una guerra, è crudele lotta per la sopravvivenza. Si cammina tra e sui binari, tra i rovi della banchina, iniziano i primi caduti, una signora con i tacchi alti - che si fotta! - si frattura una caviglia, un alto funzionario in grisaglia grigia ( troppo abituato alla auto di servizio) - che possa crepare! cade rovinosamente sulle rotaie, - un marocchino troppo ciarliero si becca una gomitata in bocca - tanto per gradire- da un borgataro torvo ed incazzato.
Ma si sa, la rivoluzione non è un pranzo di gala ! ( Non ricordo bene se è una citazione di Mao Tse Tung o di Pier Luigi Bersani, o forse Crozza)
Finalmente la stazione, tanto agognata.
Mi volto, e rimango sconvolto: dietro di me, sui binari, una folla, no anzi, una torma di passeggeri cenciosi e doloranti arranca sotto il sole, inciampando ed imprecando...
Tutti a casa!
Nota dell' autore:
Il treno ormai immobile è lo stato italiano ( tutto con la minuscola), il ferroviere tapino un disgraziato servitore del medesimo stato, i perentori ( e inutili) ordini di resistere fino all'ultimo uomo vengono dal governo, i disgraziati viaggiatori siamo ovviamente tutti noi .
La citazione " la rivoluzione non è un pranzo di gala" non è di Bersani o di Crozza, è proprio di Mao Tse Tung:
La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un'opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità...
Articolo della REPUBBLICA: ROMA-CESANO Pendolari a piedi sui binari (vedi foto)
lunedì 2 luglio 2012
Da Un attrattore strano, uno strano attrattore: SALVADOR NOVO, I Think, in These Hours, of You, My Love
SALVADOR NOVO, I Think, in These Hours, of You, My Love,
I Think, in These Hours, of You, My Love
burning as I do in merciless insomnia; wanting your..
.
.Guardo alla vita con mortale tristezza,
e tutto questo, mio dio, è solo dovuto a te,
perchè è già una settimana che ti ho scopata
I Think, in These Hours, of You, My Love
burning as I do in merciless insomnia; wanting your..
.
.Guardo alla vita con mortale tristezza,
e tutto questo, mio dio, è solo dovuto a te,
perchè è già una settimana che ti ho scopata
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